
La PM della Procura della Repubblica di Lecce Maria Vallefuoco ha aperto un fascicolo di indagine con l’ipotesi di reato di istigazione al suicidio in relazione alla morte del 18enne di Otranto che, all’alba di ieri, 23 gennaio, dopo aver inviato un messaggio telefonico alla fidanzata, è uscito dalla propria abitazione per raggiungere in scooter il Castello Aragonese e buttarsi nel vuoto dalle mura a ridosso della Torre Matta.
La ragazza, non appena ha visualizzato il messaggio, ha dato l’allarme, ma il giovane aveva già compiuto il gesto estremo.
Sembra che il 18enne, descritto dagli amici come uno studente modello e un ragazzo solare e disponibile, non avesse manifestato alcun segnale di inquietudine che potesse fare presagire il dramma.
La salma è stata trasferita presso la camera mortuaria dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce, dove sarà svolta l’autopsia. L’incarico al perito, il medico legale Alberto Tortorella, sarà conferito nella giornata di lunedì 27 gennaio.
Il vescovo dell’Arcidiocesi idruntina, Francesco Neri, ha divulgato parole di comprensione per il gesto del giovane e di vicinanza a quanti sono stati toccati dalla sua perdita: “Con dolore e sgomento ho appreso la notizia della scomparsa del nostro giovane fratello e figlio Giovanni. Assicuro la preghiera e la vicinanza a quanti lo hanno avuto a cuore. Il Dio della misericordia e della consolazione lo accoglie tra le sue braccia, aperte a tutti i suoi figli. Il Signore darà anche forza e consolazione a quanti dovranno elaborare la scomparsa di Giovanni. Al contempo, invito la nostra comunità a prendere a cuore il mondo dei giovani. Insieme, famiglie, parrocchie, scuole, istituzioni civili, moltiplichiamo il nostro impegno per costruire per nostri giovani un presente ricco di opportunità di crescita e un futuro di speranze che si avverano, nella gioia, nell’amore e nella vita per tutti”.
Marina Poci