Otto inchieste penali sul Comune: Brindisi, una città in gabbia

Da IL7 Magazine
Ogni passo è un inchiesta giudiziaria. L’ombra del malaffare aleggia ancora, aleggia da tempo sui progetti di sviluppo più importanti per la città di Brindisi. Sui settori nevralgici e anche sulle questioni di ordinaria amministrazione. Dal Pug alla Multiservizi, dallo Shuttle a Cala Materdomini, senza dimenticare la grana rifiuti con tutti i suoi risvolti, sono passati o sono tuttora al vaglio dell’autorità giudiziaria per le ipotesi più disparate. In alcuni casi ci sono persone, anche ex amministratori (sono tutti ex tenuto conto che Brindisi è commissariata ormai da mesi) che risultano iscritte nel registro degli indagati, in altri si racconta di condotte borderline su cui vengono condotti approfondimenti investigativi.
In altre circostanze ancora il presunto “malaffare” è stato isolato, raccontato. Fino ad andare a giudizio. Il travaglio inizia al principio degli anni Duemila, epoca delle primissime inchieste giudiziarie (a raffica) con particolare riguardo alla pubblica amministrazione. Il dopo Giovanni Antonino, non è stato così diverso per Brindisi. Nessuna rinascita, tabula rasa. Per lo meno non in tempi più recenti, se si considera che solo l’amministrazione Mennitti, con qualche piccola eccezione, è rimasta indenne da grossi scandali giudiziari.
Il 6 febbraio del 2016 il sindaco Mimmo Consales è stato arrestato e posto ai domiciliari. Inciampato nell’annosa questione dei rifiuti, laddove sarebbe transitata una mazzetta da 30mila euro versata dall’imprenditore Luca Screti, il patron della Nubile che dal 2012 aveva in mano la gestione di due impianti: la discarica di Autigno e il biostabilizzatore. Oggi entrambi “out”.
Ne è sorto un processo, ormai definito. E una inchiesta che si appresta a transitare nelle aule giudiziarie. E’ in atto l’udienza preliminare: corruzione, reati ambientali, frode, truffa e interruzione di pubblico servizio. A vario titolo. Ma di indagini aperte, escluse quelle che sono ormai storia scritta e stra-raccontata, ce ne sono ben otto. Otto fascicoli che riguardano Palazzo di Città.

I rifiuti
Corposa è l’informativa depositata ormai tempo addietro dalla Digos di Brindisi al pm. Gli inquirenti si sono concentrati sull’ordinanza contingibile e urgente che sancì la fine dell’epoca Monteco.
Era il 17 novembre del 2014, si stabilì di mettere fine alle proroghe e di assegnare il servizio a Ecologica Pugliese. Lo strumento ordinanza non è stato poi adottato dall’amministrazione Carluccio che si è ritrovata nell’impossibilità di risolvere i problemi provocati dalla gestione del servizio rifiuti. Una mini gara ha consentito in epoca commissariale l’affidamento a Ecotecnica. Si attende ormai da anni che possa essere perfezionato il bando decennale indetto dall’Aro, o dall’Agenzia regionale per i rifiuti. La questione, insomma, sembra essere temporaneamente risolta. L’inchiesta sul passato recente, non ha avuto al momento alcuno sviluppo.

Il Pug
Sempre lo stesso pm indaga sul Pug. Si parte dalla denuncia dell’architetto Giorgio Goggi, il professionista prima incaricato di redigere il Pug e poi messo alla porta dalla giunta Consales per i ritardi con i quali avrebbe portato a termine il lavoro. Goggi ha presentato un esposto alla procura di Milano e gli atti sono stati trasmessi a quella di Brindisi, dove il sostituto titolare del fascicolo ha già ascoltato il professionista. Goggi è stato per altro controquerelato da Consales. L’inchiesta non conta persone indagate né tantomeno ci sarebbero, che si sappia, reati ipotizzati.

Shuttle
e Cala Materdomini

Quattro mesi dopo l’arresto di Consales, poco prima delle nuove elezioni, emerse l’esistenza di un’altra indagine su due importanti opere pubbliche in fase di progettazione: i finanziamenti per Cala Materdomini, ex spiaggia degli Ufficiali della Marina, e lo Shuttle di collegamento tra la ferrovia, e in particolare lo snodo dell’ospedale Perrino, all’aeroporto del Salento. Indagati l’ex assessore all’Urbanistica Pasquale Luperti e con lui un dirigente comunale, un funzionario dell’ente e un architetto, tecnici dello stesso ambito di competenze. Nell’ordine Fabio Lacinio, Teodoro Indini e Luigi Dell’Atti. I militari della guardia di finanza effettuarono perquisizioni e sequestri in Comune e presso l’abitazione di Luperti. I reati ipotizzati dalla procura sono turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e falso ideologico. Sono contestati in concorso. Il fascicolo è stato aperto nel settembre 2015.

Estorsione elettorale
in Multiservizi

Ad essere indagato è sempre Luperti. Si parla di estorsione e peculato, accuse diverse per circostanze differenti, della cui esistenza le persone coinvolte hanno appreso nel febbraio scorso, con la prima proroga notificata. Gli indagati oltre a Pasquale Luperti, come si diceva, ex assessore all’Urbanistica della giunta Consales e consigliere comunale anche nella passata consiliatura (prima di maggioranza, poi passato all’opposizione), sono Daniele Pietanza, il responsabile del personale della società in house Multiservizi, altri due dipendenti e cioè Carlo Zucaro e Nicola Iacobazzi, e un imprenditore, Antonio Sirio. Di estorsione rispondono Luperti, Pietanza e Zuccaro. Di peculato Pietanza, Iacobazzi e Sirio. Di estorsione rispondono Luperti, Pietanza e Zuccaro. Secondo gli inquirenti vi sarebbero state minacce e pressioni, in un periodo compreso tra il primo turno e il ballottaggio delle scorse amministrative (tra il giugno e il luglio 2016), proprio al momento del pagamento ritardato degli stipendi dei dipendenti della Multiservizi. E’ dei giorni scorsi la notifica della nuova proroga per altri sei mesi.

Multiservizi,
bilanci e multe

C’è anche un’altra indagine, più corposa. Che riguarda l’intera gestione della partecipata. Se ne occupa la Digos che ha già prelevato una ingente mole di materiale a Palazzo di Città. Non sono noti il numero degli indagati e le ipotesi di reato. Si sa che si parla di bilanci, di affidamenti e di assunzioni. Sempre la Multiservizi è assurta agli onori delle cronache per un altro filone investigativo che l’ha coinvolta, sulla quale si celebrerà un processo con rito ordinario. L’ex amministratore unico, Teodoro Contardi, è stato rinviato a giudizio con l’accusa di abuso d’ufficio e truffa aggravata, per un giro di multe pagate a giornalisti, militari, politici e altri mini-vip locali con la carta di credito aziendale.

Aeroporto e parcheggi
L’accusa è di corruzione e c’è stata già una proroga delle indagini preliminari. Al vaglio dell’autorità giudiziaria un giro di presunti vantaggi e la formulazione di atti amministrativi “non regolari” nella gestione del parcheggio P8 dell’aeroporto di Brindisi, vicino alla chiesa di Santa Maria del Casale. Tre sono gli indagati per corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio nella formula aggravata dal conferimento di pubblici incarichi o dal trattare contratti che riguardano la pubblica amministrazione a cui si appartiene.
Tra questi il comandante della polizia municipale, Teodoro Nigro, già dirigente del settore Trasporti del Comune. L’oggetto delle verifiche sarebbe il ritardo nella riacquisizione da parte del Comune e del relativo affidamento a Multiservizi del parcheggio chiamato “P8”, area recintata che si trova nei pressi della chiesa di Santa Maria Del Casale e che dal 2011 era in concessione (gratuita) ad Aeroporti di Puglia che a sua volta l’aveva appaltata alla società Saba che si occupa anche dei parcheggi interni al Papola, i “kiss and fly” e gli altri a lunga sosta.
Dalla scadenza del rapporto con Adp, fissata nel maggio 2016, fino al reale passaggio di consegne, avvenuto a ottobre dello stesso anno, sono intercorsi cinque mesi. Un tempo lungo, nel corso del quale la sosta è proseguita a pagamento.

I compensi ai dirigenti nello scandalo Aro
Sono 220mila euro, incassati per attività svolte nell’ufficio Comune Aro, compensi non dovuti a dirigenti e funzionari comunali su cui indaga la Digos. La vicenda è venuta a galla dopo che il 16 febbraio è giunta al Comune la rinuncia a un decreto ingiuntivo da 58mila euro che era stato richiesto dall’ex vicesegretario generale, ora dirigente delle Attività produttive, Costantino Del Citerna. Da qui si è scoperto che l’importo era stato liquidato dall’ufficio Ragioneria, che ritiene di aver agito correttamente. Via mail sono stati autorizzati, ventiquattro ore dopo, i pagamenti in busta paga anche agli altri: 60mila euro all’ex segretario generale Paola Giacovazzo, poi 21mila euro a Rosa Anna De Angelis, 33mila euro a Cristina Guadalupi, 36mila euro a Gianluigi Fantetti (gli ultimi tre, funzionari che figurerebbero tra gli aventi diritto senza ombra di dubbio). Vanno inclusi nel conto anche i 6mila euro (lordi) di arretrati che sono stati assegnati al segretario generale, Giuseppe Salvatore Alemanno, per il quale c’è anche un aumento in busta paga di 1.500 euro anche per le successive mensilità.
E’ già stata chiesta la restituzione delle somme: ha versato l’intera quota l’ex segretario generale Paola Giacovazzo. Ha dichiarato di essere intenzionato a farlo, Alemanno, che nel frattempo è stato sostituito e che sembrerebbe non aver ancora ridato indietro le somme.
Il Porto
Lambisce il Comune l’inchiesta sul porto e su un presunto giro di promesse e di “utilità” per ottenere in cambio favori nelle procedure degli enti pubblici, con particolare riferimento all’Autorità portuale. Se ne occupano i carabinieri. Gli indagati sono l segretario generale dell’Autorità portuale di Brindisi, l’ammiraglio Salvatore Giuffrè, il responsabile del Demanio e della sicurezza dello stesso ente, Aldo Tanzarella. Poi l’imprenditore della Nubile, impiegata nel settore dei rifiuti e già nota alle cronache, Luca Screti; l’ex assessore all’Ambiente Antonio Monetti; gli imprenditori Michele Schettino, di Brindisi, Giuseppe e Nicola Ladogana, di Monopoli; l’amministratore della Nubile in epoca recente, Francesco De Marco e infine Marius Marinov, un 57enne nato in Bulgaria e residente a Milano. Sono i destinatari di una richiesta di proroga della procura di Brindisi che rende nota l’esistenza di un’inchiesta per i reati di associazione per delinquere, corruzione e induzione indebita a dare o promettere vantaggi. Le condotte contestate si riferiscono a un periodo anteriore e prossimo al 12 maggio 2016.