Parte da Brindisi la risposta alle organizzazioni criminali balcaniche

 «Nel settore l’Italia è particolarmente ricca di conoscenze sul versante del contrasto alla criminalità organizzata, al terrorismo interno e internazionale»: lo ha detto il capo della Polizia, Franco Gabrielli, a margine di un vertice internazionale in corso a Brindisi proprio sui temi della cooperazione investigativa a contrasto del terrorismo e dei traffici illeciti nell’Adriatico. Vi partecipano i ministri dell’Interno, i sottosegretari e capi di polizia di Albania, Bosnia Erzegovina, Kossovo, Macedonia, Montenegro e Serbia. Per l’Italia sono presenti il sottosegretario all’Interno Stefano Candiani e gli ambasciatori italiani presso i Paesi interessati.
Previsti gli interventi del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Federico Cafiero De Raho, e dei rappresentanti della Direzione generale Commissione europea, di Europol e di Eurojust. «Questa conferenza ministeriale – ha detto Gabrielli – si pone a metà del nostro mandato in questo progetto in cui siamo co-leader con la Germania. Si inserisce in una serie di altri progetti in cui l’Italia è il Paese leader sui temi della sicurezza in un’area geograficamente e politicamente strategica in Europa». «Ci sono i sei Paesi che intendono – ha spiegato – compiere un percorso di integrazione e quindi di entrare nell’Unione, la quale predispone una serie di verifiche per certificare che le strutture siano in linea con gli standard europei. Nello specifico, il nostro obiettivo è quello di rafforzare il sistema di sicurezza e il sistema giudiziario di questi Paesi».
“Mettere assieme le informazioni, riuscire a comunicarle, diffonderle con rapidità è quello che occorre per battere la criminalità organizzata e il terrorismo. Dobbiamo essere più veloci di loro”: lo ha detto, a margine dell’incontro, il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Federico Cafiero De Raho che ha partecipato insieme ai rappresentanti istituzionali di Albania Bosnia Erzegovina, Kossovo, Macedonia, Montenegro e Serbia, al capo della Polizia, Franco Gabrielli, a un vertice interministeriale sui temi della cooperazione investigativa a contrasto del terrorismo e dei traffici illeciti.

“Il fine è migliorare il rapporto fra i vari Paesi, sia per quel che riguarda la cooperazione di polizia – ha spiegato – che per quanto riguarda la cooperazione giudiziaria”.

“E’ evidente che condividere le informazioni significa un po’ privarsi del possesso delle stesse”, ha chiarito il procuratore rispondendo alle domande dei giornalisti. “L’importante – ha proseguito – è non sentirsi proprietari del dato, ma comprendere che il dato, unito ad altro dato, ci può dare una conoscenza ampia e consentirci di essere più efficaci nel contrasto al crimine organizzato, presente in tanti Paesi. Ciascun Paese con i propri organismi di polizia, con la propria magistratura può concorrere a formare una conoscenza che consenta di costruire i singoli segmenti per avere un quadro dell’operatività delle organizzazioni criminali e contrastarle più efficacemente nei vari Paesi”.

“Le mafie balcaniche costituiscono un pericolo – ha aggiunto, rispondendo sempre a domande dei giornalisti – perché rappresentano quelle nuove mafie straniere che sono presenti sul nostro territorio e in vari altri territori della Comunità europea. Questo determina poi una maggiore velocità nell’ambito dei trasferimenti di stupefacenti, di armi, e la più agevole consumazione di reati quali la tratta di persone, la riduzione in schiavitù, il caporalato, tutto ciò che proviene dai Paesi dell’Est”.