di Lucia Pezzuto per il7 Magazine
Diventare madre è sempre stato il suo più grande desiderio, ora all’età di 58 anni, dopo una lunga e dolorosa cura, Antonella, operaia di Ostuni, ci è riuscita ed ha partorito la sua Ilaria. E’ nata nel Reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Perrino di Brindisi questo piccolo miracolo della natura, un miracolo perché è sana , gode di ottima salute e la sua mamma, Antonella Moro, l’ha messa al mondo all’età di 58 anni. Un parto eccezionale se si considera l’età della puerpera. Fortunatamente la gravidanza è andata bene e si è conclusa nel migliore dei modi. “Sono davvero felice ed oggi, dopo anni di sacrifici, cure e lacrime voglio essere una speranza anche per le altre donne” così Antonella parla dalla sua stanza in ospedale dove lunedì è diventata per la prima volta mamma.
La donna, originaria di Ostuni, vive a Torre Santa Susanna con il compagno Cosimo Tieni, falegname di 63 anni. La coppia che sta insieme da circa 20 anni ha sempre desiderato un figlio e, soprattutto, Antonella ha tentato disperatamente tante volte di restare incinta sottoponendosi a lunghe e dolorose cure. “Ho sempre amato i bambini- dice- anche quando ero ragazza ho sempre pensato di voler fare un lavoro che mi potesse potare a stare con i più piccoli. Per vari vicissitudini però sono finita a lavorare in una azienda che si occupa di inscatolare prodotti agricoli. Ma nel frattempo ho sempre sognato di diventare madre”. La gravidanza di Antonella e la nascita della sua bambina ha fatto subito scalpore. A Brindisi era accaduto due anni fa che nella stessa struttura sanitaria partorisse una donna over 50. Per la precisione la donna aveva 56 anni, due anni in meno di Antonella.
“Non mi sono mai arresa e sono felice di non averlo fatto- dice- altrimenti oggi non sarei così felice. Ho conosciuto il mio compagno che avevo già 41 anni. Abbiamo tentato tante volte di avere figli ma senza successo. Nel frattempo la mia vicina di casa aveva messo al mondo due bambini. Io ho cercato di tamponare questo desiderio di maternità occupandomi di questi piccoli. Ma quando l’ultimo a sei anni nel settembre del 2019 ha cominciato la scuola elementare mi è mancata l’aria. Il bambino ha cominciato a trascorrere sempre meno tempo con me ed io non riuscivo più ad andare avanti. La notte non dormivo, stavo male”.
A questo punto Antonella si rende conto che occuparsi di quei bambini non aveva per nulla compensato il suo desiderio di maternità e comincia la sua personale battaglia. “Ho iniziato ad informarmi, ho fatto tante ricerche su internet- dice- mi sono documentata sulle donne che avevano portato a termine gravidanze oltre l’età convenzionale. Lì ho capito che forse c’era una speranza anche per me. All’inizio mi sono rivolta alle strutture locali ma tutti mi davano risposte negative. Poi ho letto di questo dottore che si trovava a Milano, il dottore Augusto Enrico Semprini ed ho telefonato”. Enrico Semprini, immunologo, specialista in ginecologia, ostetricia e tecniche di medicina perinatale, è anche lo specialista che 20 anni fa ha inventato il metodo di lavaggio degli spermatozoi per permettere agli ammalati di Aids di avere figli senza contagiare né la partner, né il neonato. Semprini è lo stesso medico che ha seguito la cantante Gianna Nannini diventata mamma per la prima volta a 54 anni.
“Quando telefonai per la prima volta allo studio di Semprini a Milano mi dissero che dalla voce non sembravo molto convinta della mia scelta ma io risposi che non era così. Ero preoccupata e spaventata di restare delusa ma sapevo quello che volevo- racconta Antonella- così un giorno lo dissi al mio compagno. Gli dissi: lo sai, possiamo ancora avere un figlio. E lui mi rispose che forse me ne ero andata di testa. Così decisi di andare avanti. Sapevo che a quel punto nessuno mi avrebbe fermato. Il 26 gennaio del 2020 è iniziato tutto l’iter a Milano”. La cura , le terapie non sono state per nulla semplici ed i risultati non sono stati immediati. “Il primo tentativo non è andato a buon fine. Al secondo tentativo ero più scoraggiata di prima, mi sono sottoposta al trattamento che è durato si e no quindici minuti e mi hanno mandata a Barcellona, perché in Italia quella procedura di inseminazione non è autorizzata. Quando sono uscita dalla clinica però mi sentivo più positiva e dopo quattro giorni sono tornata a lavoro come se nulla fosse”. Quelli per Antonella sono stati i giorni dell’attesa, quelli in cui hai la speranza che tutto vada bene e al contempo la paura di restare delusa. “Dopo otto giorni ho fatto le analisi e subito i valori della HCG sono risultati alti. Ho ripetuto il test dopo venti giorni altri ed ho avuto la conferma: ero incinta”.
A questo punto Antonella e il suo compagno Cosimo esplodono di gioia , una felicità che tuttavia all’inizio non condividono con il resto della famiglia. “Per i primi cinque mesi non abbiamo detto nulla a nessuno- confessa Antonella- abbiamo mantenuto il segreto. Avevo paura che qualcosa andasse storto. A dire vero è stata una paura che mi sono portata dentro per tutta la gravidanza. In questo sono stata supportata anche da uno psicologo. Non è stato facile gestire da un lato la paura e dall’altro la felicità. Lo stesso medico mi diceva: andrà meglio quando vedrai tua figlia e ti renderai conto che è vero. Quando l’ho detto al resto della famiglia sono stati tutti felici per me”. Ora la piccola Ilaria si trova nel Reparto Utin, è nata con taglio cesareo ed è un po’ piccolina, ha bisogno di prendere peso ma mamma Antonella non la perde d’occhio. “E’ una sensazione meravigliosa- dice, ancora, emozionata- ci ho creduto e non mi sono mai arresa. Ho desiderato tanto diventare madre. Ad un certo punto ho pensato anche all’adozione ma in Italia è una procedura molto complessa. Non ti permettono facilmente di adottare un bambino, a volte penso che sia tutto un giro, un business, altrimenti a quest’ora le case famiglia sarebbero vuote. Ora non vedo l’ora di poter tornare a casa con la mia bambina. Non penso al futuro, voglio vivere il presente. Ora ha vinto la vita poi sarà quel che sarà”.