Pestaggio del titolare di un centro scommesse per usura: tre arresti

Sarebbero responsabili del pestaggio del titolare di un centro scommesse di Taranto e di suo genero per un debito di somme di denaro prestate con interessi usurari. Tre persone sono state arrestate da agenti della Squadra Mobile della Questura del capoluogo jonico in esecuzione di un’ordinanza cautelare. Due di loro sono state portate in carcere, la terza si trova agli arresti domiciliari. Le accuse, a vario titolo, sono di concorso in tentata estorsione, tentato omicidio, lesioni personali aggravate ed usura. Le indagini della Squadra Mobile, coordinata dalla Procura della Repubblica di Taranto, hanno preso il via dopo l’aggressione avvenuto nell’agenzia di scommesse che si trova nel centro cittadino.

Sul posto, i poliziotti delle volanti, intervenuti a seguito di una segnalazione al 113, hanno identificato le vittime nel titolare dell’esercizio commerciale e nel genero i quali hanno riportato ferite e tumefazioni al volto e alla testa. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, qualche anno fa, il titolare del centro, trovandosi in difficoltà economica, si è rivolto ad un frequentatore delle agenzie di scommesse, chiedendogli in prestito somme di denaro che, secondo una prima ricostruzione dei fatti, sarebbero state restituite anche con interessi ingenti. A fronte di un primo prestito, l’uomo avrebbe richiesto allo stesso individuo altri prestiti. Di fronte all’impossibilità di onorare la restituzione del denaro, i due si sarebbero accordati circa il pagamento mensile di una certa somma a titolo di interessi.

I pagamenti mensili sarebbero avvenuti con regolarità fino a quando la vittima del pestaggio, per estinguere il suo debito, avrebbe deciso di consegnare al ‘finanziatorè, presunto usuraio, il ricavato della vendita di un secondo centro scommesse di cui era titolare. Tuttavia, rivendicando l’estinzione dei prestiti, il sovvenzionatore avrebbe preteso che i pagamenti mensili continuassero soprattutto in concomitanza dell’apertura di un’altra sala da gioco da parte della vittima. I pagamenti sono proseguiti nelle mani della moglie del finanziatore che nel frattempo era stato arrestato. Di fronte alla richiesta di estinzione del debito, la donna, infastidita, avrebbe fatto comunicare da due incaricati che, secondo i conteggi del marito (seppur in carcere), l’ammontare del debito residuo era da quantificarsi ancora in diverse migliaia di euro. S

embra che qualche tempo dopo il titolare dell’agenzia avrebbe ricevuto l’ordine perentorio dal suo sovvenzionatore di pagare una somma superiore a 100mila euro. Peraltro il presunto usuraio sosteneva di non aver ricevuto alcuna somma di denaro a scomputo del prestito. A nulla sono valsi gli appelli da parte della vittima circa i pagamenti già effettuati. Dopo un periodo di silenzio, si sarebbe verificata l’aggressione in cui è intervenuta la Squadra Volante. Dalle immagini del sistema di video sorveglianza, è stata ricostruita la dinamica dei fatti. In agenzia si sono presentati il finanziatore con un collaboratore. Il primo, dopo aver ordinato al titolare di riprendere i pagamenti (anche con cadenza mensile), lo avrebbe minacciato di sfregiarlo al volto, estraendo un coltello. Improvvisamente il titolare è stato colpito al volto da uno dei due con pugni e schiaffi, mentre il genero del titolare è stato ferito con calci alla testa e al volto. Di fronte al quadro indiziario e ai gravi indizi di colpevolezza, il gip del tribunale di Taranto ha emesso le tre misure personali per una tutela della vittima e dell’intera collettività.