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Porto Cesareo, estorsione ai titolari di lidi: chiesti 28 anni di reclusione per padre e tre figli

Ventotto anni di reclusione complessivi: è questa la richiesta avanzata ieri, 20 ottobre, dal sostituto procuratore della Repubblica di Lecce Luigi Mastroniani al termine della sua requisitoria nel processo legato all’operazione “Palude”. Sette anni di reclusione ciascuno per Cosimo Emiliano, 81 anni, e per i tre figli Luigi, Mario e Alfredo, rispettivamente di 56, 47 e 57 anni, accusati, a vario titolo, di estorsione aggravata e continuata, minacce, danneggiamento aggravato mediante incendi, invasione di terreni, occupazione abusiva di area demaniale marittima e atti persecutori (cosiddetto “stalking”).
Secondo quanto ricostruito dall’inchiesta condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Campi Salentina, la famiglia Emiliano avrebbe gestito abusivamente, tra il 2008 e il 2014, una vasta area demaniale nella località “Palude”, trasformandola in parcheggio a pagamento. Per mantenere il controllo della zona, i quattro avrebbero esercitato pressioni e minacce nei confronti dei titolari dei lidi vicini, costretti a liberare porzioni di terreno da destinare all’attività illecita.
L’episodio più grave contestato riguarda l’incendio del lido “Togo Bay”, avvenuto nella notte del 7 giugno 2010, con danni stimati in 50mila euro.
Nel corso delle indagini preliminari, Cosimo Emiliano aveva respinto ogni accusa, sostenendo di essere da anni impegnato in una battaglia legale per il riconoscimento della proprietà dei terreni. La difesa ha inoltre sostenuto che Luigi e Alfredo fossero del tutto estranei agli affari paterni, mentre Mario avrebbe ammesso solo alcuni danneggiamenti, commessi – a suo dire – per reazione a provocazioni subite.
La sentenza dovrebbe essere emessa il 4 maggio 2026, quando si concluderanno le discussioni dei difensori.
Marina Poci