Prestazioni a domicilio con materiale sanitario del Policlinico: a Bari 10 infermieri indagati per peculato

Dieci infermieri in servizio presso il Centro Emofilia e Trombosi del Policlinico di Bari risultano indagati per peculato in quanto avrebbero avrebbero effettuato prestazioni private a domicilio utilizzando materiale sanitario sottratto in ospedale: si tratterebbe per lo più di materiale per prelievi di sangue, iniezioni e infusioni, per cui avrebbero ricevuto “in nero” un compenso tra i 10 e i 15 euro e altri vantaggi personali.
Della vicenda ha dato notizia La Gazzetta del Mezzogiorno, precisando che il sostituto procuratore della Repubblica adriatica Marco D’Agostino ha notificato ai dieci operatori sanitari l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, propedeutico con ogni probabilità alla richiesta di rinvio a giudizio.
I fatti risalirebbero agli anni 2016 e 2017.
Un episodio simile era accaduto mesi fa in un altro ospedale cittadino, l’IRCCS Istituto Tumori Giovanni Paolo II, in cui si erano verificati furti di medicinali e dispositivi sanitari dalla struttura, utilizzati in visite private non autorizzate dall’Istituto stesso. In quel caso era coinvolto un nome di spicco, l’ex primario del reparto di Oncologia Medica Vito Lorusso (che ha già patteggiato una pena di cinque anni nel procedimento in cui era accusato di avere intascato soldi dai pazienti per velocizzare i ricoveri e far saltare le liste d’attesa e risulta indagato anche nell’inchiesta sullo scambio elettorale politico-mafioso al Comune di Bari, nota come Codice Interno).
Marina Poci
(immagine di repertorio)