Ci sarebbe anche la prescrizione medica di un integratore naturale, e non quindi di un farmaco, da assumere per i successivi tre mesi, tra i documenti acquisiti dalla squadra mobile per far luce sulla morte di una ragazza di quindici anni avvenuta il 27 ottobre presso l’ospedale Perrino di Brindisi. L’integratore naturale sarebbe stato consigliato dai sanitari al momento della dimissione della giovanissima paziente, dopo il primo accesso al Pronto soccorso il 20 ottobre scorso. La notizie è stata pubblicata sull’edizione di Brindisi del “Nuovo Quotidiano di Puglia”.
L’adolescente era stata accompagnata in ospedale perché afflitta da una cefalea lancinante per la quale – secondo la denuncia presentata dalla famiglia – non sarebbe stato svolto alcun esame diagnostico per risalire alle cause e formulare una diagnosi.
La ragazza era tornata in ospedale due giorni dopo e questa volta per essere prima ricoverata nel reparto di pediatria e subito trasferita in Neurochirurgia dove le era stato diagnosticato un ascesso cerebrale che rendeva necessario un intervento d’urgenza. Un’operazione tecnicamente riuscita, hanno fatto sapere dalla Asl, ma dopo poche ore la situazione si era nuovamente aggravata e la quindicenne era spirata nel reparto di terapia intensiva.
La prescrizione dell’integratore naturale con la quale era stata dimessa, oltre all’intera cartella clinica sequestrata dalla Squadra mobile, saranno inserite nell’inchiesta aperta dalla procura di Brindisi e che giovedì prevede il conferimento al medico legale per l’autopsia. Al momento non sono stati notificati avvisi di garanzia, ma è quasi certa l’iscrizione nel registro degli indagati dei sanitari che hanno seguito la ragazza per dare loro modo di nominare propri consulenti tecnici che potranno affiancare il medico legale nell’esame autoptico.