
Le targhe dell’auto utilizzata dal commando degli attentatori che hanno dato fuoco al negozio di materiale elettrico “Punto Luce” di San Vito dei Normanni erano state rubate ad una Ford appartenente ad una donna di Mesagne: sembra che il mezzo fosse parcheggiato in una strada alla periferia della città e che la signora non avesse notato il furto: è quanto emerso dalle indagini dei Carabinieri della Compagnia di San Vita coordinata congiuntamente dalla Procura della Repubblica di Brindisi e dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce.
Sull’inchiesta vige il più stretto riserbo: gli investigatori stanno vagliando fotogramma per fotogramma le immagini acquisite dai sistemi di videosorveglianza pubblici e privati e avrebbero già ricostruito il percorso di arrivo e di fuga degli almeno tre malviventi che nel pomeriggio dello scorso 5 marzo hanno fatto irruzione nella rivendita per dare fuoco al locale commerciale e al magazzino alla presenza di uno dei proprietari.
Elementi utili alla identificazione potrebbero arrivare, nel caso tra gli episodi vi fosse un nesso, anche dalle indagini sul ferimento del 25enne sanvitese che un paio di giorni dopo l’attentato arrivò al Pronto Soccorso dell’ospedale Perrino di Brindisi con le dita delle mani spezzate. Il giovane, per tacitare interpretazioni in tal senso, tramite il suo legale di fiducia ha comunque fatto sapere di essersilele chiuse nello sportello dell’auto.
Marina Poci