Nella mattinata di oggi, 3 agosto, nelle carceri di Brindisi, Lecce e Napoli Secondigliano, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Brindisi hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce Giulia Proto – su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, nella persona della PM Carmen Ruggiero – nei confronti di cinque persone, indagate a vario titolo per i reati di associazione di tipo mafioso con l’aggravante dell’essere una associazione armata, tentata estorsione, porto e detenzione di armi da fuoco, danneggiamenti con esplosivi.
La Gip ha disposto l’ applicazione della misura cautelare della custodia in carcere per i quattro indagati, di seguito indicati, già in custodia cautelare dal 22 luglio a seguito di decreto di fermo di indiziato di delitto del PM, emesso dalla medesima Procura della Repubblica, convalidato dalla Gip, che ha applicato ai medesimi la misura della custodia in carcere: De Simone Omar; Fellini Carmine Antonio; Poso Daniele; De Michele Antonio. La stessa misura della custodia in carcere è stata disposta anche nei confronti di Tarantino Cristian, detenuto presso la casa circondariale di Napoli Secondigliano, gravemente indiziato di essere il capo e promotore della associazione di tipo mafioso, già affiliato di Renna Raffaele, nonché mandante di gravi episodi di danneggiamento con esplosivo ed estorsione.
L’indagine è stata avviata a seguito di gravi atti intimidatori ad alcuni esercizi commerciali, verificatisi in San Pietro Vernotico sin dall’ottobre 2022, e ha consentito quindi di documentare l’esistenza di un sodalizio criminale riconducibile a un’associazione di tipo mafioso operante in San Pietro Vernotico, di cui il capo promotore sarebbe Tarantino Cristian, affiliato all’organizzazione mafiosa denominata Sacra Corona Unita, il quale, nonostante fosse ristretto presso una struttura detentiva, facendo uso di dispositivi mobili o personal computer illecitamente detenuti, avrebbe impartito direttive e ordini all’organizzazione riguardo attività illecite, controllo del territorio, gestione della cassa comune, mantenimento dei partecipi e delle loro famiglie. Tarantino avrebbe di fatto diretto, promosso e costituito il sodalizio mafioso, adottando ogni decisione e pianificando interventi punitivi, intimidatori ed estorsivi, nei confronti di imprenditori di San Pietro Vernotico e dei loro familiari. In particolare, avrebbe comunicato con De Simone Omar, che ricoprirebbe il ruolo di organizzatore del gruppo criminale investigato, il quale, ricevute disposizioni, coordinato e impartito all’occorrenza ordini ai vari soggetti ritenuti partecipi dell’associazione mafiosa. Questi ultimi, ricevute le disposizioni operative, avrebbero posto in essere come materiali esecutori plurime azioni delittuose, tutte consumate nel territorio di San Pietro Vernotico, provvedendo altresì a raccogliere il “pensiero” che i sodali e terzi erano costretti a corrispondere al detenuto capo promotore.
Sul conto dei soggetti gravati a vario titolo dai reati contestati con l’odierna ordinanza sono state documentate nel corso delle attività d’indagine: gravi elementi di reità, circa l’appartenenza alla citata organizzazione mafiosa, e alle dinamiche improntate al controllo del territorio da parte del clan, facendo ricorso anche all’uso di armi ed esplosivi a scopo intimidatorio; svariate tentate estorsioni in danno di imprenditori locali; collaudati meccanismi intimidatori posti in essere dal detenuto anche nei confronti della ex moglie, rivendicati attraverso i social network, poiché ritenuta responsabile di aver instaurato un nuovo legame sentimentale; azioni di delegittimazione nei riguardi del Comandante dei Carabinieri della Stazione di San Pietro Vernotico, attuate tra settembre e ottobre 2023, messe in atto dall’organizzazione mafiosa e dal capo promotore del sodalizio, per ottenere il trasferimento del Comandante della Stazione (ritenuto particolarmente attivo nel contrasto alle condotte illecite del clan a San Pietro Vernotico) e per screditarne la sua immagine (considerato che il Comandante avrebbe testimoniato in un processo a carico del capo clan). L’attività investigativa ha consentito altresì di: arrestare in flagranza di reato un soggetto minorenne per porto e detenzione di materiale esplosivo (il minore è stato fermato e arrestato nel mentre era intento a collocare presso un esercizio commerciale un ordigno esplosivo artigianale contenente polvere pirica del peso di circa 900 grammi); arrestare in flagranza di reato un soggetto resosi responsabile dei delitti di porto e detenzione di armi clandestine con matricola abrasa, con il contestuale sequestro di un’arma da guerra del tipo AK 47 Kalashnikov; denunciare in stato di libertà un soggetto resosi responsabile dei delitti di detenzione di arma da fuoco e materiale esplodente (nel corso di perquisizione domiciliare veniva rinvenuta e sequestrata un’arma lunga clandestina munita di silenziatore e un ordigno esplosivo artigianale del tipo “candelotto” del peso di gr.60); sequestrare in due circostanze differenti un telefono cellulare e un computer portatile completo di caricabatterie, mouse e la relativa borsa di trasporto, rinvenuti nel corso di perquisizione delegata dalla DDAA di Lecce, da personale della Polizia Penitenziaria in servizio presso il luogo di detenzione, nella cella del capo promotore dell’associazione mafiosa investigata, nella sua diretta disponibilità; arrestare in flagranza di reato un soggetto resosi responsabile dei delitti di detenzione di materiale esplosivo (nella fattispecie due candelotti) e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti (sequestrato stupefacente per circa gr. 411 e del tipo Hashish circa gr. 187 e vario materiale di confezionamento).
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