
Michele Mandolino, l’operaio edile 59enne originario di Gravina in Puglia rimasto gravemente ferito ieri pomeriggio, 6 febbraio, mentre lavorava per una ditta del suo comune nel cantiere di ristrutturazione del palazzetto dello sport di Santeramo in Colle, non ce l’ha fatta: troppo grave, purtroppo, si è rivelato il trauma cranico riportato nell’incidente nel corso del quale è stato colpito alla testa da un tubo del gas.
Le sue condizioni erano immediatamente apparse critiche ai sanitari del 118 intervenuti in soccorso su richiesta dei colleghi: l’uomo era stato trasportato all’ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti ed è qui che, nonostante gli sforzi dei medici, è deceduto.
Sull’episodio indagano i Carabinieri e i funzionari dello SPESAL, al fine di ricostruire la dinamica del sinistro e verificare il rispetto della vigente normativa in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.
Mandolino è la terza vittima del comparto edile nella provincia di Bari negli ultimi 30 giorni. Una circostanza che ha scatenato la durissima reazione di Fillea Cgil, che ha invocato “regole certe” “per fermare questa strage silenziosa e arrestare la scia di sangue nei cantieri”. Nella nota diffusa ai mezzi di informazione si legge: “Queste tragedie non sono mai fatalità, ma il risultato di scelte sbagliate in materia di appalti e sicurezza sul lavoro” e ancora “La sicurezza è un diritto. Le stazioni appaltanti firmino subito i protocolli di legalità e sicurezza per prevenire gli infortuni sul lavoro”, con riferimento alla necessità di estendere “alle Stazioni Appaltanti la responsabilità solidale in caso di incidenti sul lavoro”.
Marina Poci