Sardelli: «Vaccinate i bimbi contro il virus: soprattutto per il loro bene»

di Doriana Calò per il7 Magazine

Da qualche settimana è partita la campagna vaccinale in età pediatrica in tutta la Puglia e si registra un’adesione abbastanza soddisfacente, visto che – purtroppo – è la fascia d’età più colpita; in Puglia, negli ultimi sei mesi, si sono registrati 2.620 casi di bambini – dai 5 agli 11 anni – che hanno contratto il virus e sono guariti. Mentre per quanto riguarda la popolazione più anziana, in particolare dai 60 anni in su, la copertura vaccinale ha limitato di molto i contagi e in Puglia si registra un’adesione alla campagna vaccinale quasi totale visto che, dall’inizio della campagna a oggi, il 97,3% dei vaccini consegnati dalla struttura commissariale è stato somministrato come da report quotidiano del ministero della Salute aggiornato a qualche giorno fa.
Il 7,37% degli under 12 è stato vaccinato con prima dose – pari a 17.712 bambini – per questo abbiamo chiesto un parere e dei consigli al Dott. Luciano Mario Sardelli medico pediatra, che in questi giorni ha dato il suo apporto presso gli hub vaccinali della provincia di Brindisi, soprattutto nelle giornate dedicate ai bambini per la fascia di età compresa fra i 5 e gli 11 anni.
Dott. Sardelli, cosa pensa della somministrazione del vaccino in età pediatrica?
“Faccio una premessa, ci sono stati circa 200 bambini che – purtroppo – sono morti a causa del Covid-19 in Italia, di cui 40 nella fascia d’età tra i 5 e i 12 anni, quindi il mio consiglio è quello di vaccinare i bambini perché il Covid è una malattia – molto più violenta di una banale influenza – poi perché è una malattia che potrebbe causare dei danni che potremmo vedere solo col tempo, in più è una malattia che pregiudica la solarità e la socializzazione nei bambini che sono dei fattori molto importanti nella crescita degli stessi. Quindi va fatto, innanzitutto, per il bene dei bambini poi anche per i nonni e i soggetti più deboli”.
Potrebbe farci una distinzione tra il Covid-19 prima e dopo la variante “Delta” e “Omicron”?
“Alcuni ragionano in termini di Covid-19 anti “Omicron” – quindi contatto stretto, non devi stare più di 15 minuti a contatto, la distanza minima di un metro…- l’Omicron è estremamente più contagiosa e più diffusiva rispetto alla variante “Delta” e più delle prime forme di Covid che si sono palesate. Il periodo di incubazione si parla sempre che va dai 4 ai 14 giorni, anche se su l’Omicron non ci sono dati chiari. Considerando che è più contagioso è più facile che i bambini in classe possano contagiarsi più facilmente e quindi può pregiudicare a lungo la scolarità e la socializzazione”.
Secondo lei come si sta affrontando, a livello sanitario istituzionale, questa “quarta” ondata?
“Non c’è dubbio che ci sono gravi problemi di inadeguatezza dal punto di vista amministrativo, come ci sono sempre stati d’altronde. Maggiore è la tensione sulle strutture amministrative, maggiore sarà l’inefficienza purtroppo. Ad esempio la tracciabilità non c’è più, se mai c’è stata. Poi se a questo aggiungiamo anche una mancanza di senso civico da parte nostra il problema non si risolverà mai e questo andrà ad influire anche sul sistema economico del Paese perché chiusure, restrizioni, blocchi possono solo che mettere in ginocchio tutti”.
Un consiglio chesi sente di dare in questo momento così delicato.
“Come ho già spiegato e ampiamente detto in alcuni video e post sui miei social, vaccinatevi e vaccinate i vostri figli. Quelli che ce lo dicono sono la stessa scienza e gli stessi medici che curano il cancro, che ha ridotto la mortalità sotto al 50%; la stessa scienza che ha allungato la vita da 50 a 80 anni, ebbene ci dice di vaccinarci e di farlo soprattutto ai bambini. Quindi non capisco perché dovrebbero fare i mercenari quando si tratta del Covid e invece grandi scienziati quando parlano di tumori, malattie degenerative o altro. Purtroppo si è molto scettici e la gente pensa che ci sia sempre della disonestà da parte delle classi dirigenti. Io vedo tre figure, metaforiche, comportamentali in questo momento: l’ “eremita” – colui che scappa davanti al pericolo e si chiude per paura del nemico e “vive” perché rinchiuso – poi c’è il “negazionista” – colui che nega che ci sia un problema, il nemico non c’è ed evitare la sofferenza psicologica perché nego che il Covid esista e saranno gli altri a combattere se ci credono – e infine c’è il “guerriero” che indossa la corazza – i vaccini – e affrontano il nemico avendo le armi giuste”.
Intanto le vaccinazioni pediatriche anti Covid, nella provincia di Brindisi, proseguono sono oltre 1.000 le vaccinazioni tra i 5 e gli 11 anni effettuate in questi giorni. Finora sono state somministrate in totale 3.876 dosi in punti dedicati con la collaborazione dei pediatri di libera scelta. Per la settimana dal 27 al 31 dicembre è stata potenziata ulteriormente l’apertura dei centri vaccinali, l’accesso è libero ma è necessario presentarsi previa compilazione della modulistica da portare al momento della vaccinazione scaricabile dal seguente link : https://drive.google.com/drive/folders/1qp_SsaWRXE-80vjHQUnE8ra7NK69YWj
Tutti i bambini devono essere accompagnati da entrambi i genitori, in caso contrario occorre delega del genitore assente.