Serranova, una settimana dopo il duplice omicidio ancora niente autopsia

A quasi una settimana dal ritrovamento dei corpi massacrati a fucilate di Tonino Calò e della moglie Caterina Martucci nella loro abitazione di Serranova, l’incarico per lo svolgimento dell’autopsia non è stato ancora assegnato. Non è un caso. Probabilmente la procura attende una svolta all’inchiesta che potrebbe essere imminente e gli eventuali indagati dovrebbero essere messi nelle condizioni di far partecipare propri consulente alla necroscopia.
Quella di martedì è stata, come previsto, una giornata dedicata all’ascolto di alcuni parenti delle due vittime: tra le persone informate dei fatti comparse negli uffici della compagnia dei carabinieri di San Vito dei Normanni, ancora Cosimo Calò cui nella serata di lunedì era stato sequestrato un fucile da caccia e che questa volta è stato convocato insieme a un figlio. I due, che non sono indagati e che sono dunque stati ascoltati senza la presenza degli avvocati,sono rimasti negli uffici per poco meno di tre ore.
L’interrogatorio di possibili altri testimoni, sempre nella cerchia familiare di Tonino Calò, proseguirà anche nella giornata di mercoledì. La sensazione è che i carabinieri del Norm della compagnia di San Vito dei Normanni, comandati dal tenente Alberto Bruno, siano vicini alla soluzione del caso.
Il duplice omicidio viene messo in relazione a una possibile disputa familiare per la proprietà della casa coloniale di genitori della vittima e che il fratello Angelo aveva lasciato in eredità a Tonino e Caterina. Un’abitazione piccola ma che in un luogo ad alta densità turistica come Serranova potrebbe avere un valore molto superiore a quello di una semplice casetta di campagna.
Intanto si attendono i risultati sulle perizie tecniche affidate ai carabinieri del Ris di Bari, sia sul luogo del delitto che sul fucile sequestrato in un’autorimessa nell’abitazione di Cosimo Calò.
L’omicidio è stato compiuto con un’arma lunga semiautomatica calibro 12 con la quale sono stati esplosi tre colpi, due contro la donna e uno contro al marito.