Studentessa francese morta in Erasmus: secondo i periti non subì violenza sessuale

Nessuna traccia che possa ricondurre a un rapporto sessuale non consenziente: è questa la conclusione delle indagini biologiche svolte dai periti (il medico legale Alberto Tortorella e la genetista Giacoma Mongelli) nominati dalla Procura della Repubblica di Lecce per fare piena luce sull’accusa di violenza sessuale pendente nei confronti del ventenne di Ceglie Messapica nell’ambito del fascicolo aperto dopo la morte della studentessa francese in Erasmus, ritrovata il 22 ottobre scorso impiccata con un laccio da scarpe ad un’anta dell’armadio nella sua stanza da letto, in un appartamento nella zona universitaria del capoluogo salentino.
Il corpo di Julie Tronet, quindi, non presenterebbe alcun segno che possa avvalorare la versione confidata dalla stessa ragazza ad alcune amiche e le dichiarazioni ai sanitari del Pronto Soccorso dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce, a cui si era rivolta un paio di giorni prima del gesto estremo dicendo di avere subito abusi (ma rifiutando di sottoporsi alla visita ginecologica e agli altri esami di routine necessari ad acquisire tutti gli elementi utili a dimostrare la presunta violenza ).
Le risultanze degli esami ematochimici raccontano, piuttosto, di una ragazza che avrebbe bevuto una significativa quantità di alcolici, al punto da non essere completamente lucida e cosciente al momento della morte.
Secondo indiscrezioni, anche dal confronto tra le conversazioni telefoniche tra i due giovani, avvenuto attraverso la perizia tecnica disposta sui cellulari, e l’ascolto dei testimoni, non sarebbero emerse tensioni tali da far supporre che Julie sia stata abusata.
Nella sua stanza dagli inquirenti fu ritrovato un biglietto destinato ai genitori, nel quale manifestando il dolore per “ciò che è accaduto” e l’impossibilità di sopportarlo, Julie spiegava alla famiglia le ragioni della sua tragica decisione.
Julie Tronet era quella che si definisce una studentessa modello, una ragazza sensibile e delicata, appassionata di cani e di Agility, sport che praticava son da piccola con i suoi animali. Studiava Filosofia, il programma di scambio con l’università Sorbona le avrebbe consentito di conseguire un titolo valido in Italia e Francia.
Purtroppo, secondo quanto riscontrato, era una persona estremamente fragile: sembra, infatti, che per un periodo sia stata in psicoterapia e che almeno in un’altra occasione, avesse tentato di togliersi la vita.
Adesso toccherà alla PM Rosaria Petrolo decidere se archiviare il fascicolo, nel quale il giovane studente cegliese è indagato anche per istigazione al suicidio, o continuare con altre indagini.
Marina Poci
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