
La Procura di Brindisi non ha intenzione di fare alcun passo indietro nell’inchiesta contro il regista premio Oscar Paul Haggis, accusato di violenza sessuale: i pm Antonio Negro e Livia Orlando hanno impugnato la revoca degli arresti domiciliari disposta dal gip Vilma Gilli, presentando ricorso davanti al Tribunale del Riesame. In particolare i due rappresentanti della pubblica accusa ritengono che non siano venute meno le esigenze cautelari, considerando ancora Haggis potenzialmente in grado di compiere altri stupri.
Ma soprattutto la Procura contesta i rilievi fatti dal giudice preliminare nell’ordinanza di scarcerazione nella quale di fatto sembra ridimensionare il quadro accusatorio nei confronti di Haggis dopo l’incidente probatorio cui è stata sottoposta per otto ore la presunta vittima.
La gip Gilli aveva infatti evidenziato che «il racconto della persona offesa non solo ha confermato che l’indagato non aveva avuto nei suoi confronti atteggiamenti violenti o costrittivi ma che secondo lei veniva sfumato l’originario giudizio di incapacità di Haggis di resistere ai propri istinti sessuali», affievolendo così il giudizio negativo della personalità del regista quale soggetto incline a esercitare violenza, fisica o psichica».
Le valutazioni della giudice, secondo la procura, si discostano da quello che era il quadro accusatorio prospettato: la ventottenne inglese, presunta vittima dello stupro, non aveva infatti mai parlato di violenza fisica ma ha denunciato di aver subito da Haggis rapporti sessuali non consenzienti, equiparati a tutti gli effetti dalla norma a violenza sessuale.
Chi dunque ipotizzava che la procura potesse alleggerire le accuse nei confronti di Haggis, o addirittura che potesse proporre l’archiviazione dell’inchiesta, dovrà ricredersi. E’ invece possibile che, anche alla luce di quella che sarà la valutazione del Riesame sul ricorso contro la scarcerazione, i pm possano chiedere nei confronti del regista il giudizio immediato.