Suicidio nel carcere di Lecce: detenuto si impicca alle sbarre della cella

Un detenuto ostunese 49enne, recluso da due anni nel carcere di Lecce Borgo San Nicola, è stato trovato morto nella mattina di ieri, 14 febbraio, impiccato alle sbarre della sua cella. Per agire ha atteso il cambio di turno. La polizia penitenziaria aveva ripetutamente segnalato le condizioni di estrema prostrazione psicologica dell’uomo, suggerendo il ricorso ad uno psichiatra.
Sul caso è intervenuto il segretario regionale Osapp, Ruggiero Damato, esprimendo vicinanza alla famiglia e puntualizzando che “Il suicidio di una persona in carcere è la sconfitta del sistema penitenziario e dello Stato, ma non per colpa di donne e uomini della polizia penitenziaria, bensì per i mancati interventi, riforme e incremento di mezzi e uomini che sono allo stremo delle forze con turni che variano dalle 9/12/14 ore consecutive, mancanza di educatori, psichiatri, differenziazione dei circuiti in base all’età, alla pena e ai reati commessi: tutto ciò, a nostro parere, rende vano il sistema carcere e il fine rieducativo”.
Il detenuto era ubicato nel padiglione circondariale denominato C2 I° Sezione. Si trattava di detenuto lavorante, che aveva già scontato circa due anni e avrebbe avuto davanti ancora qualche anno di reclusione.
Marina Poci
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