Tarallini pugliesi made in England: una brindisina li produce in casa

di Lucia Portolano per il7 Magazine

Ha trasformato quello che prima era il garage di pertinenza alla sua abitazione in un laboratorio artigianale per produrre e confezionare tarallini. Ha ordinato tutti i macchinari in Italia ed ha portato a Newcastle, città a nord est dell’Inghilterra a pochi chilometri dalla Scozia, uno dei sapori tipici della sua terra. Barbara Longo, brindisina di 42 anni, da sei anni vive con suo marito e sui bei tre maschietti nel Regno Unito, paese natale di lui. Da cronista di giudiziaria ad imprenditrice. Il suo business punta su una delle tipiche specialità pugliesi. Tarallini di tutti gusti, non solo quelli tradizionali, ma anche ai sapori forti che piacciono agli inglesi, con paprika, curcuma ed altre spezie. Tutto rigorosamente fatto in casa e secondo la tradizione.
Si chiamano Top Tarallini, dove Top sta per “taste of Puglia”: sapori di Puglia. Il commercio è partito ufficialmente da poco più di un mese, ma da tempo Barbara e suo marito Aidan avevano attivato delle ricerche di mercato ed avevano offerto ad amici e parenti questo “nuovo” e gustoso prodotto che viene da molto lontano. “Qui bisogna prima spiegare cosa è la Puglia, poi cosa sono i tarallini, e solo dopo indicare quando e come si mangiano”, racconta divertita la neo imprenditrice. Tutto è iniziato dalle valige troppo pesanti al rientro dalle ¬vacanze da Brindisi. “Come ogni pugliese emigrata ogni volta che ero in partenza da Brindisi– spiega Barbara – tornavo in Inghilterra con le valige piene di pacchi di taralli e di altre cose da mangiare. All’aeroporto ai miei figli che piangevano davo sempre dei tarallini per accontentarli. È stata mia madre a suggerirmi l’idea di provare a farli a casa, un modo anche per sentire il mio paese più vicino. Non immaginavo che sarebbe diventato un business. Ed è iniziato tutto per gioco. Ora è una cosa seria”. Barbara ed Aidan hanno costituito un’azienda, hanno già due collaboratori: uno che si occupa del marketing e della comunicazione social per cercare di far conoscere questo prodotto in Inghilterra, e un addetto alla produzione .
“Io e mi marito lo consideriamo come il nostro quarto figlio – aggiunge la giornalista – e anche se è nato da poco tempo stiamo avendo le nostre prime soddisfazioni. I nostri figli sono un po’ gelosi perché dedichiamo tanto delle nostre giornate a questa attività”. I tarallini di Barbara vengono distribuiti nei bar e nelle caffetterie di Newcastle per accompagnare l’aperitivo, d’altronde in questa parte del mondo dalle 17 in poi invece del caffè durante gli incontri la gente offre un bicchiere di vino. E il tarallino accompagna benissimo la conversazione. Ma oltre che per l’aperitivo vengono acquistati soprattutto per la mensa a scuola dei bambini.
“Qui non è come in Italia – dice l’imprenditrice – i bambini a scuola posso anche portare il pranzo da casa e molti genitori comprano direttamente dalla nostra piccola fabbrica il prodotto. In questa prima produzione abbiamo creato delle monoporzioni che vengono messe dei cestini degli scolari. E sono molto apprezzati dai bambini”. La ricetta è quella tradizionale di un tempo. Barbara l’ha presa da un vecchio quadernone di ricette che sua nonna ha lasciato in dono a sua sorella, Ma un giorno durante la preparazione è accaduta una cosa strana, e lei è convinta che è stato un suo messaggio. “I primi tempi seguivo la ricetta del quadernone ma sono sempre stata convinta che fosse stata scritta da un’altra persona perché non era la calligrafia di mia nonna. Un giorno mentre preparavo l’impasto ho sbagliato le dosi, invece della bilancia ho utilizzato la caraffa. Una volta sfornati i tarallini sono usciti più buoni del solito, più friabili. E da quel momento in poi ho utilizzato sempre la ricetta sbagliata. Ho pensato che fosse stata la mano di mia nonna”. Barbara ed Aidan ci provano, hanno cambiato totalmente la loro vita.
Il giornalismo per Barbara resta la sua più grande passione, intanto riesce a ritagliare qualche ora di tempo per insegnare italiano in una piccola scuola per pensionati. Da qualche anno era diventata la sua nuova professione. Ma la vita è imprevedibile e da un giorno all’altro si è ritrovata in questa nuova avventura. “In pochissimo tempo abbiamo aperto l’attività – dice ancora– qui se vuoi aprire un’impresa ti mettono il tappeto a terra. In poco tempo danno tutte le autorizzazioni e l’assessorato delle Attività produttive mette a disposizione tutti i supporti per aiutarti nell’iter. Speriamo solo che il mercato risponda. A volte mi prende l’ansia perché si tratta pur sempre di un prodotto che in Inghilterra non conoscono e bisogna faticare il doppio. Ma siamo fiduciosi e le prime risposte sono entusiasmanti. Ci è già arrivata una grossa richiesta da un pub della Scozia che neanche conosciamo e che ci ha trovati su internet. Siamo ancora all’inizio”.