
Si sono svolti nel pomeriggio di ieri, 21 marzo, nella chiesa della Trasfigurazione di Taurisano, i funerali della donna polacca di 50 anni Aneta Danielczyk, uccisa a coltellate l nel pomeriggio dello scorso sabato dal marito 56enne Albano Galati, dal quale si stava separando.
Alle esequie, a cui hanno partecipato i quattro figli della coppia, molte donne si sono presentate con un nastro rosso al polso, per testimoniare l’impegno a lottare contro ogni forma di violenza di genere.
Durante la messa, monsignor Vito Angiuli, vescovo di Ugento – Santa Maria di Leuca, ha espresso vicinanza la vicinanza di tutta la comunità cittadina ai familiari della donna, precisando che “l’amore è dono e mai possesso” e che “amore e violenza non vanno mai d’accordo”.
Il killer, intanto, si trova nella casa circondariale di Borgo San Nicola, a Lecce: nel corso dell’interrogatorio di garanzia, in cui si è avvalso della facoltà di non rispondere, è stato convalidato il fermo e gli è stata applicata la misura della custodia cautelare in carcere.
Danielczyk, secondo quanto emerso dall’esame autoptico effettuato dal medico legale Roberto Vaglio, è stata attinta da almeno venti coltellate, inferte con un coltello da cucina e con un taglierino (rinvenuto spezzato nell’abitazione): quella letale ha reciso un’arteria del braccio destro.
Galati, che ha ferito anche la vicina nella cui casa la moglie si era rifugiata nel tentativo di sfuggirgli, dopo l’omicidio ha chiamato il 113 ma, una volta condotto in commissariato, si è addormentato, probabilmente in preda ai fumi dell’alcol, e ha asserito di non ricordare quanto aveva fatto.
La Giudice per le indagini preliminari Giulia Proto ha definito la personalità dell’uomo “violenta e cruenta, priva di freni inibitori e capace di perpetrare delitti della più inaudita gravità”.
Marina Poci
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