
Si è tenuta nella giornata di ieri, 28 marzo, davanti alla Giudice del Tribunale di Lecce Maria Francesca Mariano, l’udienza preliminare del processo che vede imputate sei persone per un tentativo di estorsione, aggravato dal metodo mafioso, ai danni di un imprenditore risultato vincitore di un appalto pubblico bandito dalla Provincia per il rifacimento del manto stradale di una bretella nel Brindisino.
Cinque di loro hanno scelto di farsi giudicare con rito abbreviato, procedimento premiale che comporta, in caso di condanna, lo sconto di un terzo della pena in concreto applicabile: si tratta di Lucio Annis (55 anni, di San Pietro Vernotico), Francesco Sisto (52 anni, nato a Mesagne ma residente a Brindisi), Salvatore Esposito (45 anni, di San Pancrazio Salentino), Massimo Magli (49 anni, di San Pietro Vernotico) e Andrea Cava (38 anni, di Erchie). Il sesto imputato è Tobia Parisi, sulla cui sorte (ovvero l’eventuale rinvio a giudizio) la Giudice si pronuncerà una volta che sarà discusso l’abbreviato per gli altri presunti correi. Tutti sono ritenuti appartenenti alla frangia mesagnese della Sacra Corona Unita.
La richiesta estorsiva, che era stata inizialmente avanzata da Esposito, conoscente personale dell’imprenditore, ammontava in un primo momento a 200mila euro, successivamente ridotti a 50mila. Gli imputati, inoltre, avevano tentato di imporre l’assunzione di un uomo di loro fiducia, garantendo in questo modo la protezione del clan sulle attività dell’azienda. L’inchiesta, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, è partita dalla denuncia dell’imprenditore che, coraggiosamente, malgrado il timore di ritorsioni, ha scelto di rivolgersi alle forze dell’ordine.
Marina Poci