Torre Regina e il suo funerale: la Woodstock brindisina, un sogno durato 20 anni

di Alessandro Caiulo

Nel corso di una lunga passeggiata nelle campagne a nord di Brindisi, un chilometro o poco più all’interno rispetto alla linea della costa adriatica, mentre ero alla ricerca delle tracce di basolato della antica via Traiana, proveniente dalla Masseria Scianolecchia, in agro di Carovigno, e diretto verso Apani, in agro di Brindisi, mi è capitato di scorgere in lontananza, un po’ più verso l’interno, oltre una grande distesa di terra coltivata a carciofi, un’antica torre merlata a base quadrata, che ha subito attirato la mia attenzione, distogliendomi dalla direzione prestabilita.
Man mano che mi sono avvicinato, appena ho cominciato a scorgere le tracce evidenti di vecchie scenografie tipo “Cinecittà” e, soprattutto, vedendo nella rimessa di una costruzione limitrofa, un vecchio carro funebre risalente alla metà del secolo scorso, facendo mente locale, mi sono reso conto che mi trovavo al cospetto di Torre Regina Giovanna, nei pressi della masseria Baccatani.
Anche se qualcuno la considera una torre costiera, il fatto che si trovi due chilometri all’interno esclude, a mio avviso, che possa rientrare, sic et simpliciter, in quella categoria, ciò anche laddove si dovesse ipotizzare che era stata posta a sistema con la vicina Torre di Guaceto per segnalare eventuali sbarchi ostili al Castello di Serranova; se infatti è vero, come sembra, che la sua costruzione risale al XV secolo, il fatto che abbia un centinaio di anni in più delle torre costiere poste sul litorale nord di Brindisi, farebbe cadere questa teoria, mentre rimane plausibile che fosse un torre fortificata a baluardo della antica masseria Baccatani. Il suo nome è dovuto, verosimilmente, alla dedica postuma a Giovanna d’Angiò, regina di Napoli, anche se da qualche parte se ne sosterrebbe, addirittura la sua committenza, il che ne farebbe slittare di un ulteriore secolo indietro l’edificazione. Certo è che in un passato più recente – come quasi tutto in zona da Baccatani fino a Carovigno, San Vito dei Normanni e San Michele Salentino – apparteneva alla nobile famiglia dei Dentice di Frasso, che la vendettero intorno al 1950.

Lasciati da parte questi brevi cenni storici, va detto che si tratta di un luogo cult per i giovani, molti dei quali oggi trentenni, quarantenni ed anche cinquantenni, che hanno frequentato questo parco eventi, soprattutto nelle sere di estate, dalla fine degli anni novanta fino a poco meno di quattro anni fa, quando fu disposta d’autorità la chiusura dell’attività legata agli eventi musicali, spettacoli e serate a tema che vi erano organizzate fra cui spiccava, appunto, il Funerale della Regina Giovanna.
Il funerale rappresentava una sorta di festa conclusiva della stagione dei concerti e il luogo veniva trasformato in un sorta di set cinematografico dove si metteva in scena la morte della regina, coinvolgendo anche il pubblico dei presenti. Il filo conduttore e, quindi, l’ambientazione, variava di anno in anno: stile messicano, gitano, cinese, gangster, fino all’indimenticabile Orecchiette & Western, la pantomina degli spaghetti western che già di per sé rappresentavano la pantomima dei film western americani, con l’attore brindisino Giovanni de Benedictis, in arte John Benedy, a fare la parte del leone. Un anno la regina fu impersonata, con tema evidentemente hard, ma sempre come pantomima e burla, da Ilona Staller, in arte Cicciolina. All’apice della festa conclusiva della stagione la regina moriva per poi rinascere l’estate successiva con altre feste, altri appuntamenti, tanto divertimento e con ospiti di assoluto prestigio anche internazionale.

Qualcuno ebbe a storcere il naso in quanto gli eventi erano organizzati a ridosso dell’antica torre, pensando che non si dovesse svolgere attività ricreativa ed organizzare eventi musicali a ridosso di un importante monumento; cionondimeno sempre più spesso, in tempi recenti anche dalle nostre parti, si cerca di far rivivere i monumenti e farli conoscere, proprio organizzando eventi attrattivi per i giovani e per i turisti.
Fu così che, nella prima decade di agosto del 2018 tutto ciò ebbe fine ed al locale, antica torre compresa, dopo un braccio di ferro con l’Amministrazione Comunale legato alla questione parcheggi, furono apposti i sigilli su ordine della magistratura che ipotizzava una sorta, quanto atipica, lottizzazione abusiva funzionale, cioè legata all’uso che era stato fatto del posto (uso, peraltro, regolarmente autorizzato da chi di dovere) e non su opere abusive, di poca rilevanza, che il Comune riteneva di aver riscontrato.

Rituffandoci nel recente passato, provo a descrivere questo luogo per come appariva quando era ancora nel pieno fulgore della sua attività, utilizzando molte delle parole con cui veniva presentato nella sua pagina ufficiale sul web: Torre Regina Giovanna è un discobar, completamente arredato con materiale originale anni ’50-’60, frutto di una ricerca in tutta Italia dei vari complementi d’arredo. Vere e proprie chicche sono disposte in giro in un’area di 50.000 metri quadri, all’interno della quale trovano spazio una vineria provvista di sali e tabacchi collocati al piano terra dell’antica torre da cui la località prende nome; al primo piano della stessa torre si possono ammirare TV e radio d’epoca, ai suoi piedi un bar stile anni sessanta con telefoni d’epoca, juke box, frigoriferi e latte smaltate delle varie marche di liquori, gelati e bevande in uso e moda durante quegli anni; in adiacenza un apàro adibito a dehors nel quale tavolini e sedie, utilizzate in vecchie produzioni cinematografiche, fanno bella mostra. Nello spazio dedicato alla gastronomia, gli arredi monotematici Birra Peroni gentilmente concessi dal vecchio stabilimento di Bari, fanno tornare alla mente i tempi della discesa in Italia delle nordiche bionde al servizio dell’emancipazione dei consumi. Al centro della località, davanti ad un autoricambi FIAT (bagni), un vecchio distributore di benzina in stile americano, affiancato da una casa cantoniera, fa da crocevia delle diverse direzioni possibili: barberia, farmacia, Stazione Baccatani Centrale, posto telefonico fisso, tutti “luoghi non luoghi” dove poggiare l’occhio e la mente subito dopo aver ammirato la vera star della fantastica location: una gigantesca quercia di cinque secoli ai piedi della quale trovano spazio ed energia gli spettacoli live di artisti e DJ internazionali, nella serata del sabato, divenuta ormai punto di riferimento ineguagliabile delle caldi notti dell’Alto Salento.

A questa descrizione, precisa e puntuale, ancora visibile sulla pagina facebook, ci sarebbe da aggiungere tanto altro ancora come, ad esempio, la presenza, fortemente ironica, oltre che iconica per le nostre zone, di un chioschetto fintamente adibito, come da provocatoria scritta a caratteri cubitali, a rivendita di “sigarette di contrabbando”.
Di tutto ciò rimane davvero poco, ma quel che è ancora visibile è sufficiente a far respirare a chi si trovi a passare, come me, per caso, un’aria da amarcord, tipico dei vecchi set cinematografici, in cui ognuno va indietro nella memoria ricordando, magari, film visti e rivisti durante la propria infanzia e giovinezza.

Sono riuscito a contattare il deus ex machina di Torre Regina Giovanna, Pierangelo Oliva, che ha dedicato più di venti anni della sua vita, non solo professionale, alla sua creazione e sviluppo.
Fortemente provato dalla vicenda e dalla piega giudiziaria che ha preso, ha poca voglia di abbandonarsi al ricordo dei “bei vecchi tempi”, quando, cioè, migliaia di giovani provenienti da ogni parte della regione ed anche da più lontano, non mancavano all’appuntamento dei sabati sera di estate. Si sente ingiustamente coinvolto in una vicenda davvero kafkiana, ma si è detto contento che si voglia raccontare della storia di Torre Regina Giovanna.
Pur non volendo passare per vittimista, pone alcune domande a cui è difficile dare una risposta: “ma se l’uso è sempre stato regolarmente autorizzato fino all’ultimo giorno, a chi dovrebbe essere contestato il tutto, o la larghissima parte della vicenda? Se fosse stato vero che a monte c’era una lottizzazione abusiva, poteva mai esistere l’attività che per 23 anni è stata svolta da Torre Regina Giovanna?” E, ancora, “se in tanti siti enormemente più rilevanti dal punto di vista storico e monumentale si fa un uso fruibile del bene, perché mai questo non può succedere in un sito altrimenti degradato come era, è e sarà Torre Regina Giovanna?”
Pierangelo continua affermando: “rivendichiamo orgogliosamente di essere stati un baluardo di controllo del territorio ed un esempio di valorizzazione dello stesso”.

Si trova certamente più a suo agio quando gli chiedo di indicare gli eventi e gli artisti più importanti che ha ospitato a Torre Regina Giovanna e comincia a sciorinarli, a memoria, uno dietro l’altro: “Skunk Anansie, Cat Power, Litfiba, Subsonica, Caparezza, Mannarino, Silvestri, Gazzè, Bertè, PFM, Elio e le Storie Tese, Gualazzi, Neffa, Zilli, Avitabile, Senese, Sergio Caputo, Nicola Arigliano, Tiromancino, Alex Britti, Bobo Rondelli, Colapesce e di Martino, 99 Posse, Willye Peyote, Roy Paci, Gorillaz, Peggy Gou, Kochani Orchestar, Boomdabash, Sizla, Mariana de Moraes, sono solo una parte dei live prodotti, mentre nell’anno in cui ci hanno chiuso stavamo per annunciare Liam Callagher, e tutto questo senza alcun contributo pubblico. Ma le produzioni più grosse, gli eventi di cui andar fiero erano le grandi feste ideate di sana pianta che rendevano Torre Regina il faro dell’entertement pugliese: le notti della Taranta, il Funerale della regina Giovanna, il Farfly, il Gypsyland, O miracolo, l’Hortus Folk Festival, il Rock and Roll Party, e sopratutto il Pascaredda Spring Festival, che era il festival più grosso di tutto il Sud Italia, peraltro destagionalizzato, ed è da questo che sono poi nati tutti i nostri problemi”.
Il riferimento, con un malcelato velo di malinconia, alle istituzioni ed alla politica locali, è sembrato più che evidente in quest’ultimo passaggio.

L’unica voce autorevole che si mosse a suo tempo, in favore di Torre Regina Giovanna con riferimento alle polemiche che sorsero sull’utilizzo di quegli spazi per concerti ed eventi estivi con grande partecipazione di pubblico giovanile, fu l’allora presidente della Provincia, Domenico Tanzarella, che auspicò apertamente che si potesse andare incontro a tutte le esigenze, sia da parte dei privati che da quella degli amministratori pubblici e dell’utenza: “La zona di Torre Regina Giovanna rappresenta per me il luogo ideale e uno dei più idonei del territorio per essere utilizzato come sito per eventi musicali o comunque ludici, dedicati ai tanti giovani che vivono nel nostro contesto o che, in qualità di turisti, trascorrono parte delle loro vacanze nel territorio regionale e brindisino in particolare. E’ un luogo, infatti, lontano dai centri abitati e per questo motivo non è motivo di nocumento alla popolazione che preferisce vivere l’estate in maniera del tutto tranquilla e avulsa da rumori assordanti. Tuttavia, è necessario una volta per tutte eliminare tutte le criticità che quel luogo mette in mostra prima e dopo la programmazione di particolari eventi, come l’assenza di una corretta illuminazione pubblica, la persistenza di una viabilità precaria, l’assenza di un parcheggio adeguato. Questo sia per fornire un minimo di sicurezza e anche per evitare l’erogazione di un’infinità di permessi e di prescrizioni da rispettare da parte degli organizzatori, su sollecitazioni del Comune di Brindisi e della Questura. E anche per evitare di procedere con soluzioni non definitive ma sempre connotate dalla precarietà o ancora con prese di posizione di questo o quell’altro consigliere comunale o soggetto politico. E’ quindi necessario proporre un progetto di riqualificazione dell’area, programmato e da realizzarsi con finanziamenti pubblici e privati, al fine di dare alla città di Brindisi un luogo sicuro, attrezzato e ben organizzato per ospitare le migliaia di giovani che affollano gli eventi lì organizzati, attraverso anche l’inserimento nel piano commerciale del Comune di Brindisi della possibilità di prevedere il rilascio di idonee licenze commerciali ai gestori di Torre Regina Giovanna per la somministrazione di cibo e bevande ”.

Ma l’essere rimasti sordi a questo invito e la mancanza di dialogo, portò di lì a poco alla fine di un sogno, che per lungo tempo era sembrato realizzarsi, di un uomo geniale quale è Pierangelo Oliva e della sua equipe di professionisti del settore, che avevano creato praticamente dal nulla un qualcosa di assolutamente innovativo e, probabilmente irripetibile, che vedeva Brindisi, qual novella Woodstock, al centro delle attenzioni dei giovani di una intera regione.