
Sono ancora poco chiare le circostanze che hanno determinato la morte di Alessio Giannaccari, il ventenne leccese il cui corpo è stato rinvenuto lungo i binari della stazione Holendrech della metropolitana di Amsterdam: è notizia di oggi, 22 marzo, il ritrovamento, nelle vicinanze del giovane, di una sim card intestata al padre e in uso al ragazzo. Manca però il telefono che, nonostante le ricerche, la Polizia non ha ancora trovato. Documenti e portafogli, invece, erano nell’abitazione nella quale Alessio viveva in condivisione con altri ragazzi.
Intanto, oltre all’esame del DNA, per i cui esiti ci sarà da attendere qualche giorno (o settimana, forse), sono stati disposti l’autopsia, che potrebbe già essere stata effettuata, e gli esami tossicologici.
Sebbene non vi siano molti dubbi sul fatto che il ragazzo sia stato travolto da un convoglio in corsa, le nuove informazioni potrebbero far propendere per la tesi della rapina finita male, a seguito della quale il giovane potrebbe essere stato spinto sui binari, o essere incappato in un treno nel tentativo di sfuggire al rapinatore.
Giannaccari, figlio unico di un imprenditore nel settore della ristorazione e di un’avvocata, si trovava in Olanda perché, dopo il diploma al liceo Siciliani di Lecce (dove è stato esposto uno striscione con la semplice scritta “Ciao Alessio“), aveva optato per un’esperienza lavorativa all’estero.
Marina Poci
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