Vigile derubato mentre pregava al santuario di Jaddico: “Grazie a chi mi ha restituito il borsello”

Brindisi – Derubato durante una sosta al santuario di Jaddico per pregare. E’ accaduto lo scorso 5 ottobre a un ispettore della polizia locale di Brindisi, Vincenzo Leo. Qualcuno, fingendo di necessitare di informazioni stradali, lo ha distratto mentre qualcun altro frugava nell’abitacolo della sua autovettura. Il borsello pieno di documenti ma non di soldi che era stato asportato, è stato poi ritrovato nei pressi dell’ospedale e restituito al proprietario dai volontari dell’associazione “Croce Amica” di Mesagne che l’ispettore Leo ha voluto ringraziare, sollevando al contempo una questione di sicurezza nei pressi del santuario per cui potrebbe rivelarsi necessaria l’installazione di telecamere di videosorveglianza.

Ecco la sua lettera:

“Sono Vincenzo Leo, ispettore della polizia locale, e sento il dovere di raccontare una vicenda a me accaduta lo scorso 5 ottobre al fine di allertare i cittadini su un potenziale rischio di venir derubati, ma sopra ogni cosa, per un sentimento di gratitudine verso una persona, doppiamente meritevole, per la sua attività e per il suo
comportamento virtuoso. Il fatto: di rientro da Bari, dove mi ero recato per motivi di salute, mi sono fermato, come sempre faccio, presso il Santuario della Madonna di Jaddico, cui sono devoto, venendo fermato da un individuo, con ogni probabilità originario di un paese dell’Est, il quale allarmato per aver perso la strada mi chiedeva indicazioni per raggiungere la Selva di Fasano (solo più tardi avrei capito che era un modo per dare più tempo ai suoi complici per operare nell’abitacolo della mia macchina). Salutato il personaggio mi sono serenamente messo in auto e rientrato a casa.
Dopo alcune ore ricevo una chiamata dal mio comando di polizia locale che mi comunicava il ritrovamento di un mio borsello da parte di un cittadino di Mesagne che poi ho scoperto essere un operatore della Croce Amica per l’appunto di Mesagne. In quel borsello custodisco tutti i miei documenti: dalla carta di identità, alla tessera sanitaria, dal bancomat alle carte di credito: insomma, tutto quello che serve per interagire con l mondo, virtuale e reale… un bel danno!
Ripresomi dallo stupore, in quanto sino ad allora non mi ero accorto di nulla, ho immediatamente cercato di individuare il mio benefattore del quale avevo solo il nome di battesimo “Antonio”. Così ho chiamato la “Croce Amica” e mi ha risposto la gentilissima Sara Diviggiano, che ci ha tenuto a passarmi il presidente Ugo Calò, che ha confermato, non senza un velo di emozione, che lo spirito dell’associazione è esattamente quello interpretato dal loro operatore di cui ho finalmente potuto conoscere il nome per intero, Antonio Andriulo che ho sentito al telefono e spero di incontrarlo quanto prima. Lui, dopo essersi schernito e aver minimizzato il bel gesto mi ha raccontato di aver trovato il borsello nei pressi dell’ospedale dove probabilmente non trovandovi denaro contante i malfattori se ne sono disfatti.
Concludendo, grande merito al caro Antonio e un monito per chi frequenta la Chiesa di Jaddico dove non è improbabile che venga reiterata la squallida prassi di approfittare di un momento di raccoglimento e di fede per mettere a segno loschi piani, al di là del ruolo istituzionale che nei limiti consentiti è e rimane a disposizione del Santuario, mi permetto di suggerire a chi di competenza e se consentito l’installazione di videocamere che possano fungere, almeno, da deterrente per analoghe e spiacevoli circostanze”.



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