di Gianmarco Di Napoli per il7 Magazine
E’ stato riconosciuto colpevole di violenza sessuale aggravata nei confronti due sue pazienti: il ginecologo Salvatore Oscar Lapenna, originario di Gallipoli, ma con studio a Brindisi e già dirigente medico del reparto di Ostetricia dell’ospedale Perrino, è stato condannato a quattro anni e due mesi di reclusione, beneficiando della riduzione di un terzo sulla pena prevista per il rito abbreviato. La pubblica accusa aveva chiesto la condanna a sei anni e otto mesi di carcere.
La Penna è stato interdetto dai pubblici uffici per la durata di cinque anni, interdetto in perpetuo da ogni ufficio attinente alla tutela, alla curatela e all’amministrazione di sostegno, ed è stato sospeso dalla professione medica per la durata di sei mesi. La sua posizione ora passa al vaglio dell’Ordine dei medici di Brindisi per eventuali, ulteriori, provvedimenti.
Il processo è nato dalla denuncia di due pazienti di La Penna che hanno raccontato di essere state molestate sessualmente nel suo ambulatorio brindisino, una nel dicembre 2019 e l’altra nel febbraio 2020. Le due donne, una mesagnese di 37 anni e una brindisina di 48, sono state ascoltate con incidente probatorio al quale hanno partecipato anche i consulenti dell’imputato nel mese di giugno 2020.
Il primo episodio denunciato risale al 12 dicembre 2019 quando La Penna avrebbe abusato della paziente, distesa sul lettino divaricatore per sottoporsi a visita ginecologica per forti dolori alle ovaie e perdite ematiche conseguenti a taglio cesareo praticato dallo stesso medico alcuni mesi prima. Durante la visita il medico avrebbe fatto dei movimenti non previsti dal protocollo medico, prima dicendo frasi volgari tipo “a letto sicuramente sarai una donna molto attiva” e poi, dopo aver inserito una sonda, compiendo abusi di natura sessuale. La donna, rimasta scioccata da quanto le stava accadendo ha raccontato che il medico le provocò un forte dolore, insistendo nonostante le sue reazioni di sofferenza e incredulità, dicendole che era normale sentire il dolore.
La seconda violenza sessuale sarebbe avvenuta nell’ambulatorio il 25 febbraio 2020. La paziente, distesa sul lettino, doveva sottoporsi a una ecografia pelvica, propedeutica all’eventuale asportazione di un fibroma. La Penna non avrebbe applicato il gel come previsto sull’ecografo, iniziando un’ispezione non ginecologica, sostendo che invece faceva parte del controllo e insistendo nonostante la reazione della paziente.
Nel corso del processo le due vittime (assistite dagli avvocati Paolantonio D’Amico e Raffaele Lomartire) non sono mai comparse in aula, avendo valore assoluto le dichiarazioni rese con le garanzie dell’incidente probatorio. Sempre presente in aula invece La Penna (assistito dall’avvocata Elvia Belmonte). Nel corso del suo esame ha ribadito la sua innocenza, sostenendo che quelle accuse sarebbero state il frutto di una macchinazione della sua ex moglie, anche lei ginecologa.
Il Gup Vittorio Testi lo ha condannato anche al risarcimento delle parti civili che sarà determinato in separata sede e al pagamento delle spese processuali.
La Penna, per anni ginecologo tra i più quotati della provincia di Brindisi, era balzato agli onori delle cronache quasi tre anni fa per un episodio bizzarro: era stato denunciato dai carabinieri del Nas perché sorpreso a esercitarsi in sala operatoria con bistecche e polli. Stava suturando, durante l’orario di lavoro, nell’ospedale Perrino, pezzi di pollo e di bovino alla presenza di altre persone. I carabinieri lo denunciarono per peculato, abuso d’ufficio e truffa aggravata ai danni della Asl. L’aziend sanitaria lo sospese per due mesi e poi fu reintegrato.