Dopo quasi 47 anni dall’omicidio di Benedetto Petrone, l’operaio comunista diciottenne ucciso a Bari il 28 novembre 1977 in un’operazione di squadrismo fascista compiuta da militanti del Movimento Sociale Italiano, alcuni nuovi nomi sarebbero stati iscritti nel registro degli indagati: si tratterebbe dei presunti complici dell’esecutore materiale, Giuseppe Piccolo, che fu condannato in appello a una pena di 16 anni di reclusione e si suicidò in carcere due anni dopo la sentenza di secondo grado.
Al momento non sono ancora noti il numero e l’identità dei nuovi indagati: si tratta comunque delle persone che erano accanto a Piccolo quando questi rincorse e accoltellò Petrone in Piazza Prefettura.
Nel luglio 2023, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bari Angelo Salerno, respingendo la richiesta di archiviazione del fascicolo aperto nel 2017, avanzata dalla Procura, aveva ordinato nuove indagini sulla scorta della considerazione che l’omicidio Petrone, per via delle contestate aggravanti della crudeltà e dei futili motivi, non potesse considerarsi prescritto.
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