Voto di scambio alle ultime elezioni a Brindisi: la Procura apre un’inchiesta

Voto di scambio: con questa ipotesi di reato la Procura di Brindisi ha aperto un fascicolo, al momento a carico di ignoti, per accertare se sia vero, come emerso da alcune intercettazioni telefoniche e ambientali, che durante le amministrative del 2023 per l’elezione del sindaco e del Consiglio comunale di Brindisi, un certo numero di voti siano stati pagati 30 euro ciascuno attraverso il presunto capo di una di una banda specializzata nei furti d’auto.
La vicenda è emersa proprio nel corso di un’altra indagine condotta dai Carabinieri di Brindisi, quella che ha portato nei giorni scorsi all’emissione di cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di un gruppo di brindisini accusati di furti d’auto e cavalli di ritorno.
Al vertice dell’organizzazione viene ritenuto esserci Vincenzo Corsano, 53 anni, soprannominato Chiavolla. E sarebbe proprio lui il personaggio che, su incarico di un politico non ancora identificato, avrebbe pagato trenta euro ad elettori reclutati al quartiere Sant’Elia che si sarebbero prestati a votare la persona indicata.
Per certificare il rispetto dell’impegno, era necessario inviare una foto scattata con il tekefon8ni nel seggio elettorale che confermasse la preferenza.
Proprio la discussione sul mancato rispetto dell’impegno di alcuni che avevano incassato i trenta euro producendo foto non autentiche ha fatto accendere i fari della procura sulla vicenda.
L’indagine riguarda non solo la possibile compravendita di voti nella prima tornata elettorale, ma anche quella di due settimane dopo per l’elezione del sindaco al ballottaggio.
L’inchiesta potrebbe partire proprio dall’esame di Corsano sia nelle vesti di persona informata dei fatti o di possibile indagato, ipotesi di reato quest’ultima che non gli è stata ancora contestata.
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