Proprietari di yacht, anche di lusso, battenti bandiere straniere avrebbero nascosto al fisco italiano le proprie imbarcazioni da diporto, in alcuni casi omettendo del tutto la dichiarazione dei redditi. I finanzieri della stazione navale di Bari e delle sezioni operative navali di Gallipoli, Brindisi e Manfredonia hanno individuato 32 imbarcazioni da diporto battenti bandiera estera, ma di fatto appartenenti a cittadini italiani e, per 21 di queste (7 con bandiera polacca, 5 con quella belga e 9 con quella francese), la mancata compilazione del quadro RW della dichiarazione dei redditi da parte dei rispettivi titolari, per un valore complessivo di circa 2,3 milioni di euro.
Si tratta del «fenomeno del flagging out – spiegano i militari – definito in economia marittima come il processo intrapreso da proprietari e armatori di yacht che, al fine di contenere i costi complessivi di gestione di una unità navale, ricercano registri navali esteri per conseguire una riduzione delle voci di spesa relative, ad esempio, alle dotazioni di sicurezza, equipaggiamenti, assicurazioni e imposte. Pertanto, molti possessori di imbarcazioni da diporto hanno preferito emigrare, solo sulla carta, verso registri navali esteri, dismettendo così la bandiera nazionale, nel tentativo di realizzare una notevole riduzione dei costi di gestione e, in alcuni casi, di nascondere il possesso delle imbarcazioni (spesso di lusso), al fisco italiano».