Venticinque anni senza Big Elio, il più grande di tutti

Quando arrivò nelle redazioni la notizia della morte di Elio Pentassuglia il mondo sembrò fermarsi. Elio infatti non era solo l’allenatore di basket, ma un personaggio la cui poliedricità aveva conquistato tre generazioni di persone in tutte le città in cui aveva lasciato la sua firma, sportiva e umana: Brindisi, naturalmente, ma anche Rieti (soprattutto) e poi Napoli e Varese.

Quel 31 ottobre di 25 anni fa internet non esisteva ancora, le comunicazioni giungevano via telefono o via fax eppure quella tragica notizia fece il giro dell’Italia in pochi minuti. Quando ancora l’auto a bordo della quale stava facendo rientro a casa sua, a Brindisi, nel rione Mattonelle, era accartocciata nei pressi di Monopoli. All’epoca non esisteva il new jersey a separare le carreggiate della Ss 379 e sulla Brindisi-Bari si moriva di continuo.

Un quarto di secolo dopo, Big Elio è ancora vivo nel ricordo di tutti, grazie anche al palasport che gli è stato dedicato, ma soprattutto all’affetto indelebile che i suoi allievi hanno avuto cura di tramandare.

In tanti ricorderanno oggi le sue imprese sportive (tra cui il premio come allenatore dell’anno nel 1969 e la coppa Korac con Rieti). Noi vogliamo raccontarlo attraverso la persona al mondo cui era più legato, la sorella Liliana, che il direttore di Senza Colonne News ha intervistato lo scorso anno.