MANFREDONIA 2
BRINDISI 1
MANFREDONIA: Leo, Granatiero, D’Arienzo, Bernardo (dal 62° De Vita), D’Ambrosio, Cuomo, Coccia, Romito, Lacarra, Palazzo, Portosi (dal 19° Arrigò). In panchina: De Gennaro, Sollitto, Corbo, Totaro, Balestrieri. Allenatore: Francesco Cinque
Brindisi :Peschechera, Iaboni, Cacace, Sicignano, Liotti, Favia (dall’80° Tedesco), Marsili, Loiodice, Pellecchia, Albano, Fella (dal 90° Greco). A disposizione: Novembre, Patti, Bove, Martinelli, Iaia. Allenatore: Andrea Manco al posto dello squalificato Totò Ciullo.
Arbitro: Marchese di Cosenza, assistito da Cappiello e Santarsia di Matera.
Marcatori: nel secondo tempo al 13° Pellecchia (BR), al 18° Arrigò (MA) ed al 25° De Vita (MA).
Note: spettatori 1.500 senza rappresentanza ospite per divieto del prefetto di Foggia; espulso al 92° Lacarra del Manfredonia
Una serie incredibile di errori sottoporta, soprattutto ad opera di Diego Albano e Beppe Fella, una eclatante papera di Peschechera in occasione del gol del pareggio del Manfredonia, una cattiva e ritardata gestione dei cambi da parte della panchina biancazzurra, condita da una incomprensibile rassegnazione con cui più di qualche calciatore ha affrontato gli ultimi minuti di gioco, condannano il Brindisi a perdere una partita dominata per oltre un’ora.
Inspiegabile, anche, la scelta – direi l’incaponimento – di giocare con cinque under in campo, in luogo dei quattro obbligatori, sacrificando, fra l’altro, in panchina tutti quanti i calciatori “made in Brindisi” quando logica avrebbe voluto che, stante l’assenza di Gambino, far cadere la scelta offensiva sulla coppia d’attacco Albano-Tedesco, che già nello scorso campionato ha fatto vedere tante cose buone con il supporto determinante di Saverio Pellecchia, l’unico che a Manfredonia ha dimostrato sangue freddo in fase conclusiva e non a casa è stato l’autore del temporaneo e meritato vantaggio del Brindisi.
E’ un vero peccato perchè, nonostante tutto e nonostante le assenze pesanti dello squalificato Gambino e dell’influenzato De Martino, con un po’ più di freddezza in fase conclusiva e meno supponenza in fase difensiva questa partita si sarebbe tranquillamente vinta e si sarebbe potuti volare sulle ali dell’entusiasmo invece che tornare, per la terza volta dall’inizio della stagione, a casa con le ossa rotte.
Veniamo alla cronaca della gara: già nei primi minuti di gioco il Brindisi appare estremamente sprecone: non sono passati nemmeno 10 minuti di gioco quando Fella, dopo una buona sgroppata si presenta al limite dell’area e invece che appoggiare sulla destra al liberissimo Albano o angolare il tiro tira fiaccamente nelle mani del portiere di casa.
Alla mezzora Albano, dopo una ribattuta della difesa, si riappropria del pallone al limite dell’area e serve un pallone d’oro a Fella che anziché tirare di prima intenzione cerca di controllare il pallone, se lo allunga troppo e poi da posizione orami defilata spara un tiraccio da dimenticare.
Al 40° l’apoteosi delle occasioni perse, sempre sull’asse Albano-Fella, con Fella che mette al centro dell’area un ottimo pallone rasoterra per l’accorrente Albano che da non più di tre metri dalla porta spalancata cicca clamorosamente il pallone..
Poteva essere due o tre a zero per il Brindisi ma si va al riposo sullo 0 a 0.
Al 13° della ripresa, dopo un paio di occasioni clamorosamente mancate, Pellecchia prova la bomba dal limite dell’area il portiere risece a respingere centralmente, ancora Pellecchia alla conclusione che questa volta brucia l’estremo difensore sipontino proteso invano in tuffo sulla propria destra: è il meritatissimo vantaggio per gli ospiti.
Il Brindisi potrebbe chiudere la partita ma sbaglia ancora un paio di ghiotte occasioni quando, dopo nemmeno 5 minuti, Peschechera sbaglia completamente i tempi di una facile uscita su un pallone allungato dal centrocampo sipontino ed il pallone termina beffardamente in rete con l’autore del gol, Arrigò, quasi incredulo per il gradito dono del portiere avversario.
Pochi minuti dopo Albano potrebbe riportare il Brindisi in vantaggio ma su un traversone morbido di Loiodice dalla sinistra, di quelli – per intenderci – che Gambino manda sempre in fondo al sacco, c’è la testa di Diego Albano che da un paio di metri dalla linea di porta colpisce male e manda alto.
Pochi minuti dopo la frittata è fatta; su una ripartenza Palazzo percorre palla al piede la fascia destra del campo e mette al centro un pallone non irresistibile che De Vita, non contrastato da nessun avversario e nemmeno dal portiere, appoggia facilmente di testa in rete.
Mancano ancora venti minuti al termine della gara e logica vorrebbe che la squadra in svantaggio metta mano ai cambi per invertire il risultato, ma dalle parti della panchina biancazzurra tutto tace fino all’80° quando si decide di mettere in campo Tedesco al posto del mediano Favia ed occorre attendere addirittura il 90° per vedere in campo il match winner di domenica scorsa, Niccolò Greco al posto del deludente Fella, ma è ancora Albano, in pieno recupero, a mandare fuori da posizione leggermente defilata sulla destra il pallone del possibile pareggio.
È una sconfitta che, per come è giunta, è difficile da digerire, anche perchè raffredda parecchio l’entusiasmo che si era creato attorno alla squadra ed anche le tre sconfitte consecutive in trasferta, Monopoli, Metapontino e Manfredonia, per quante attenuanti si possano cercare e trovare di volta in volta, non possono essere un caso e stanno a significare che evidentemente, lontano dalle mura amiche, il Brindisi è un lontano e brutto parente di quella squadra brillante e volitiva che tanto si è fatta apprezzare al Fanuzzi contro il Taranto, il Marcianise ed il Vico Equense.
Ora il Brindisi che domenica scorsa era virtualmente primo in calssifica (senza il punto di penalizzazione), in ragione della radiazione del Nardò, che l’ha privato di tre punti conquistati, e della sconfitta odierna, è scivolato addirittura fuori dalla zona play off ed anche se ha una gara da recuperare rispetto a quattro delle cinque formazioni che la precedono in classifica, la botta psicologica è forte davvero e si dovrà lavorare molto su questo in vista delle prossime due gare, quella interna col Mariano Keller e quella in campo neutro a Bisceglie, in cui pur senza super Gambino, ancora squalificato, si dovrà vincere per continuare a dare un senso a questo campionato.
Alessandro Caiulo