AKRAGAS 2
BRINDISI 0
Akragas: Zelletta, Fontana, Paladino (dal 62° Costa), Giuffrida, Vindigni, Astarita, Bonaffini, Caci, Saraniti, Savanarola, Parisi. In panchina: Lomona, De Rossi, Aprile, Leanza, Pellegrino, Assenzio, Arena.
Allenatore: Pino Rigoli
Città di Brindisi: Peschechera, Iaboni, Liotti, De Martino, Bove (53′ Favia), Patti, Loiodice, Marsili, Gambino, Greco (dal 62° Fella), Tedesco (dall’85° Pellecchia). In panchina: Novembre, Akuku, Vantaggiato, Iaia, Martinelli, Albano. Allenatore: Totò Ciullo
Arbitro Celentano di Torre Annunziata coadiuvato da Punziano e Agata di Napoli
Marcatori: nella ripresa al 31° Savanarola, al 91° Costa
Note: spettatori circa 1.200 di cui una trentina provenienti da Brindisi; espulso all’80° De Martino per doppia ammonizione
Il Brindisi, nonostante abbia dominato in campo per 75 minuti, esce immeritatamente sconfitto dall’Esseneto e deve dare l’addio alla competizione tricolore.
Cinico e fortunato l’Akragas, capace di capitalizzare al massimo quel poco che gli avversari gli hanno consentito di fare anche se va evidenziato subito che oltre alla clamorosa traversa colta al 25° del primo tempo da Bove ed il rigore nettissimo negato dall’arbitro per un fallo di mano a braccia staccate dal corpo da parte di Vindigni che evita così che il pallone finisca sui piedi di Gambino, il Brindisi deve recriminare anche per una occasionissima da gol capitata al 75° sui piedi di Mino Tedesco che, liberato in area da una magia di Loiodice, ha tirato dall’altezza del dischetto di rigore ma il portiere girgentino Zelletta si è guadagnato la pagnotta salvando la propria porta dalla capitolazione.
Ed è proprio sulla ripartenza da quell’azione sfortunata che l’Akragas è riuscito a passare in vantaggio con Savonarola che ha capitalizzato un’azione che ha trovato assolutamente impreparata la difesa biancazzurra, orfana oltre che degli squalificati Davide Cacace e Pietro Sicignano, anche di Francesco Bove infortunatosi ad inizio ripresa.
All’80° la frittata è completata dall’ennesimo fallo commesso da De Martino che gli è costato il secondo cartellino giallo e la via degli spogliatoi con il rosso sul groppone.
A tempo scaduto l’ingiusto gol del raddoppio dei padroni di casa con il neo entrato Costa.
Ma l’analisi della sconfitta non sarebbe completa né veritiera se non ci si soffermasse un momentino anche sulla prestazione opaca di capitan Giuseppe Gambino, apparso sotto tono e con le polveri bagnate, evidentemente sopraffatto dall’emozione di dover giocare contro la squadra della sua città.
Per quanto riguarda i cambi operati da mister Ciullo, il primo è stato assolutamente obbligato in quanto infortunatosi Bove, adattato a difensore centrale, e non essendovi altri centrali di difesa in panchina, ha fatto entrare al suo posto il mediano Danilo Favia spostando al centro della difesa Raffaele De Martino; anche la sostituzione di Niccolò Greco con Beppe Fella, entrambi del 1993, entra nella logica delle cose, qualche dubbio, invece ha suscitato l’ingresso in campo dell’acciaccato Saverio Pellecchia al posto di Tedesco sull’1 a 0, in quanto tenuto conto di quello che si era visto in campo fino a quel momento, ci si sarebbe attesi, al limite, l’uscita di Gambino per Diego Albano.
Ma ormai è andata e bisogna subito scrollarsi di dosso la delusione ed il magone per questa eliminazione dal momento che già incombe la tredicesima giornata di campionato e domenica il Brindisi sarà impegnato contro il Bisceglie in una gara che verrà disputata a porte chiuse ed in campo neutro per la squalifica da parte del Giudice sportivo dell’impianto di gioco dei baresi.
Alessandro Caiulo