Si dimette anche Carbonella: continua la “maledizione di Tutankhamon” del Brindisi

Enzo Carbonella non è più il Direttore Generale di Brindisi, avendo presentato le proprie dimissioni, prontamente accettate dalla società e tutto questo in un momento decisamente non dei migliori che sta attraversando la massima espressione calcistica della provincia messapica.
Sembra una maledizione in piena regola, di quelle in stile Tutankhamon per intenderci, quella che puntualmente in questo periodo colpisce il calcio biancazzurro e, infatti, sono anni che, a cavallo fra l’autunno e l’inverno, gli sportivi brindisini amanti dello sport della pedata vivono il periodo di maggior angoscia e prostrazione in quanto i sogni di gloria coltivati ad inizio stagione si vengono a trasformare nei più terrificanti degli incubi che un tifoso di calcio possa avere.

E’ accaduto alla fine del 2010 quando, nel Football Brindisi 1912 targato Pupino e Galigani che militava in Lega Pro e che dopo le prime partite della stagione aveva addirittura raggiunto la vetta solitaria della classifica, si assistette ad una sorta di ammutinamento in massa della ciurma, composta dai vari Moscelli e Ceccarelli che il 19 dicembre di quell’anno, in occasione della ormai tristemente nota partita contro la Vibonese, misero in campo una delle più clamorose sceneggiate mascherate da partita di calcio a cui si sia mai assistito e della vicenda si interessò anche la Procura Federale a seguito di un esposto-denuncia presentato dall’allora presidente Vittorio Galigani che accusò i sui stessi calciatori di combine per l’assoluta mancanza di impegno; ma era solo la punta di un iceberg che presto avrebbe travolto mortalmente, sotto una valanga di debiti, la un tempo florida società fondata appena sei anni prima da Barretta, Ferrarese, Mazzarella e Bagnato.

Nell’autunno del 2011 la neonata Ssd Calcio Città di Brindisi, del presidente Roberto Quarta e dei Consiglieri Giuseppe Roma e Guido Sernicola, che si era affidata su input dell’allora Sindaco di Brindisi Domenico Mennitti ad uno staff tecnico da amarcord per il pubblico di fede biancazzurra, vale a dire Gigi Boccolini, Diego Giannattasio e Aldo Sensibile, dopo aver iniziato in maniera ottimale il campionato stazionando nei primi posti della classifica, visse il primo grosso trauma della sua storia con la feroce contestazione nei confronti del direttore Sensibile, i litigi fra soci a seguito dell’ingresso in società di nuove forze economiche, come l’ing. Annino De Finis e Roberto Galluzzo, subito in rota con il presidente Quarta, che portarono in breve oltre alla dimissioni in massa dello staff tecnico, di lì a pochi giorni, anche all’uscita di scena dello stesso Quarta, il tutto in un clima di contestazione da parte dei tifosi verso la nuova dirigenza non proprio ideale per pensare solamente al calcio giocato.

Sul finire dell’autunno del 2012, a metà dello scorso campionato, dopo un avvio più che incoraggiante, altri tragici scontri fra soci, contestazioni dei tifosi, una serie impressionate di sconfitte consecutive che fecero precipitare la squadra dal secondo posto in piena bagarre per non retrocedere, l’allontanamento dell’allenatore, un altro uomo simbolo del calcio brindisino, vale a dire Mino Francioso, il capitano dell’unico trofeo tricolore conquistato dal Brindisi nella sua centenaria storia, ed ancora debiti che nessuno voleva pagare e che fecero temere un altro imminente fallimento scongiurato, ad inizio primavera, solo dalla venuta del presidente Flora dopo l’utile periodo di “interregno” e di transizione guidato da Casale.

In questa stagione tutto sembrava rose e fiori, buona squadra, grande pubblico, bello spettacolo in campo e sugli spalti, secondo posto in classifica e poi, con l’avanzare dell’autunno, i primi fulmini a ciel sereno scagliati nel corso di una diretta televisiva in cui era ospite il presidente Flora dal direttore generale, Enzo Carbonella che fu, poi, anche sospeso per una decina di giorni a seguito di quell’episodio; la squadra ha perso il suo smalto, il pubblico è via via diminuito, i risultati in campo hanno subito un calo spaventoso, sono andati via alcuni giocatori come Patti, Albano, De Martino, Marsili, Vetrugno ed anche capitan Tedesco ed è tornata, puntuale, anche la contestazione da parte dei tifosi sentitisi presi in giro dal mancato impegni di molti giocatori che in campo anziché lottare sembravano passeggiare indifferenti e che nell’ultima trasferta, quella in terra dauna contro il San Severo, hanno fatto davvero una figura barbina perdendo senza alibi contro l’ultima in classifica.

È storia di ieri, come abbiamo detto in apertura, la presentazione delle dimissioni da parte di Enzo Carbonella, ormai in rotta con il presidente Flora, e, infatti le dimissioni sono state immediatamente accettate dalla società.
Ma il campionato in corso, che è ancora aperto dal momento che la classifica è tutt’ora molto corta, va onorato fino in fondo ed il Brindisi è attualmente al quinto posto, l’ultimo utile per conquistare una piazza per i play off, sia pure in coabitazione con un nugolo di altre squadre, per cui sarebbe un peccato gettare la spugna senza aver lottato fino alla fine per il raggiungimento di un risultato che restituisca almeno un po’ di dignità al bistrattato calcio cittadino.
Questo pomeriggio, alla ripresa degli allenamenti, c’è stato un incontro fra una delegazione formata da una cinquantina di tifosi e la squadra: mister Ciullo ha assicurato d’ora in poi il massimo impegno dei suoi uomini per onorare al meglio il campionato e cercare di centrare quanto meno l’obiettivo dei play off; obiettivo- e questo l’aggiungo io – che per il Brindisi può essere considerato non come un obiettivo di prestigio ma, davvero, il minimo sindacale.

Staremo a vedere, aspettando il ritorno al gol di Gambino e l’inserimento dei nuovi innesti se già in occasione del prossimo turno interno, contro la Puteolana, si vedrà in campo un Brindisi voglioso di far risultato, in luogo di quello abulico fino ad essere irritante visto all’opera per larghi tratti nelle ultime uscite contro Bisceglie, Turris, Francavilla e San Severo che sono costati la perdita di ben 9 dei 12 punti a disposizione, che sono poi esattamente gli stessi punti che distanziano la formazione allenata da mister Ciullo dalla vetta della classifica.

Alessandro Caiulo