Dodici anni fa, il 5 maggio 2002, il Brindisi festeggiava il ritorno tra i professionisti

Il 5 maggio del 2002, esattamente 12 anni fa, il Brindisi di capitan Tiberio Ancora, mister Gigi Boccolini e patron Mario Salucci, schiantando per 5 ad 1 l’Altamura sul terreno amico dello stadio Franco Fanuzzi, conquistò la matematica promozione in serie C2 dopo che il Brindisi Calcio, società sorta nel 1990 dalle ceneri della Brindisi Sport, si era dimenato per ben 12 anni fra serie D e campionato regionale di Eccellenza.

Sembrava l’inizio di un nuovo grande ciclo, del genere di quello intrapreso nella seconda metà degli anni sessanta dal Commendatore il quale, partendo proprio dalla serie D, portò i biancazzurri alle soglie dell’Olimpo del calcio italiano prima, e molti tifosi sognavano ad occhi aperti nuovi momenti di gloria.
Ovviamente il paragone con l’epopea di Fanuzzi, dodici campionati consecutivi alla guida della Brindisi Sport fra Franco ed il figlio Mimmo, due di serie D, sei di serie C e quattro di serie B, giungendo ad occupare anche il pimo posto in classifica,non regge né per risultati, né per carisma, né per programmazione ma, sicuramente, l’enigmatico Mario Salucci è stato una persona che di calcio se ne intendeva e che nell’ambiente conosceva le persone giuste se è vero, come è vero, che è stato in grado, nei suoi tre anni di permanenza a Brindisi, di allestire tre signore squadre, vincendo un campionato di serie D, una Coppa Italia di serie C, e conquistando una semifinale ed una finale per la promozione in C1, dopo essere arrivato secondo in entrambi i campionati di C2 disputati, riuscì, inoltre, a far disputare a Brindisi addirittura un girone del Torneo Internazionale di Viareggio, la maggiore competizione di calcio giovanile del Vecchio Continente.


Ma torniamo a quel 5 maggio 2002 ed a quelli che erano calciatori che, magistralmente guidati da Gigi Boccolini, vinsero il campionato di serie D, riportando migliaia e migliaia di persone allo stadio per seguirne le gesta sotto il motto coinvolgente: “una squadra la tua città”.
La faraonica campagna acquisti dell’estate del 2001 lasciò intontiti i brindisini, davvero c’era da esclamare troppa grazia Sant’Antonio! 
Furono confermati, dalla stagione precedente i giovani e già tanto affidabili Roberto Taurino, e Riccardo Sardelli, giungono dei veri pezzi da novanta per la categoria come Tiberio Ancora, Gerry Cavallo e Ciccio Latartara ed i promettenti Checco D’Amblè ed Alessandro Alessandrì, oltre i vari Zinnari, Zinzari, Commitante, Di mella, Sabatini, Tartarglia, Chirico Marinelli, Cavallaro, Zammillo, Volturno, i portieri Silipo e l’idolo delle ragazzine Alessandro Flauto; a campionato avviato potette esordire l’uomo della provvidenza, colui che fece fare alla squadra il definitivo salto di categoria, il signor Ignacio Alvarez Castillo da Buenos Aires, detto Nacho, che già si allenava col Brindisi dall’inizio del campionato, ma per cui si dovettero superare una lunga serie di intoppi burocratici per poterlo tesserare e far giocare in Italia.
Anche se non matematicamente, la quasi certezza della vittoria del campionato si era raggiunta già il 21 aprile 2002 quando, davanti a quasi 7.000 spettatori il Brindisi, grazie ad una prodezza balistica di Checco D’Amblè, sconfisse l’Ostuni e si ritrovò con ben otto punti di vantaggio sulla più diretta inseguitrice a trte giornate dal termine del campionato.
La domenica successiva, a Locorotondo, si sarebbe già potuta stappare la bottiglia di spumante, ma il gol del pareggio dei padroni di casa proprio allo scadere della partita rinviò la festa di sette giorni e siamo così giunti al 5 maggio del 2002 quando, a fronte di 6.200 biglietti venduti, dal moemnto che domme, bambini e portoghesi non pagavano, sugli spalti del fanuzzi erano presenti almeno 8.000 spettatori.
Boccolini schierò schierò Flauto a difesa della porta, Commitante e Marinelli terzini, Taurino e capitan Ancora al centro della difesa, Latartara, sostituito a metà ripresa dal brindisino Zammillo, in mediana, a completare il centrocampo c’erano sulle fasce Zinnari e Sardelli, il fantasista Cavallo dietro la coppia d’attacco formata da Castillo e D’Amblè, quest’ultimo sostituito nella ripresa da Alessandrì.


Dopo un paio di minuti di gioco il primo boato del pubblico per Nacho Castillo che metteva a segno la prima rete, il pareggio temporaneo dell’Altamura non preoccupava più di tanto anche perché i biancazzurri ritornavano in vantaggio con D’Amblè, a segno anche ad inizio ripresa e, poi, gloria anche per Sardelli e Zinnari, autori di due belle marcature e la festa, aspettata per dodici lunghi anni, poteva iniziare dapprima al Fanuzzi per poi trasferirsi per le vie della città, che dura fino a notte fonda, fin quasi a quell’alba di un nuovo sole che, per il calcio biancazzurro, avrebbe potuto essere quello della rinascita definitiva e che, invece, appena un paio di anni dopo, sarebbe mestamente tramontato sommerso da un mare di debiti.
Alessandro Caiulo