(16-26; 26-20; 24-14; 12-13).
Brindisi: Pullen 10, Harper 2, James 11, Bulleri 3, Cournooh 3, Taveri, Denmon 10, Morciano, Zerini 7, Turner 7, Mays 22, Eric 3. All.: Bucchi.
Capo D’Orlando: Archie 27, Freeman 17, Hunt, Basile 3, Soragna 11, Cochran, Burgess, Henry 15, Bianconi, Strati. All.: Griccioli.
Arbitri: Sardella, Baldini, Quarta.
Note: tiri da 3: Brindisi 7/28; Capo D’Orlando 11/25. Tiri liberi: Brindisi 15/21; Capo D’Orlando 10/12; Rimbalzi: Brindisi 42; Capo D’Orlando 30. Usciti per 5 falli: Bulleri, Basile.
Se qualcuno pensava di avere vita facile contro la neopromossa Capo D’Orlando si sbagliava di grosso. Sono bastati infatti pochi minuti per capire che Basile e compagni non erano certo disposti a fare la parte delle comparse. Nel primo quarto Dominique Archie ha dimostrato che per lui LegaDue o Lega A fa poca differenza, piazzando da solo un parziale che mette paura ai padroni di casa. La New Basket è troppo molle in difesa ed in attacco non riesce a trovare con continuità tiri efficaci, il solo James Mays lotta sotto le plance ma è troppo impreciso al tiro da sotto canestro. Freeman e l’ex di turno Sek Henry vogliono approfittare delle amnesie di Brindisi e premono sull’accelleratore, affidando ad Archie il compito di mettere triple pesantissime. Il numero uno in maglia nera mette a referto 15 punti su 26 di squadra realizzati nel primo periodo, con l’Enel ferma a quota 16.
Nei secondi dieci minuti arrivano segnali confortanti da parte dei padroni di casa, sopratutto grazie a Massimo Bulleri. Il capitano biancoazzurro con la sua voglia di vincere trascina i compagni, sopratutto nella metà campo difensiva, vera chiave di volta del gruppo.
Ma Capo D’Orlando non ferma la sua ottima gara, coach Griccioli dirige i suoi ragazzi con sapienza e attenzione. La sua difesa a zona mette in crisi l’attacco di Brindisi, complice anche un Marcus Denmon dalla mano fredda e un Jacob Pullen spesso in panchina a meditare sul perchè non riesce a difendere come dovrebbe. A tenere a galla tutti è sempre James Mays a cui si affiancano anche un concreto Cournooh e un positivo Harper. Dopo aver chiuso il secondo periodo sotto di quattro punti, 42 a 46, nel terzo periodo arriva la svolta del match. La firma sul sorpasso la mette Del Roy James. E’ lui che decidere di ingranare le marce alte e fa tutto quello che serve per portare avanti i suoi: segna, difende, prende rimbalzi (13 alla fine) e coinvolge i compagni. A tratti è sembrato un giocatore di un altro livello per intensità e concretezza, senza contare una sua schiacciata a difesa schierata che ha “posterizzato” i malcapitati Hunt, Freeman e Basile. L’Orlandina risponde con i suoi due mostri sacri, Basile e Soragna, che provano a fermare l’avanzata di Brindisi. E quando di mostri sacri si parla, Massimo Bulleri non vuole essere da meno. Commoventi i suoi recuperi difensivi, che hanno avuto il merito non solo di togliere possessi importanti agli avversari, ma anche di far capire ai compagni che il sacrificio e la volontà in difesa valgono molto di più di canestri importanti. L’Enel si riporta avanti nel punteggio e poi allunga in maniera definitiva nel quarto e ultimo periodo, con i canestri di Turner (sempre molto efficace) e James Mays che chiuderà il match con 22 punti e 8 rimbalzi. Nei minuti finali c’è la riscossa dell’Upea che si porta a soli due possessi. Brindisi non si fa sorprendere e mette sotto l’albero un ottimo quarto posto. Finisce 78 a 73.