La scomparsa della New Volley Brindisi: un caso politico-sportivo che diventa nazionale

E la telenovela “New Volley” scavalca i confini locali e finisce chiassosamente sulle testate nazionali: in un articolo apparso su “Il Fatto Quotidiano” un quotidiano da mezzo milione di lettori al giorno, a firma di Eleonora Cozzari, giornalista scuola Corriere della Sera, appassionata di pallavolo, intitolato “Brindisi, sponsor e patron litigano per la politica. E la squadra di volley scompare”, viene tracciato il triste epilogo di questa vicenda che ha macchiato indelebilmente lo sport brindisino.
La Cozzari per spiegare quanto è accaduto va subito al sodo e semplifica la vicenda, rendendola probabilmente più stimolante per i lettori nazionali, affermando in maniera quasi lapidaria che chi finanzia la società è il capogruppo del Nuovo Centro Destra, Tony Muccio, il quale appoggia la giunta di centrosinistra, mentre il presidente del club è un sindacalista di destra, Ercole Saponaro, il quale denuncia il malgoverno cittadino per cui all’ennesimo litigio, il primo ha chiuso i rubinetti e tecnici e giocatrici sono stati mandati a casa.
Queste le dichiarazioni di Tony Muccio riportate virgolettate da Il Fatto Quotidiano: “Polemiche e accuse continue esterne alla pallavolo mi hanno portato a chiudere i rubinetti . E non è certo un problema economico il mio. Io sostengo anche la squadra di basket di A1. Ma quello che continua a fare il presidente Ercole Saponaro nei miei confronti non lo accetto più. E’ ingratitudine”
Non si è mancato di ascoltare anche l’altra campana, quella, cioè, del presidente Ercole Saponaro, il quale precisa che a novembre si era dimesso proprio per lasciare spazio a Tony Muccio, ma che non è servito a niente in quanto non ha mantenuto gli impegni ed ha chiuso ugualmente i rubinetti e conclude dicendo: “Brindisi rinuncerà al campionato. Ne usciamo tutti con le ossa rotte”
La Cozzari taccia di incredibile questa vicenda, che, fra l’altro, ha colpito una squadra che veleggiava nelle parti alte della classifica, e la porta come esempio di come la pallavolo, che è il secondo sport nazionale dopo il calcio, non deve essere e di come sia deleterio che le società siano in mano a presidenti che fanno e disfano a loro piacimento e chi ne va di mezzo sono atleti e tecnici abbandonati nel caos più totale.
A questo punto però la brava giornalista umbra dimentica un’altra vittima certa di questa kafkiana vicenda, che è la Brindisi sportiva, la tifoseria biancazzurra, la città che rimane orfana di una sua importante realtà sportiva senza che, probabilmente, si verranno mai a sapere i veri perchè.
Alessandro Caiulo