Brindisi Calcio, è già iniziata la corsa contro il tempo

Inutile nascondersi dietro un dito, la situazione del Brindisi Calcio, checché ne dica chi vuol gettare acqua sul fuoco, non può considerarsi delle migliori se è vero, come è vero, che Antonio Flora, il quale per oltre due anni si è fatto carico quasi per intero di tutte le spese di gestione della società e della squadra, ha deciso, come aveva più volte preannunciato, il suo totale disimpegno ed ha affidato il timone della società al suo collaboratore Vito Morisco per traghettare il Brindisi fino al termine della stagione regolare e degli eventuali play off, magari nella speranza che ci sia qualche spiraglio per la cessione delle quote o per la partecipazione alla società di gente disposta ad investire denaro per il calcio brindisino.

Sicuramente il proseguo della presente stagione non è a rischio e le dichiarazioni al riguardo del diretto interessato, Morisco, sono rassicuranti, ma è ovvio, a voler guardare un po’ più avanti del proprio naso, che ci si chieda cosa possa succedere nel caso in cui, a fine stagione, non ci sia nessuno disposto a sedere al tavolo delle trattative per acquistare le quote o finanziare la società e gli scenari che si prospettano davanti sono quasi tutti cupi ed inquietanti e vanno da una possibile non iscrizione al prossimo campionato, che comporterebbe la radiazione della società ed un eventuale nuovo inizio da un infimo campionato regionale, ad una iscrizione comunque rabberciata nella speranza che si trovino, in corso di campionato, magari fra una penalizzazione ed un’altra le somme e le energie necessarie per tirare avanti alla meno peggio in attesa di un nuovo messia.

La speranza, priva ad oggi di riscontri, è che ci sia qualche imprenditore o qualche gruppo di persone facoltose, con la passione per il calcio, che si sia già attivato o si stia attivando in questi giorni per trovare una soluzione che garantisca continuità al progetto calcistico denominato Ssd Calcio Città di Brindisi e che il quarto campionato di questa giovane compagine non sia anche l’ultimo della sua breve esistenza: solamente sostenendo e salvando questa società, infatti, il titolo sportivo che fu della Brindisi Sport e poi transitato al Brindisi Calcio ed al Football Brindisi per giungere al Città di Brindisi sarà salvo, in caso contrario, dal momento che a differenza delle altre volte la squadra disputa un campionato dilettantistico, sia pure nazionale, e non uno professionistico, non c’è alcuna possibilità, regolamenti alla mano, di salvare il titolo sportivo e trasmetterlo ad una nuova società, ma ci si  dovrebbe rassegnare a partire da un campionato minore con una nuova società oppure affidarsi all’acquisto di un titolo di una squadra della stessa provincia, ma sempre per partecipare ad un campionato regionale e la serie D sarebbe un traguardo e non un punto di partenza.

Sinceramente, sono ipotesi che io aborrisco, ma se un capoluogo di una provincia di quattrocentomila abitanti non riesce a mantenere la propria squadra di calcio nemmeno in serie D, forse sarebbe  meglio per tutti, rispetto all’onta vergognosa della ripartenza dai campionati minori, magari addirittura attraverso l’acquisto di un titolo sportivo  dalla provincia, un anno sabbatico per meditare sulle proprie colpe prima di ricominciare timidamente a riparlare di calcio.

Alessandro Caiulo