Flavia che fa il giro d’onore con il drappo tricolore sul campo numero 4 del Circolo tennis di Brindisi, dopo aver vinto in sequenza il singolare e il doppio, sconfiggendo l’imbattuta Serena Williams e regalando all’Italia la permanenza nell’elite della racchetta rosa mondiale: nessuno sceneggiatore avrebbe potuto scrivere un soggetto più emozionante per regalare alla Pennetta la più bella soddisfazione di una carriera che, solo per questioni anagrafiche, si avvia a una splendida conclusione.
L’Italia di Corrado Barazzutti sconfigge per 3-2 gli Stati Uniti incassando il punto vincente con un doppio inedito, composto da Flavia e Sara Errani che hanno affrontato Serena (finora imbattuta in Fed Cup, sia in doppio che in singolo) e Alison Riske, numero 45 del ranking Wta. Le italiane vincono per 6/0 6/2 dimostrando un’intesa eccellente nonostante si trattasse di una coppia inventata da Barazzutti dopo la defezione della Vinci.
Nel primo set non c’è storia, liquidato con un perentorio 6/0 dalle azzurre, nella seconda partita la Williams dimostra di non voler perdere ma è qui che entra in gioco Flavia che infila almeno in tre occasioni con un passante lungolinea la numero uno del mondo sotto rete.
La Pennetta è stata la protagonista assoluta di questa seconda giornata. Mandata in campo a sorpresa nel quarti singolare, sul punteggio di 2-1 per gli Usa, ha impiegato 56 minuti per sconfiggere Christina Mchale (6/1 6/1) , numero 65 del mondo. Una sorta di riscaldamento in vista del doppio che è iniziato mezz’ora dopo.
Ma è nel doppio che Flavia ha scaldato il pubblico brindisino che quasi non sperava di vederla in campo per due volte, dopo la delusione del primo giorno.
Alla fine, quando al secondo match-point le azzurre hanno vinto l’incontro e conquistato la permanenza nel World Group di quella Federation Cup che lo squadrone italiano ha vinto quattro volte.
Flavia arriva in conferenza stampa in ritardo perché letteralmente sequestrata dai fans: centinaia di autografi firmati. “Sono contenta per quello che abbiamo fatto. Volevo diventare uno dei simboli del tennis italiano e penso di esserci riuscita”. E noi siamo d’accordo con lei.