Calcio, la città si mobilita al grido di “Salviamo il Brindisi”

Il motto “Salviamo il Brindisi”, in questi giorni, non è solo una frase come tante altre, un appello alla città, una ispirazione per inguaribili romantici che non si arrendono di fronte al rischio concreto di scomparsa della squadra messapica o una sorta di parola d’ordine per far parte di una fazione o un’altra, ma è assai di più è diventata la stella polare che guida il cammino di quanti stanno lavorando, ognuno per quel che può, per far si che il vecchio Brindisi non scompaia per sempre, che la città di Brindisi possa avere, anche nelle stagioni a venire, una squadra che la rappresenti in campionati dignitosi, che la fantastica avventura che ha avuto inizio il 7 marzo del 1912, quando il capitano Giovanni Zaccaro fondò la Brindisi Sport e la iscrisse nel campionato regionale pugliese, non abbia a finire per colpa di chi non ha saputo e voluto rispettare le regole ed ha barato, ma per colpa od omissione anche di chi, pur potendo, non vuole muovere un dito, nemmeno il mignolo, per tentare la strada che può portare alla salvezza del titolo sportivo che passa, necessariamente, dalla iscrizione della squadra al campionato entro il prossimo 10 luglio.  

Sinceramente, non avendo la sfera di cristallo, non sono in grado di dire quante possibilità ci siano di riuscire in questa autentica impresa, ma certo è che per ogni sportivo che si impegna in questo senso, c’è una possibilità in più di riuscirci.

In questa ottico sto osservando con simpatia e senza pregiudizi di sorta il commovente tentativo in atto, da parte del comitato spontaneo di dipendenti e collaboratori del Brindisi, dopo aver ottenuto dalla vecchia proprietà la disponibilità delle quote, di provvedere agli incombenti più urgenti e necessari per assicurare la sopravvivenza alla società di via Benedetto Brin, strada impervia ed irta di difficoltà che sicuramente stanno percorrendo con qualche inciampo – come ad esempio la mancata iniziale comunicazione di chi fosse il formale intestatario delle quote  – ma che resta fino ad ora l’unica strada percorribile se si vuole salvare il vecchio ed un tempo glorioso titolo sportivo della città.

Scambiando qualche parola con una delle protagoniste di questo meritorio tentativo, la segretaria del Brindisi Maria Grazia Sigrisi, che sta spendendo ogni stilla della sua energia non solo per rincorrere i tanti e troppi adempimenti burocratici necessari per portare avanti un sodalizio calcistico, ma anche e soprattutto, in questi ultimi giorni, per cercare di reperire le risorse finanziare necessarie per adempiervi, lei che è da mesi senza stipendio, emerge la ferma determinazione di andare avanti fino in fondo, senza ripensamenti e senza lasciare nulla di intentato ed emerge, anche, qualcosa che è più di una semplice speranza, di riuscirci, grazie anche ai tanti appoggi generosi e spontanei che ne stanno agevolando il cammino.

Certo è che se, non dico tutta la città, ma almeno l’intera Brindisi calcistica perseguisse questo stesso obiettivo, sarebbe non solo più facile ma addirittura quasi certo, riuscire ad uscire dal fango in cui il Brindisi è precipitato e riprendere il cammino sportivo fondandolo su basi più consone allo spirito sportivo che dovrebbe pervadere chi si assume gli oneri e gli onori della gestione di una squadra di calcio che rappresenti per davvero tutta la città e non solamente gli interessi di questa o quella parte.

Un grosso segnale in questo senso potrebbe venire lunedì pomeriggio dall’assemblea dei soci della Associazione Per Brindisi, sorta un paio di mesi addietro proprio al grido “Salviamo il Brindisi Calcio”, così come è denominata la pagina Facebook che creata all’uopo dai fondatori dell’Associazione, che ne sono anche gli amministratori e, in effetti, fin dal primo momento la raccolta fondi, che fu fatta attraverso la sottoscrizione delle quote associative, ebbe come imput e grido di battaglia quello di salvare il titolo sportivo e la magica maglia con la V, come di recente ribadito anche dal legale dell’associazione, l’avv. Giacinto Epifani.

Certo, all’epoca non era ancora scoppiato il dirty soccer, e la cosa sembrava assai più agevole e fattibile anche perchè non vi era in calendario il rischio della retrocessione per frode sportiva

Se l’assemblea dei soci dovesse votare per predestinare i circa 10.000 euro raccolti per contribuire all’iscrizione della squadra al campionato, sarebbe sicuramente un grosso passo avanti verso il raggiungimento dell’obiettivo ma sarebbe, soprattutto, un forte segnale nel senso dell’effettiva unità di intenti fra tutti quanti si affermano fautori della rinascita del calcio brindisino. In caso contrario non resterebbe che prendere atto della frattura in essere fra le diverse anime del tifo brindisino e la stessa associazione avrebbe difficoltà a gestire denaro che in gran parte è stato elargito per sostenere la prima squadra di calcio cittadina e non altro.

In ogni caso la prossima settimana sarà decisiva e determinante per il futuro del calcio brindisino: esito dell’assemblea del 6 luglio ed iscrizione al campionato entro il 10 luglio sono due passaggi fondamentali, in attesa, ovviamente, della successiva cessione delle quote  ad un gruppo imprenditoriale che possa garantire e supportare economicamente, la gestione della squadra e della società nelle stagioni a venire.

Alessandro Caiulo