Domani 12 agosto, alle ore 15,30, presso l’Hotel NH Vittorio Veneto in Corso D’Italia a Roma, sede prescelta dal Tribunale Federale Nazionale-Sezione Disciplinare presieduta dall’avv. Sergio Artico, si celebrerà, su deferimento della Procura Federale, il procedimento a carico della Ssd Calcio Città di Brindisi per gli illeciti sportivi compiuti nel corso della stagione 2014/15 dai suoi dirigenti di allora Antonio e Giorgio Flora, Vito Morisco e Savino Daleno, all’epoca dei fatti rispettivamente presidente, vice presidente, direttore sportivo e collaboratore del Brindisi Calcio.
In particolare la società Ssd Calcio Città di Brindisi è chiamata a rispondere a titolo di responsabilità diretta in ordine agli addebiti contestati ai propri tesserati con poteri di rappresentanza Flora Antonio e Flora Giorgio, nonché a titolo di responsabilità oggettiva in ordine agli addebiti contestati a Savino Daleno e Vito Morisco in occasione delle gare Brindisi- San Severo e Pomigliano-Brindisi, nonché per responsabilità presunta per l’illecito sportivo commesso a proprio vantaggio da persona ad essa estranee (tesserate per altre società) in occasione dei predetti incontri, con le aggravanti della effettiva alterazione dello svolgimento delle gare, del risultato delle stesse, del vantaggio in classifica conseguito, nonché della pluralità di illeciti posti in essere.
Vale la pena ricordare, per implicanze che la questione potrebbe assumere anche riguardo la posizione del sodalizio di via Benedetto Brin, che Antonio Flora e Savino Daleno, unitamente ad Antonio Ciccarone (dirigente della Turris Neapolis) sono chiamati a rispondere ai sensi dell’art.9 del Codice di Giustizia Sportiva perchè si associavano tra loro al fine di commettere una serie indeterminata di illeciti disciplinari, fra i quali gli illeciti sportivi contestati, operando con condotte finalizzate ad alterare il regolare svolgimento ed il risultato di gare dei campionati nazionali con lo scopo di assicurare un vantaggio in classifica immediato al Brindisi calcio, mediante dazioni di denaro costituenti il compenso per l’illecità attività posta in essere, programma perseguito con un assetto stabile e con una distribuzione dei ruoli.
Detta in soldoni i dirigenti del Brindisi Calcio avrebbero pagato consistenti somme di denaro per alterare a vantaggio dello stesso Brindisi i risultati di due partite di campionato e, dinanzi al GIP, c’è stata ampia ammissione di colpa in ordine al verificarsi degli episodi incriminati per cui c’è poco da potersi difendere sul merito della vicenda e non si può fare altro che sperare nella clemenza della corte che potrebbe tenere conto della circostanza che la società sta cercando di ripartire su basi diverse e con un taglio netto rispetto al passato.
Con ogni probabilità, stante il tenore e la gravità della contestazione contenuta nel deferimento a firma del Procuratore Federale dott. Stefano Palazzi, la stessa Procura Federale chiederà, oltre che retrocessione all’ultimo posto in classifica del campionato di competenza, con conseguente retrocessione nel campionato regionale di Eccellenza, anche una penalizzazione in classifica.
Ovviamente siamo nel campo delle ipotesi e va evidenziato, anche, che non è detto che il Tribunale Federale Nazionale accolga in pieno le richieste della Procura Federale.
Insomma fra 24 ore si deciderà gran parte del futuro del calcio brindisino ed i supporter biancazzurri, almeno quelli che sono rimasti romanticamente fedeli alla maglia con la V, attendono con il fiato sospeso le decisioni ineluttabili dell’organo di giustizia sportivo, consapevoli di dover pagare dazio per colpe di gente venuta da fuori ma a cui, probabilmente, è stato consentito di disporre a proprio piacimento, fino allo sfregio, del vessillo biancazzurro, trascinato nel fango che ha finito di travolgere tutto e tutti.
Alessandro Caiulo