Brindisi Calcio, siamo alla resa dei conti. E mentre i “medici” litigano il nonnetto se ne va

Il povero Brindisi continua a non avere pace e, in attesa di conoscere entro la prossima settimana da quale serie regionale dovrà ripartire la un tempo blasonata squadra con la V sul petto, tornano ad affrontarsi, a suon di comunicati, il direttivo dell’associazione Per Brindisi ed il gruppo Niccoli, quello che , cioè, attualmente detiene la proprietà del club biancazzurro e lo gestisce in piena sintonia, almeno da quel che è dato di capire, con il signor Bacco della Meleam Spa, la società che, pur non avendo ancora formalizzato alcun rapporto con la Ssd Calcio Città di Brindisi, di fatto ne sta già guidando le scelte anche strategiche a tal punto da optare per la piena adesione al deliberato del Tribunale Federale che, la scorsa settimana, ha decretato l’esclusione del Brindisi dalla serie D con assegnazione ad una serie inferiore a discrezione del Consiglio Federale, rinunciando ad impugnare tale decisione.
Ed è stata proprio questa scelta rinunciataria la pietra dello scandalo che ha mosso il direttivo della Per Brindisi a richiedere un incontro con il solo Bacco, senza, cioè l’attuale proprietà del sodalizio – segno evidente di rottura totale dei membri del direttivo con Niccoli & co.- per rinfacciargli l’impopolarità e dannosità di una tale scelta e per chiedere conto delle reali intenzioni della Meleam spa in ordine all’acquisizione delle quote del sodalizio di via Bendetto Brin.
Alla base del duro comunicato, probabilmente, anche la circostanza che Bacco ha dichiarato nei giorni scorsi di essere interessato esclusivamente all’acquisizione del 100% delle quote e ciò è apparso come una sorta di tradimento rispetto a quanto si era ipotizzato in precedenza, quando, cioè si era parlato di una quota sia pure minoritaria da intestare all’associazione a salvaguardia degli interessi dei tifosi o, almeno, di quella parte di tifosi che si riconosce nell’associazione stessa di cui, come è noto, non fa parte la Curva Sud.
A questo proposito va detto che per oggi pomeriggio alle 17,00 è previsto, presso la sede del Brindisi, un incontro tra Pasquale Bacco da un lato e Gilberto Niccoli, Domenico Solazzo e Stefano Casale dall’altro, da cui potrebbe scaturire una scrittura privata che, dopo tante chiacchiere, segnerebbe il primo reale passo verso la cessione delle quote alla Meleam spa, ma oggi potrebbe essere anche il giorno del faccia a faccia fra Bacco ed il direttivo della Per Brindisi.
Tutto questo caos ed il clima di estrema astiosità che si respira attorno al calcio cittadino mi han fatto ritornare alla mente un’opera letteraria che mi incuriosì molto, già per via del suo strano titolo, durante i mie antichi studi classici.
Correva l’anno 1831 quando Giacomo Leopardi, giunto al trentatreesimo dei sui 39 anni di vita, per cui nella sua piena maturità artistica, ispirandosi al caos dell’epoca in una Italia disunita e perennemente in guerra, ebbe a scrivere un’opera atipica per i suoi normali canoni letterari, un poemetto satirico intitolato “Paralipomeni della Batracomiomachia” che non è un gioco di parole ma vuole essere la continuazione –questo il senso della prima parola, che vuol dire ciò che era stato tralasciato- della battaglia fra le rane ed i topi.
La Batracomiomachia, un poemetto greco risalente a quasi tremila anni addietro in cui l’autore ignoto, che alcuni studiosi ritengono sia stato addirittura Omero, in maniera spiritosa e divertita fa la parodia dell’epica eroica dell’Iliade e dell’Odissea, narrando di una guerra combattuta tra topi e rane e tale termine, da allora e fino ai giorni nostri, viene utilizzato per definire una contesa non solo inutile ma anche ridicola anche se nell’immaginario dei contendenti, i quali si considerano alla stregua di antichi eroi che lottano contro le forze del male, assume caratteri epici ma che all’esterno appare per quel che è una gazzarra e niente più.
Tralasciando l’aspetto letterario della vicenda e usando una ben più umile e popolare immagine per dipingere l’attuale stato delle cose, ho come l’impressione che, mentre i medici litigano aspramente tra loro su quale sia la migliore cura, il nonnetto biancazzurro, vecchio di 103 anni, provato da lunga e penosa malattia ed in stato comatoso da oramai troppo tempo, piano piano se ne va…
Alessandro Caiulo