Un dicembre di lutti chiude l’annata da incubo del calcio brindisino

Appena due giorni dopo l’eliminazione dai play off ad opera del Bisceglie, esattamente il 19 maggio, la tempesta del Dirty Soccer si è abbattuta impietosa sul calcio biancazzurro: l’intero vertice societario viene ristretto in carcere in esecuzione di un’ordinanza restrittiva della Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro che, nel corso di una indagine relativa agli intrecci fra calcio scommesse e malavita organizzata, ebbe a scoprire una paio di combine con protagonisti Flora & Co, rei di aver versato delle somme di denaro per vincere un paio di gare disputate nel girone di andata.

La carcerazione dura appena pochi giorni, anche perchè i diretti interessati vuotano subito il sacco: il patron Antonio Flora, in particolare, ha ammesso subito gli addebiti per entrambe le partite che la Procura della Repubblica di Catanzaro considerava truccate nell’ambito di questo filone di indagini, vale a dire Brindisi-San Severo, terminata 2 a 1 e Pomigliano-Brindisi, terminata 0 a 4, si sgonfia, invece, l’ipotesi accusatoria iniziale che possa esserci stata anche una sorta di affiliazione alla criminalità organizzata, ma il Brindisi, che già non se la passava bene per l’irrisolta crisi societaria, in quanto nessuno voleva far fronte ai debiti, si ritrova nel caos più assoluto: la proprietà delle quote, infatti, era passata da Flora a Morisco, anche egli coinvolto nelle indagini e reo confesso Nel mese di giugno regna il silenzio più assoluto sulle sorti del calcio brindisino anche se si comincia a fare i conti con la probabile sparizione dal panorama calcistico nazionale, ma Mentre la gloriosa Brindisi Sport, il Brindisi Calcio ed il Football Brindisi 1912, sono spariti dal panorama calcistico nazionale per questioni legate prettamente alla mancanza di risorse finanziarie, il Città di Brindisi, l’unica di queste società a non aver mai disputato un campionato professionistico stava per scomparire non solo per ragioni economiche ma anche e, probabilmente, soprattutto, per l’oceano di fango in cui era precipitato ed ormai sono in pochssimi a sperare che si possa ancora salvare il vecchio titolo sportivo in qaunto la situazione debitoria che si sarebbe eventualmente anche potuta sopportare pur di riuscire a partecipare ad un campionato nazionale come è quello di serie D, appariva davvero inconciliabile con il serio e concreto rischio di retrocessione in un campionato regionale.

Luglio: una impennata d’orgoglio dei tifosi della Curva Sud – ad un cui fiduciario erano state intestate le quote societarie già di proprietà di Flora – e dell’Associazione Per Brindisi, al grido del riuscitissimo slogan “salviamo il Brindisi”, divenuto un vero e proprio tormentone estivo con foto e selfie di ogni genere che hanno invaso il web, consentì di racimolare fra i brindisini appassionati di calcio il denaro necessario per provvedere all’iscrizione al campionato di serie D, in attesa del pronunciamento della Giustizia Sportiva, ma i reciproci sospetti, la mancanza di dialogo ed il clima di estrema litigiosità esistenti fra le due diverse anime del tifo brindisino non lasciavano presagire ulteriori positivi sviluppi.

Agosto prende il via il Processo Sportivo ed il giorno 20 giunge la sentenza del Tribunale Federale che esclude il Brindisi dal campionato di serie D e rimette al Consiglio Federale la possibilità di inserirlo in un campionato minore: è il primo passo verso la sparizione di un titolo pregno oltre un secolo di storia, quello del Brindisi inteso come quella entità, sorta nel 1912 per l’iniziativa del capitano Giovanni Zaccaro che aggiunse la disciplina del calcio alla già fiorente attività della Brindisi Sport, che per 78 anni portò in giro per l’Italia il blasone biancazzurro, giungendo a disputare anche sei campionati di serie D, transitato nel Brindisi Calcio, vincitore nel 2003 della Coppa Italia di serie C, passato col Lodo Petrucci al Football Brindisi 1912 dei fratelli Barretta che, con due promozioni conquistate in 4 anni fecero tornare il Brindisi fra i professionisti e, da ultimo, grazie alla normativa NOIF, terminato alla SSD Calcio Città di Brindisi che, dopo aver cambiato sette presidenti in quattro anni e senza mai riuscire a sfondare realmente né in campionato, né nel cuore dei brindisini, lo ha portato alla morte nella calda estate del 2015.

Settembre: nessun serio tentativo di salvare il salvabile viene effettuato, la società rinuncia persino a proporre appello avverso la sentenza, qualche fantomatica cordata che si affaccia, si scioglie come neve al sole prima ancora di provare a quagliare qualcosa; il Sindaco Consales prova ad intervenire presso la Federazione per cercare di strappare un posticino nel campionato di Eccellenza ma dal momento che viene richiesta chiarezza societaria e passaggio di quote ad un gruppo imprenditoriale solvibile, non se ne fa nulla e, nonostante che il 3 settembre il presidente Tavecchio avesse concesso al Brindisi la possibilità di iscriversi entro le successive 48 ore al campionato regionale di Promozione, neanche questa strada viene percorsa in quanto, mantenendo in vita la S.s.d. Calcio Città di Brindisi ci si sarebbe dovuto far carico anche dei relativi debiti. Scomparso per sempre il vecchio Brindisi ed il suo una volta glorioso titolo, ci si accorge di quanto poco offre il panorama calcistico cittadino: la Fly Team, che l’anno precedente aveva disputato il campionato di Promozione, era retrocessa sul campo e non si era nemmeno iscritta al campionato di competenza, per cui rimanevano solo due piccole realtà rionali: il Real Paradiso, espressione del Quartiere Paradiso nel campionato di Prima Categoria ed il Tuturano, espressione della omonima frazione, in quello di Seconda Categoria. L’Associazione Per Brindisi, sposa il progetto Real Paradiso e fonda l’Asd Brindisi con l’intento di affiancarsi al sodalizio di Siliberto e Bungaro e riuscire ad attrarre forze imprenditoriali che possano consentire alla squadra il salto di categoria e diventare il nuovo punto di riferimento della tifoseria brindisina di fede calcistica, ma l’avvio del campionato è, a dir poco, deludente.

Ottobre: dopo il pareggio interno per 1 a 1 contro il Massafra nella gara di esordio disputatasi al Fanuzzi il 4 ottobre, la formazione brindisina incassa la prima sconfitta nella trasferta a San Marzano dove perde 2 a 0; si torna a giocare in casa e l’avversario di turno è il Surbo di patron Trio che sbanca il Fanuzzi vincendo 2 a 1, la domenica successiva giunge una pesantissima sconfitta ad Acquaviva delle Fonti, un 4 a 0 che non lascia spazio ad alibi e che impone un deciso ed immediato cambio di marcia se si vuole nutrire un minimo di ambizione. Il resoconto del primo mese di campionato è decisamente deficitario: quattro gare disputate tre sconfitte ed un pareggio, un solo punticino in classifica appena 2 gol realizzati contro i 9 subiti.

Novembre: si opera qualche nuovo innesto nella rosa a disposizione del nuovo mister Gioacchino Marangio ed il riscatto avviene subito e, questa volta, a mettere a segno 4 reti è il Real Paradiso che si impone per 4 a 1 nella gara interna contro il Conversano; il pareggio per 1 a 1 ottenuto la domenica successiva sul campo del Palagiano ed ancor più la vittoria interna per 2 a 1 sul Mottola, appaiono segni evidenti che la squadra sta assumendo via via una sua precisa fisionomia; la sconfitta per 2 a 1 nell’ultima gare del mese, a Laterza fa intendere chela risalita verso zone migliori della classifica è irta di ostacoli e difficoltà. Il resoconto del secondo mese di campionato parla di due vittorie, una pareggio ed una sconfitta, 7 punti conquistati, grazie ad 8 reti fatte e 5 subite, per cui anche se il bilancio complessivo, con 9 punti, è ancora deficitario, sono palesi i miglioramenti sia in termini di gioco che di risultati.

Dicembre: dal punto di vista sportivo c’è da registrare il pareggio interno per 1 a 1 contro l’Atletico Santa Rita di San Vito dei Normanni e la vittoria per 2 a 0 sul Don Bosco Manduria, ma, in mezzo a queste due partite, la tragedia umana della prematura scomparsa per un assurdo incidente stradale del giovane portiere titolare Leonardo Orlandino, 21 anni appena, alla vigilia della gara che si sarebbe dovuta disputare il 13 dicembre scorso a Talsano e che ha gettato nello sconforto i giocatori, i tecnici, la dirigenza ed i simpatizzanti tutti del Real Paradiso. Il povero Leo si stava recando, come di consueto, all’allenamento di rifinitura del sabato pomeriggio quando la sua auto è stata travolta e distrutta da un tir che, proveniente dalla carreggiata opposta si è ribaltato ed il violento impatto non gli ha lasciato scampo. Di fronte a sciagure del genere passano decisamente in secondo piano gli aspetti sportivi ed ancor di più quelli societarie e le polemiche di ogni sorta e ci si ferma, tutti assieme, per piangere un ragazzo, un bravo ragazzo, strappato troppo presto all’effetto dei suoi cari. In questo ultimo mese dell’anno c’è da registrare anche un altro lutto che ha colpito il mondo del calcio nostrano con la scomparsa, avvenuta il 21 dicembre, all’età di 99 anni, di una vecchia gloria quale era Antonio Portoghese, fantasiosa ala della Brindisi Sport degli anni trenta. E’ stato davvero un gran brutto anno per il calcio brindisino. (2 – Fine)

Alessandro Caiulo