A circa due mesi dal ricevimento da parte della SSD Calcio Città di Brindisi dell’assegno di 47.000 euro, frutto del rimborso per la mancata iscrizione della squadra al Campionato di serie “D”, l’Associazione Polisportiva Perbrindisi comunica ai propri iscritti che nulla di quanto promesso è stato restituito.
“Parliamo dei diecimila euro che la nostra Associazione ha raccolto attraverso la sottoscrizione di quote finalizzate a salvare il Calcio a Brindisi. La stessa, per volere dell’Assemblea del 6 luglio 2015 e delibera del proprio Direttivo, ha messo tale importo a disposizione della SSD Calcio Città di Brindisi in data 10 luglio, per mano del Delegato dalla stessa Gilberto Niccoli, perché questa fosse iscritta al Campionato competente. La condizione, come scritto nell’accordo tra la Perbrindisi e la SSD Calcio Città di Brindisi rappresentata da Niccoli, è “l’impegno ad utilizzare detto denaro al sol fine di procedere all’iscrizione della squadra SSD Città di Brindisi al Campionato nazionale dilettanti”. Considerati i fatti che tutti conosciamo, ossia la pena sportiva inflitta alla squadra, la FIGC ha ritenuto di dover rimborsare alla SSD non solo la quota di iscrizione al Campionato, ma anche altre somme a titolo di fidejussioni etc., per un totale di 47.000,00, ovviamente attraverso il suo proprietario di maggioranza Domenico Solazzo.
“Questi avrebbe dovuto tenere fede all’ accordo stipulato con l’Associazione Perbrindisi, confermato e riproposto sul profilo Facebook della società in data 05 settembre 2015, come di seguito riportato: “Si rende noto inoltre, che tutte le somme raccolte per l’iscrizione al Campionato nazionale di Serie D verranno restituite sia all’Associazione Per Brindisi che a tutti quei tifosi i quali, appassionati di calcio, sostenendo la causa “Salviamo il brindisi calcio”, hanno voluto contribuire alla realizzazione di questo sogno ormai svanito”. Restituzione che, ad oggi, non è avvenuta”. L’Associazione Polisportiva Perbrindisie ha dato mandato al proprio legale Giacinto Epifani perché adisca le vie legali pertinenti per il recupero dei diecimila euro “a tutela dei tanti tifosi che hanno creduto nella bontà del progetto”.