Attilio e Danilo, fratelli campioni in sport diversi. «Ma sempre con umiltà»

C’è un giovane calciatore brindisino, Danilo Ventola, classe 2000, che si sta facendo valere nel campionato Primavera della massima serie con i grifoni del Genoa.
È il fratello minore di Attilio, classe 1998, che è già una stella nel panorama sportivo nazionale avendo vinto titoli e medaglie nel disciplina del taekwondo e che da anni è nel giro della Nazionale, con buone prospettive di poter partecipare alle Olimpiadi del 2020.
Danilo, già ai tempi della scuola calcio, era un ragazzino vivace, ben deciso a diventare un calciatore, ha sempre giocato con ragazzi di uno o due anni più grandi di lui senza soffrirne, grazie alle notevoli doti fisiche ed alla sua carica agonistica. Fin da piccolo si notavano le doti dell’attaccante puro: ottimo nell’uno contro uno e con un eccellente fiuto del gol.
Mister Vincenzo di Serio, il quale lo ha allenato per due anni nei Giovanissimi del Brindisi, lo ricorda come un ragazzo con doti non solo tecniche ma anche caratteriali che gli hanno permesso di crescere e migliorare anno dopo anno. Anche se è del 2000 fu inserito nel gruppo dei 1999 che vinse il titolo regionale e sfiorò lo scudetto di categoria; un attaccante completo che abbina buona tecnica e grande fisicità ma sopratutto un giocatore generoso e sempre disponibile al sacrificio, tant’è che l’anno successivo fu il capitano dei Giovanissimi del Brindisi.
Abbiamo chiesto a Melina Maria Pia Faina, madre dei fratelli Ventola, qualcosa sui suoi ragazzi.
Attilio e Danilo, i suoi ragazzi, il primo nel taekwondo ed il secondo nel calcio, stanno raggiungendo ottimi risultati; come è essere mamma di due giovani campioni?
Ovviamente sono molto orgogliosa di entrambi; nell’educazione sono riuscita a trasmettergli dei valori importanti, tra questi soprattutto ambizione, rispetto e tenacia. Ma dietro c’è tanto lavoro, sacrificio e pazienza. L’importante è stargli sempre vicino e fargli sentire che io ci sarò sempre, con la giusta morale e serietà, soprattutto nei periodi negativi. Questo tante volte non è facile perché bisogna toccare le corde giuste per farli ripartire
Mentre Attilio, dedito alle arti marziali e tesserato con una società brindisina è rimasto più a contatto con la famiglia, Danilo già a 14 anni fu voluto dal Bari e successivamente è andato all’Ascoli ed ora è al Genoa; come avete vissuto questo distacco?
Indubbiamente è stata dura vedere mio figlio che a 14 anni si allontanava da casa per inseguire una opportunità. Bari, seppur vicina, mi sembrava lontanissima, per non parlare di Ascoli ed ora Genova. Sono partita spesso per Ascoli per stargli vicino e poter seguire le sue partite come in passato. Danilo ora vive questa nuova avventura a Genova, ha compiuto 18 anni e diciamo che sta maturando più in fretta; noi abbiamo un legame molto forte che, proprio con la distanza, si è rafforzato, per questo sono abbastanza tranquilla ma, anche se lontani, lo “sorveglio” sempre.
Attilio pur continuando ad allenarsi a Brindisi nella società per la quale è tesserato, studia scienze motorie all’Università di Bari e viene convocato periodicamente in Nazionale a Roma, per questo anche lui spesso è lontano da casa.
Danilo sembra avviato verso il professionismo ed anche a Genova sta cominciando a far parlare di sé, specie dopo il bel gol messo a segno contro la Primavera della Juventus alla vigilia di Natale, che fa il paio con quello segnato al Toro; che futuro immagina per lui nel mondo del calcio?
Il prossimo obiettivo sarà quello di diplomarsi; meglio avere i piedi per terra ed una base solida su cui costruire il proprio futuro, ma oggi sono molto felice per lui perché, per i tanti sacrifici che ha fatto e sta facendo, merita di realizzare il suo sogno di calciatore professionista ed io lo accompagnerò finchè posso come mamma e come sua prima tifosa. Principalmente gli auguro con tutto il cuore che un domani, non troppo lontano, possa calcare i campi della serie A.