Dal fischietto al palcoscenico: Iaia attore per passione

Non avrei mai immaginato che accompagnare una parente nella chiesa brindisina di S.Vito, mi avrebbe regalato l’opportunità di imbattermi in un vecchio amico del basket, lì presente per ben altri motivi: Francesco Iaia, 57 anni, ex- arbitro di Serie A dilettanti negli anni 95/97, Commissario Speciale Arbitri nazionale ancora pienamente in attività, attore e regista teatrale per hobby. Ed è proprio questa sua seconda attività che me lo ha fatto incontrare con reciproco grande piacere: alla Chiesa è, infatti, accorpato un piccolo gioiello di teatro, 250 posti a sedere ed un’acustica eccellente, che merita davvero di essere conosciuto ed apprezzato dai brindisini. “La mia passione per il teatro è iniziata circa una ventina di anni fa – mi spiega, quando gli chiedo cosa c’azzecca lui con il palcoscenico – quando con amici e bagnanti del lido decidemmo di portare in scena una commedia che racchiudesse ciò che era successo durante la stagione estiva. Fu un grande successo, tanto che decidemmo di formare un’associazione culturale (“Aria ti mari”, di cui Francesco è anche Vice-Presidente, ndr) allo scopo di promuovere il dialetto locale, con la ricerca spasmodica di alcuni vocaboli che normalmente non si usano più. Attualmente questo lavoro lo condivido con due grandi amici, Franco Arseni e Gianni Rollo, con cui collaboro nell’ideazione, scrittura del copione in vernacolo e messa in scena di almeno una commedia all’anno, oltre ad alcuni spettacoli di cabaret con altri amici che ci seguono”. Sentirlo parlare con passione non mi sorprende: conosco Francesco come un uomo che ha sempre preso con straordinaria professionalità i suoi impegni, dalla famiglia al suo lavoro in Poste Italiane, alle occupazioni del tempo libero. Un tavolino al bar ed un buon caffè ci aiutano a far riaffiorare tanti ricordi, soprattutto di quei 10 anni vissuti a stretto contatto di gomito con incarichi direttivi nell’allora Comitato Regionale F.I.P. brindisino: dall’organizzazione di Italia-Lettonia nel ’93 ai tanti momenti in cui cementammo una maggiore condivisione di interessi fra la categoria degli allenatori e quella arbitrale, ai commossi flashback su due grandi Presidenti, Foffo Trabacca e Gigi Melone, non più fra noi. Nei suoi 15 anni di carriera arbitrale (“Ho iniziato per gioco nel lontano 1982 quando Claudio Panzera mi chiese di accompagnarlo al corso per arbitri di pallacanestro, tenuto da «un certo» Tonino Malerba: fu … amore a prima vista”) soddisfazioni tante: come l’incarico di designatore arbitri per l’attività Regionale dal 1994 al 1998, o come la direzione di Italia-Grecia ai Giochi del Mediterraneo del giugno 1997 (che rappresentò anche la gara con cui appese il fischietto al chiodo), o come la Presidenza della Commissione Nazionale Miniarbitri nel 2009. Un lungo percorso con la maglietta grigia in cui di episodi curiosi ne ha vissuti tanti, ma quello che ricorda ancor oggi con più simpatia è “una gara di A1/F con il collega Panzera, a Schio, quando dopo poche battute di gioco, in un palazzo gremito, la tifoseria ci tributò un solenne “Tanti auguri a voi”. Era l’11 di novembre, festa di San Martino: un incoraggiamento diverso dalle solite paroline che ci tributavano, ma molto divertente ed apprezzato”. Oggi qualche sua esperienza sportiva, ma soprattutto di vita quotidiana, la traduce in qualche commedia che va ad ideare, in un ponte ideale fra le due attività extra-lavorative che ha amato ed ama maggiormente. “Chissà se metterai mai in scena – gli chiedo, a mo’ di affettuoso sfottò – di quella volta, in una gara di Promozione a San Vito dei Normanni, che un atleta cercò di colpirti alle spalle?”. Ride: “Può essere un’idea da sviluppare”. E precisa: “però, riuscii ad evitare il colpo abbassandomi e fortunatamente non successe nulla. Naturalmente uscimmo scortati dai Carabinieri che ci accompagnarono nei pressi di Brindisi. Ma direi che è stato l’unico caso in cui ho rischiato veramente: il basket mi ha regalato più emozioni positive che paure”. Inutile dire che di basket, a casa Iaia, se ne parla a tutte le ore, per la “comprensibile gioia” della signora Mirella: con un figlio già apprezzato arbitro di Serie C silver ed una figlia scrupolosa Ufficiale di campo del Gap di Brindisi non potrebbe essere diversamente, del resto. “In considerazione che sono ancora in attività, in genere accettano i miei consigli, ma quando non sono convincente rivediamo le partite in video e, regolamento alla mano, cerchiamo la giusta soluzione insieme”. La passione per la palla a spicchi, però, resta fin troppo palese nei suoi discorsi e me ne da conferma quando gli chiedo di darsi un voto nella sua duplice veste: “se permetti mi do un bel 7 nel basket e, ahimè, solo un 6 nelle prestazioni di attore, tanto che il mio compito è principalmente quello di curare le musiche, il copione, gli ingressi e talvolta la regia; apparizioni da attore limitate al massimo, solo all’occorrenza”. Le prove in teatro lo reclamano e non resta che il tempo di confidarmi il suo sogno nel cassetto: “Due se permetti. Il primo baskettaro: vorrei assistere ad una gara di livello diretta da un arbitro speciale, mio figlio Angelo, coadiuvato al tavolo degli udc dalla sorella Ilaria. Il secondo, teatrale: essere chiamato come associazione, dal Comune della mia città, a presentare un evento al Nuovo Teatro Verdi, come completamente di un’attività ormai ventennale, ma soprattutto per portare per due ore, un sorriso e la necessaria spensieratezza ai miei concittadini. Chiedo troppo? Non lo so, ma tanto sognare non costa nulla e fa diventare diversamente giovani”.