Diciotto anni fa il Brindisi vinse la Coppa Italia di C

Sono passati esattamente 18 anni da quell’1 maggio 2003 in cui il Brindisi di mister Giorgini, patron Salucci e capitan Francioso, conquistò la Coppa Italia di serie C che all’epoca sembrava dovesse essere semplicemente l’aperitivo prima del gran ritorno nel calcio che conta, ma che resta, comunque, un traguardo storico per il Brindisi e per la stessa città di Brindisi che per la prima, e fino ad ora unica, volta ha messo le mani su un trofeo calcistico di rilevanza nazionale.
In un momento in cui il caclio cittadino appare alle pezze, può far bene ripercorrere, brevemente, le tappe di quelle fantastica cavalcata che ci riempì di gioia ed orgoglio.
Il Brindisi di mister Boccolini aveva conquistato, appena 12 mesi prima, esattamente il 5 maggio del 2002, la promozione in serie C2, vincendo a mani basse e con qualche settimana di anticipo il girone H della serie D. La squadra venne completamente rivoluzionata in estate con l’arrivo di calciatori incredibili per la categoria: dal brindisino doc Mino Francioso, storico capitano del Genoa e fresco cannoniere in serie B a Giorgio Corona, dall’ex enfant prodige della nazionale Gigi Orlandini a Fabio Paratici, attuale D.S. della Juventus, da Luca Athos Puccinelli al fantasista Michele Menolascina e così via con la riconferma di poche pedine: Roberto Taurino, brindisino d’adozione, e Riccardo Sardelli, brindisino di nascita, su tutti.
Il Brindisi è inserito nel girone eliminatorio “Q” insieme a Foggia, Andria, Benevento e Martina, ed al suo esordio paga dazio alla poca amalgama che legava il gruppo di calciatori appena assemblato ed il 21 agosto, pur non avendo demeritato, perde a Benevento per 1 a 0. Dopo di che fu una cavalcata vincente: 2 a 1 sul Martina, 2 a 1 anche allo Zaccheria di Foggia, con reti di Checco D’Amblè e Sansovini e, addirittura, 7 a 1 sulla Fidelis Andria: gli uomini di Boccolini vincono il girone e si qualificano per i sedicesimi di finale che prevedono, come anche i turni successivi, gare di andata e ritorno.

Il 4 dicembre impatta per 1 a 1 allo Iacovone contro il Taranto, con rete biancazzurra di Riccardo Sardelli, e nella partita di ritorno a Fanuzzi un rotondo 2 a 0, grazie alle marcature di Terrevoli e Pinciarelli, garantisce il passaggio al turno successivo.
Negli ottavi di finale il Brindisi di mister Giorgini, nel frattempo subentrato all’esonerato Boccolini, si sbarazza della Palmese vincendo per 3 a 0 in casa e perdendo 4 a 2 in Campania.
Nei quarti di finale doppia vittoria sull’Acireale: 2 a 1 in Sicilia, con reti di Stefani Trinchera e Michele Menolascina, e 1 a 0 al Fanuzzi con gol di Checco D’Ambè.
In semifinale ad Arezzo il Brindisi si fa rimontare il gol iniziale di Paratici e perde 2 a 1, ma poi vince in casa per 2 a 0, con doppietta dell’imperatore Mino Francioso, e si spalancano le porte della finale contro la gloriosa Pro Patria che, da parte sua, aveva via via eliminato Novara, Biellese, Pro Vercelli, Legnano, Valenzana, Albinoleffe, Spezia e Padova.
La partita di andata si gioca a Busto Arsizio il 23 aprile 2003, davanti a circa tremila spettatori di cui poco più di duecento di fede brindisina, ma la partita è irradiata in diretta dalla RAI ed un maxischermo montato a piazza Vittoria consente di ricreare l’atmosfera da stadio anche per chi non si è sobbarcato la lunga e dispendiosa trasferta in terra lombarda.
Mister Giorgini schiera Max Adami tra i pali, Binchi e Di Meo terzini, Trinchera e Taurino al centro della difesa, Iennaco in mediana, Pinciarelli, Menolascina e Terrevoli a completare il centrocampo, Puccinelli e Corona in attacco; nel corso della ripresa subentreranno D’Amblè al posto di Puccinelli e Binchi al posto di Pinciarelli.
Una rete di Luca Athos Puccinelli ad inizio della ripresa regalerà la vittoria al Brindisi.
Siamo giunti all’1 maggio 2003, il giorno della finale di ritorno: allo stadio Franco Fanuzzi già un’ora prima del fischio di inzio sono assiepati 7.500 spettatori, solo nel settore ospiti ci sono degli spazi vuoti, altrove non c’è più spazio nemmeno per uno spillo senza capocchia.
Brindisi si schiera con il suo classico 4-4-2 con Adami in porta, mancando per squalifica i difensori Taurino e Calabro, la linea difensiva è composta da Binchi e Di Meo terzini e Trinchera e Paratici centrali, Iennaco in mediana, Puccinelli e Pinciarelli esterni di centrocampo, Menolascina dietro le due punte Corona e Sardelli. Francioso e Orlandini partono dalla panchina ed entreranno del corso del secondo tempo, mentre Terrevoli già nel corso del primo tempo prenderà il posto dell’infortunato Pinciarelli.
Mister Murano schiera Capelletti; Gilardengo, Zaffaroni, Salvalaggio, Cresta , Turazza, Colombo , Carbone , Chiarotto, Karasavvidis, Romano.
Arbitro dell’incontro il signor Zambon di Padova assistito dai signori Di Liberatore e Pagani.
Intorno al quarto d’ora esplode il Fanuzzi: Pinciarelli scende sulla destra e passa a Sardelli che tocca rasoterra al limite dell’area dove è appostato re Giorgio Corona, dribbling a rientrare di destro e gran botta di sinistro che fulmina l’estremo difensore ospite Capelletti.
Ad inizio della ripresa il Brindisi perde palla a centrocampo, Carbone lancia lungo in area, dove Karassavidis sfugge al controllo di Trinchera e serve Romano che di destro fulmina Adami.
Brivido nel finale con Adamo che si riscatta alla grande, togliendo dall’angolino basso alla sua sinistra un pallone che, su cannonata di Vecchio, sembrava destinata a finire in fondo al sacco.
Al triplice fischio è festa grande sugli spalti ed in campo ed in centinaia si riversano sul terreno di gioco per festeggiare insieme alla squadra la conquista del trofeo tricolore, compiendo il giro d’onore con la Coppa Italia consegnata dal presidente della Lega Pro Mario Tisci al capitano Mino Francioso e passata di mano in mano fra tutti i calciatori con la V sul petto.
Sono ricordi indelebili e colorati di bianco ed azzurro che, a distanza di 18 anni, ci fanno venire ancora i brividi.