di Lorenzo Olivieri per IL7 Magazine
Affrontata anche l’ultima delle Big 4, ossia Venezia, Milano, Brescia e Avellino, il bilancio della New Basket Brindisi si chiude con un prevedibile 0-4 che lascia sorpresi in pochi, nonostante quattro sconfitte consecutive siano difficili da digerire per chiunque. Il calendario è stato nemico della Happy Casa, proponendo un quartetto di impegni improbi, ma a lasciare l’amaro in bocca è l’approccio che Brindisi ha avuto nelle ultime due gare. Anche con Venezia non c’era stata molta convinzione, ma in un modo o nell’altro la partita è stata sempre combattuta; con Milano invece l’approccio è stato ottimo e solo una prova di forza dell’Olimpia ha ribaltato il grosso vantaggio accumulato dalla New Basket nella prima metà di gara; a Brescia e ad Avellino, invece, Brindisi non è quasi scesa in campo. Soprattutto nel derby del Sud, la partita è stata indirizzata dai padroni di casa già nel primo quarto e senza particolari sforzi.
È stata un’ecatombe tecnica da cui è difficile ricavare qualcosa di buono, sia di concreto che a livello di sensazioni. Anzi, la sensazione è la stessa avuta al termine della partita con Brescia, cioè quella di un passo indietro generale, anzitutto come approccio alla gara e poi anche dal punto di vista tecnico.
Un derby a senso unico
L’inizio di Brindisi faceva ben sperare in attacco, dove nei primi minuti la Happy Casa è riuscita a trovare sempre una risposta ai canestri campani. Appena però la vena realizzativa si è esaurita (molto presto), Avellino ha dilagato ricevendo pochissimi grattacapi da parte della difesa biancazzurra. Jason Rich dal perimetro e Fesenko sotto canestro hanno fatto il bello e il cattivo tempo, in apertura ma non solo. Brindisi è stata messa sistematicamente in mezzo nei giochi a due, si è fatta trovare sempre in ritardo sulle uscite e si è accoppiata molto spesso male in transizione. Il risultato è stato uno show realizzativo degli irpini, che hanno tirato complessivamente il 72% dal campo nel primo quarto e il 54% nel secondo. Ciò è ovviamente bastato per spaccare in due la partita fin da subito, anche perché Brindisi in attacco, a parte qualche canestro iniziale e qualche soluzione estemporanea, ha avuto una partita balisticamente simile a quella di Brescia, cioè pessima. E non si pensi che Avellino abbia trovato una giornata di grazia, no: Brindisi ha concesso metri e metri di spazio ai tiratori biancoverdi per far maturare il 70% secco da tre con cui hanno chiuso i primi due quarti, scoprendosi, allo stesso tempo, anche in mezzo all’area.
La Sidigas, al contrario, ha svolto un ottimo lavoro in difesa, mettendo pressione fisica su Moore con i suoi esterni per togliergli spazio, visione ed energie.
Cattive indicazioni per Vitucci e il suo staff arrivano anche guardando al conteggio degli assist: 22 a 12 in favore degli irpini. Appare chiara la diversa qualità nella costruzione del gioco fra le due squadre, e la differenza sta non tanto nel modo di giocare in attacco, quanto di difendere. Brindisi ha concesso davvero di tutti ai propri avversari e questo si riflette nelle percentuali al tiro e di conseguenza anche nel numero degli assist.
Ancora una volta la Happy Casa ha dato pochissimi palloni in post ai propri lunghi, situazione che era invece diventata caratteristica sotto coach Vitucci e che nelle ultime due partite si è vista poco quanto niente. Lydeka, Smith e persino Tepic sono giocatori che posso creare per sé e (soprattutto) per gli altri quando ricevono spalle a canestro. Diventa quindi essenziale coinvolgerli nella costruzione dell’azione d’attacco, come fra l’altro è avvenuto nelle più belle vittorie conquistate dalla nuova gestione tecnica. Contro Bescia e Avellino, invece, i due lunghi brindisini sono stati coinvolti poco in questo senso, nonostante un Lydeka ancora migliore in campo per i suoi, con 21 di Valutazione. Il lituano è alla sua terza uscita positiva, ma solo cinque tiri presi dal campo sono un po’ pochini per il sostituto virtuale di Lalanne che fra l’altro è anche lui un realizzatore molto efficace intorno al pitturato.
Ancora non pervenuto, invece, il compagno di ruolo Iannuzzi, che pare non essersi ancora integrato e non sembra riuscire a portare neanche quell’energia per cui Brindisi l’ha voluto e che ha dimostrato più volte di poter dare alla sua squadra. Non è giusto buttare la croce su di lui, ma è anche estremamente difficile trovare qualcosa di positivo fatto dal lungo di origine avellinese nei sedici minuti passati in campo. Che si guardi alla difesa o all’aggressività a rimbalzo (il contributo offensivo non è mai stato nelle sue corde), non c’è niente che salvi le prime due apparizioni di Iannuzzi con la sua nuova maglia.
Una partita che vale una salvezza
Passati i quattro appuntamenti infernali che hanno visto Brindisi affrontare, una dopo l’altra, tutte le prime quattro della classe, è l’ora per la Happy Casa di racimolare qualche risultato. L’occasione giusta per farlo si presenta non più tardi della prossima giornata di campionato che Brindisi giocherà in casa contro Pesaro. La VL è una diretta concorrente per la salvezza a cui Brindisi ha già avuto la balzana idea di regalare due punti nella gara d’andata. Domenica prossima non è concesso alcun passo falso, perché in caso di sconfitta, Pesaro raggiungerebbe e supererebbe i brindisini in classifica, lasciandoli al penultimo posto avanti solo a Capo D’Orlando.
Una vittoria, invece, con eventuale ribaltamento della differenza canestri, costringerebbe Pesaro virtualmente a sei punti di distanza, considerando anche gli scontri diretti, mettendo una seria ipoteca sul discorso salvezza.
Brindisi però deve tornare a essere quella squadra efficace che ha mostrato di saper essere sotto la guida di coach Vitucci, non può permettersi di mandare in campo i cugini senza talento dei giocatori che hanno battuto Reggio Emilia e Torino. Deve cambiare anzitutto l’atteggiamento, lo spirito e l’approccio alla partita, che è stato una delle note peggiori delle ultime due uscite. In secondo luogo è necessario che Vitucci trovi delle soluzioni ai cambiamenti che recenti partenze e arrivi hanno portato nel roster biancazzurro.
Sotto Vitucci, la Happy Casa non è mai stata così brutta come nelle precedenti due partite. La speranza di tutti i tifosi è che il fondo sia stato toccato e che inizi adesso la risalita verso un livello mentale e tecnico più alto, che questa squadra ha dimostrato di poter esprimere.