Mano calda e tanto studio. “La serie A? Vivo il presente”

Il 12 settembre 2019 per molti, probabilmente, è una data che non dice nulla; non è così, invece, per un giovane di belle speranze che quella sera, nella suggestiva location naturale della Scalinata Virgilio a Brindisi, ha vissuto forse la più intensa emozione dei suoi 17 anni. Emanuele Marzo, da San Pietro Vernotico, 4° liceo scientifico al Monticelli di Brindisi, baskettaro inesauribile da quando aveva tre anni, quest’anno è entrato nel roster della Happy Casa di Lega A guadagnandosi, per il momento, la prima panchina nella gara interna vittoriosa con Leonessa Brescia.
Emanuele non è il primo sampietrano che approda nella massima serie: negli anni ’80 toccò a Marcello Mazzotta, un pivottone di oltre 2 metri che indossò la mitica canotta Libertas, poi qualche anno fa Gianmarco Leggio, un altro giovane interessante uscito dalla fucina della U.S.San Pietro. “Sì – ricorda Emanuele – mamma (una ex giocatrice anche lei, n.d.a.) mi consegnò, prima dell’età prevista, alle istruttrici Sara Arnesano e Daniela D’Aprile del Minibasket USSP; ero curiosissimo con quei pantaloncini decisamente più grandi di me, ma l’amore con la palla a spicchi fu immediato. Nel 2013 il passaggio all’Happy Casa, che non ho più lasciato, salvo un’esperienza in doppio tesseramento con la Serie C della Dinamo Brindisi”. Grandi risultati con la maglia biancazzurra 23 (“non è solo un omaggio a Michael Jordan – spiega – come in molti credono, oltre a lui amo lo stile di gioco di Stephen Curry; semplicemente ho invertito il numero, il 32, che avevo a San Pietro”): Campione regionale U14 Elite nel 2015/16 con 39 punti e 7 triple nella finale contro Cus Bari, titolo prontamente bissato l’anno seguente sempre contro Bari ed ancora top scorer dell’incontro con 27 punti, poi lo scorso anno titolo regionale Under 20. Ma anche importanti momenti di crescita tecnica sottolineati dalle convocazioni al Trofeo delle Regioni di Bologna ed agli importanti tornei Felix di Caserta, Gran Galà dell’ Umbria a Perugia, Next Gen del dicembre scorso a Bologna. E proprio ad un Torneo Giovanile del giugno 2018 (Quadrangolare Under 16 di Giulianova) è legato un ricordo decisamente emozionante: “una serata magica, quella della finale con Teramo, dove misi a segno ben 49 punti portandomi a casa vittoria con i miei compagni e la coppa individuale di MVP del torneo”. Il suo coach Antonio Cristofaro ha parole di grande apprezzamento per lui: “Emanuele è un giocatore dotato sia fisicamente che tecnicamente e questo basterebbe per descrivere un buonissimo giocatore, ma lui negli anni ha dimostrato una personalità, una fiducia nei propri mezzi ed un feeling con il canestro che lo rendono fra i più forti realizzatori che la Puglia abbia espresso a livello giovanile; quindi un giocatore di grandissima futuribilità, a condizione che associ però un lavoro ancora più duro in palestra per migliorare sia fisicamente che in alcuni aspetti del gioco (in difesa, se non si fosse capito!)”. Quando gli riporto le giuste aspettative del suo coach, “Ema” – come lo chiamano in campo – scuote la testa e conferma che la difesa non è decisamente il suo cavallo di battaglia; magari vorrebbe dire che, da buon tiratore, in qualcosa si deve pur “risparmiare”, ma correttamente non lo fa.
Poi gli sparo a bruciapelo: “Ma è vero che hai fama di playboy?”. Ride di gusto. “Ma nooo. Tutto è nato da un episodio durante l’Interzona di Rieti 2017: la sera, in libera uscita, io ed un mio compagno facendo un giro in città facciamo amicizia con due ragazze del posto. Queste, sorprendentemente, la mattina dopo si presentano in hotel e cercano di arrivare, senza riuscirci, nelle nostre camere per fare colazione insieme. Ovviamente l’episodio diventa motivo di sfottò per tutto il torneo con un «eh, ma ddhre ddoi» dei nostri compagni ad ogni tiro sbagliato”. Playboy o no, Emanuele si concede di ben figurare anche in un altro hobby che pratica con lusinghieri risultati: portiere di calcetto pluripremiato per le sue doti atletiche. E nonostante tutti questi impegni sportivi anche il rendimento scolastico non presenta incertezze. Ne è, ovviamente, soddisfatta mamma Virginia sua prima tifosa e critica: “mamma è molto esigente: se durante una partita o un allenamento non ho dato il massimo, mi fa notare eventuali errori che, a modo suo, mi invita a correggere. Nonostante tutto, però, è la prima che mi incoraggia e mi regala la voglia di andare avanti; anche papà è molto esigente, però ha un modo differente di mostrarmi gli errori, lo fa riprendendo ogni partita e pubblicando i video migliori sul mio canale youtube”.
Un giovane atleta, insomma, supportato da una famiglia di sportivi; ma soprattutto un ragazzo con la testa sulle spalle e senza grilli per la testa, come confermano le parole con cui si congeda dal nostro incontro: “quest’anno sarò impegnato con la Under 18 DNG e con l’Under 20, spero di dare un buon contributo. No, non mi aspetto del minutaggio in Serie A né ho un sogno da raggiungere, vivo il presente e colgo tutte le opportunità che mi da la vita e lo sport”.
Buona vita, allora, “Ema”!