New Basket, alla ricerca di equilibri aspettando Tyler Stone

Dopo l’eliminazione dalla Supercoppa in un finale di partita rocambolesco contro Venezia, Brindisi apre il campionato di Serie A 2019/20 lasciando per strada i due punti nell’esordio in casa con Cantù, e vincendo in trasferta a Roma contro una Virtus fin troppo arrendevole.
Una prima impressione avuta dopo questi primi due incontri, è che Vitucci sia ancora alla ricerca degli equilibri giusti all’interno della squadra, nonostante le ottime sensazioni avute dopo le amichevoli iniziali di preparazione. Lo dimostra ad esempio l’utilizzo alterno di Campogrande, impiegato da Vitucci appena 7 minuti contro Cantù e 17 minuti contro Roma, segno che le rotazioni sono tutt’altro che consolidate, al momento.
Concorrente a questa situazione di temporaneo assestamento è stato sicuramente l’infortunio occorso a Tyler Stone, inizialmente centro titolare della Happy Casa che aveva dimostrato ottime capacità realizzative e abilità atletiche. Purtroppo Stone resterà fuori almeno per il primo mese di stagione regolare, e l’arrivo in sostituzione di Bogdan Radosavljevic ha sì messo una pezza nel reparto lunghi brindisino, ma ha costretto la squadra ad adeguarsi ad un centro del tutto diverso da Stone. Il tedesco di origini slave è infatti un giocatore molto dissimile dall’americano: Radosavljevic ha dimostrato ottime doti tecniche come passatore e anche un discreto range di tiro, affidandosi un paio di volte addirittura a tentativi da oltre l’arco dei tre punti, ma è sicuramente meno mobile di Stone, meno atletico e meno verticale. La fase di ambientamento all’interno della sua nuova squadra, inoltre, non è ancora terminata e ogni tanto il nativo di Jogodina dà l’impressione di essere un po’ avulso dalla manovra, facendo affidamento più ad istinti personali di gioco piuttosto che a meccaniche di squadra consolidate. Ed è del tutto comprensibile che sia così.
Anche il resto della squadra è ancora alla ricerca di equilibri e gerarchie. Darius Thompson, ad esempio, che doveva (e deve) essere uno dei leader della formazione brindisina, sta facendo molta fatica dopo un avvio scoppiettante in preparazione. Per lui un impatto negativo contro Cantù, con appena un punto segnato e -5 di valutazione. La negatività della sua prestazione la si legge anche nell’impiego limitato che Vitucci gli ha riservato, concedendogli appena 22 minuti in campo – per paragone, Zanelli, la sua diretta riserva, ne ha giocati 19, quasi quanto lui.
Thompson si è poi rifatto contro Roma, è vero, con 21 punti segnati in 29 minuti di utilizzo, ma la prestazione contro la Virtus va presa con le pinze vista l’arrendevolezza dell’avversario. La sensazione è che il playmaker americano stia facendo più fatica del previsto a prendere le redini della squadra e a trascinarla col talento offensivo di cui ha dato dimostrazione. Tant’è vero che in queste prime due partite si è visto spessissimo Banks in fase di avvio dell’azione, nonostante il capitano biancazzurro sia più a suo agio nel finirle, le azioni.
A proposito di Banks: è apparso chiaro che la guardia classe ’86 non abbia più nelle gambe il minutaggio che aveva nelle passate stagioni. È stato autore di buonissime prestazioni da 17 punti ciascuna (+10 rimbalzi all’esordio con Cantù), ma la sensazione è che in alcuni momenti della gara tenda a risparmiare le energie, per poi esplodere in momenti di dominio assoluto. Questo diventerà sempre più evidente con l’andare del campionato e soprattutto con l’inizio della Champions League, che costringerà tutto il roster brindisino ad un logorio fisico completamente diverso rispetto a quello dell’anno scorso. Proprio per questo è importante che Thompson, di quasi dieci anni più giovane, inizi a lasciare un’impronta sempre più vistosa sulla partita, in modo che Banks possa assumere un ruolo da comprimario senza che la qualità dell’attacco ne risenta.
Su John Brown invece c’è poco da dire: è lo stesso animale di razza che i tifosi brindisini hanno imparato ad amare durante la scorsa stagione, con gli stessi pregi e gli stessi difetti. La sua esuberanza sia fisica che caratteriale lo portano talvolta a commettere ingenuità difensive, come portare un raddoppio non necessario, lasciando il proprio uomo libero e costringendo i compagni a ruotare, oppure portare un aiuto fuori tempo. Di contro però non farà mai mancare la sua energia sulle due metà campo.
In attacco poi ha assunto un nuovo livello di fiducia, derivato anche dal fatto che ora Vitucci lo cerca con chiamate e schemi disegnati proprio per farlo ricevere con un quarto di campo libero per l’1 contro 1. Per Brown il campionato si è aperto con due ottime prestazioni da 17 e 14 punti, prendendosi ben 11 e 10 tiri dal campo, segno di quanto la squadra lo cerchi come terminale offensivo e di quanto lui abbracci questa fiducia.
Kelvin Martin è stato un po’ altalenante durante la fase di preparazione e in Supercoppa, ma ha iniziato il campionato con due partite in doppia cifra per punti, 10 e 14, catturando 6 e 7 rimbalzi, e fornendo un ottimo bilanciamento fra attacco e difesa. In attacco non ha un tocco dolcissimo e si affida più all’esplosività, mentre in difesa le sue qualità sono indiscusse, e sarà spesso l’uomo a cui Vitucci affiderà l’esterno avversario più pericoloso. La sensazione è che Martin possa essere il barometro della squadra: se saprà dare un contributo importante anche in fase offensiva, fornendo una prestazione a tutto tondo – un po’ come faceva Chappell l’anno scorso – allora Brindisi potrà fare il salto di qualità.
Sensazioni positive arrivano dalla panchina, dove Zanelli e Campogrande si stanno dimostrando due ottimi backup per gli esterni, portando personalità ed energia. A loro si chiede di prendersi maggiori responsabilità, per non far calare l’apporto offensivo quando Banks, Thompson e gli altri titolari riposano. Lo stesso discorso è applicabile a Raphael Gaspardo, autore di due buone partite da 10 e 8 punti, con un complessivo 3/4 da 3 punti. Gaspardo ha dimostrato di avere tiro e atletismo, ed entrambe queste caratteristiche vanno portate con più convinzione, in quanto fondamentali per la second unit brindisina.
In generale, la Happy Casa è parsa un po’ troppo legata al talento di Banks e Brown e ai loro momenti di dominio offensivo. Gli altri, a partire da Thompson, dovranno presto fare un passo avanti e assumersi maggiori responsabilità, perché fra quindici giorni, quando inizierà la Champions League, non sarà più pensabile di affidare ai due reduci dello scorso anno un simile fardello offensivo per ben due partite a settimana.
Il tempo è comunque dalla parte di Vitucci e della Happy Casa tutta. Siamo ancora alle battute iniziali ed una fase di assestamento è normale. Fase in cui Brindisi ha comunque fatto vedere ottime cose – una su tutte l’atteggiamento, che resta in generale sui livelli dello scorso anno – su cui si può e si deve costruire.
La stagione sarà lunga e difficile, col doppio impegno settimanale, ma Brindisi ha, sulla carta, tutte le qualità per poter far bene tanto in Europa quanto in Italia.
Il prossimo turno di campionato vedrà la Leonessa Brescia ospite al PalaPentassuglia, e sarà un banco di prova importante, considerando che la Germani è reduce da una sontuosa vittoria esterna contro l’Olimpia Milano. Brindisi deve vincere, se non vuole ritrovarsi a rincorrere fin da subito le prime della classe.
(Foto Vincenzo Tasco)