New Basket Brindisi, a Milano la partita perfetta

Milano – Brindisi
La partita al Forum presentava tutti gli sfavori del pronostico per la Happy Casa Brindisi, che però ha regalato ai suoi tifosi una prestazione memorabile, strappando due punti che non le appartenevano e battendo in trasferta la squadra più blasonata d’Italia.
Se esistesse la partita perfetta, quella disputata dai ragazzi di Vitucci domenica all’ombra della Madonnina ci andrebbe tremendamente vicino. Brindisi è scesa in campo concentrata e senza pressioni, giocando sulle ali dell’entusiasmo e allo stesso tempo avendo ben chiaro cosa dovesse fare per battere una corazzata come l’Olimpia. In difesa la Happy Casa è stata, fin dalla palla a due, concentrata e diligente, con rotazioni e aiuti difensivi sempre puntuali, senza mostrare alcun punto debole facilmente sfruttabile da Milano. Soprattutto Brown e Stone hanno fatto un lavoro encomiabile sui lunghi avversari, nettamente più alti e grossi, riuscendo a giocare quasi sempre d’anticipo, negando il passaggio dentro diretto e forzando i giocatori di Ettore Messina a trovare soluzioni alternative.
Anche in attacco l’atteggiamento è stato quello giusto: faccia tosta e zero paura dell’avversario hanno consentito a Brindisi di giocare in scioltezza. In fondo, anche i tiri pesanti sono facili se presi con fiducia. Il pick and pop con Tyler Stone sembra poter essere un pezzo importante dell’arsenale biancazzurro, perché il lungo americano è veloce, mobile, ha buona proprietà di palleggio e più battere facilmente i closeout difensivi; ma soprattutto è capace di punire lo spazio concessogli dai lunghi avversari, quasi sempre più lenti e statici di lui, con un tiro da fuori mortifero e preso con estrema sicurezza.
A Stone va riconosciuto l’encomiabile lavoro evidentemente fatto in estate, perché questo Stone non è lo stesso giocatore visto a Cantù la passata stagione: è semmai la sua versione 2.0, rivisitata e corretta. Questo lavoro è sublimato in una prestazione a dir poco mostruosa che parla di 26 punti con 6/10 da tre, 12 rimbalzi di cui 4 offensivi, la bellezza di 6 assist e anche 2 recuperi, per non farsi mancare niente. Meritatamente è stato nominato MVP assoluto della quarta giornata di campionato.
La fase offensiva più bella e appagante in assoluto messa in mostra da Brindisi rimane la fase di transizione, dove la squadra di Vitucci incarna alla perfezione tutti i principi del contropiede che gli allenatori insegnano fin dal minibasket. I Brindisini infatti si allungano immediatamente per il campo dopo un rimbalzo difensivo o una palla recuperata, occupando ottimamente le corsie laterali e correndo a testa alta, sempre in cerca del passaggio verso il compagno in posizione più avanzata. Splendide sono state un paio di transizioni fulminee in cui Brindisi ha guadagnato tutto il campo in due passaggi, mandando un proprio giocatore a concludere quando Milano doveva ancora rientrare dalla metà campo offensiva.
Il parziale più importante per la Happy Casa arriva in avvio di secondo quarto, quando la squadra pugliese piazza un netto 13-2 che costituirà il vantaggio ottimamente mantenuto fino alla fine dai brindisini. Milano tira fuori l’orgoglio nel quarto periodo e rientra fino al -1, affidandosi al talento sconfinato di Sergio Rodriguez e ad una difesa 2-3 molto sofferta dai pugliesi. Anche in questa circostanza, encomiabile è stato l’atteggiamento della Happy Casa, che mai si è lasciata sopraffare dal momento e ha sempre respinto gli attacchi di Milano. Martin ha segnato forse il canestro più importante della partita, prendendo un rimbalzo offensivo fondamentale e riportando Brindisi a +6 su uno degli ultimi possessi offensivi della gara. Banks, poi, un po’ a sorpresa, ha giocato un ultimo possesso difensivo letteralmente perfetto contro un Rodriguez autore fino a quel momento di 7 triple: il capitano della Happy Casa resiste a due finte dello spagnolo, negandogli il tiro da tre, facendo poi fallo sul palleggio per concedere solo due liberi e non consentire all’Olimpia di pareggiare. Da incorniciare le prestazioni di tutto il quintetto base brindisino: oltre a Stone, di cui si è già detto, Banks chiude con 17 punti, Brown con 18, Martin attenta alla tripla doppia con 8 punti, 7 rimbalzi e 6 assist e Thompson gioca una partita di rara pulizia, mettendo a referto 12 punti con pochissimi errori.
Neptunas Klaipeda – Brindisi
L’esordio in Champions League ha un sapore amaro per Brindisi, che dopo la super-prestazione contro Milano non poteva avere le stesse energie fisiche e mentali appena 48 ore dopo.
Nella conferenza stampa post partita con l’Olimpia, Vitucci aveva dichiarato che avrebbe utilizzato le partite di coppa anche per dare minuti e fiducia ai giocatori che in campionato hanno meno spazio, e così ha fatto. In Lituania è partito con un quintetto inedito, che vedeva Campogrande al posto di Banks e Radosavljevic al posto di Stone. Il tedesco è stato cavalcato fin da subito dalla propria squadra e ha risposto presente all’appello, mostrando un’ottima tecnica personale spalle a canestro e segnando 6 dei primi 8 punti per Brindisi. La scelta di Vitucci ha senso, perché Radosavljevic era in assoluto il più fresco del roster brindisino, avendo riposato in campionato, e anche perché il Neptunas non era una squadra particolarmente imponente. È un peccato che quei 6 punti siano anche gli unici da lui messi a referto nell’intera partita, e che non sia stato sfruttato maggiormente con l’andare della gara.
Campogrande invece fa il percorso diametralmente opposto, partendo male ma trovando redenzione nell’ultimo quarto, durante il quale segna canestri importanti che consentono alla Happy Casa di rimanere aggrappata al match. Altro impatto positivo l’ha avuto a sorpresa Antonio Iannuzzi, tenuto in campo appena tre minuti contro Milano e che martedì è risultato invece il più positivo dei suoi con una efficiency di +13.
Brindisi ha giocato una bruttissima partita in difesa, concedendo continue linee di penetrazione e tiri facili al ferro – il Neptunas ha tirato col 67% da due, e se concedi queste percentuali in trasferta, diventa difficile vincere contro chiunque.
In attacco la squadra di Vitucci è stata semplicemente mediocre, mostrando lampi di netta superiorità ma sbagliando anche diverse soluzioni alla propria portata, troppe per poter pensare di rimediare ad una prestazione offensiva così scadente.
Che sia colpa della stanchezza (come detto, ci può stare che Brindisi fosse scarica nella testa e nelle gambe dopo la prova del Forum), del poco tempo a disposizione per preparare la partita, o della poca abitudine dei giocatori a stare insieme in campo – visto l’alto numero di quintetti inediti schierati da Vitucci – importa poco. La gara resta difficile da leggere proprio per tutti questi problemi, ma la sensazione è che il Neptunas fosse nettamente alla portata della Happy Casa.
Di positivo ci sono sicuramente le prestazioni degli italiani e il fatto che, nonostante la brutta partita, Brindisi abbia rischiato addirittura di vincerla – e ci sarebbe riuscita con una migliore gestione degli ultimi due minuti. Vitucci ha dato fiducia alle sue seconde linee tenendo in campo il quintetto italiano (più Martin) negli ultimi cinque minuti della gara, e grazie a quel quintetto la Happy Casa si è rifatta sotto nel punteggio. Il coach brindisino può ritenersi sicuramente soddisfatto in questo senso.
Stanchezza e poco tempo a disposizione per preparare adeguatamente le partite saranno problemi che Brindisi sarà chiamata ad affrontare da qui in avanti, e dalla loro soluzione passeranno i successi in campionato e coppa, dove la Happy Casa dovrà affrontare, rispettivamente, Pesaro e Bonn, entrambe davanti al proprio pubblico.