di Lorenzo Olivieri per IL7 Magazine
Obiettivo stagionale, finalmente, raggiunto. La Happy Casa Brindisi si salva con una giornata di anticipo battendo in casa Reggio Emilia, bissando il successo dell’andata contro gli emiliani. La Grissin Bon non aveva molti stimoli, essendo fuori sia dalla lotta salvezza che dalla corsa ai playoff. Tuttavia la formazione di Menetti non ha lasciato nulla di intentato (salvo forse il fallo intenzionale negli ultimi secondi) e Brindisi ha, nonostante ciò, aggredito la partita con ben altro spirito rispetto a quello mostrato nell’ultimo mese. L’approccio è sembrato quello dei tempi migliori, subito dopo l’arrivo di Vitucci che aveva scosso ambiente e spogliatoio, ed è stato proprio grazie a questa ritrovata verve che la Happy Casa è riuscita a incanalare la contesa fin da subito sui binari giusti.
Vs Reggio: Esecuzione e determinazione
Se si volessero trovare due parole per descrivere la prestazione brindisina, queste due sarebbero ottime candidate. La New Basket è tornata a giocare una pallacanestro corale in cui l’obiettivo comune è trovare e sfruttare situazioni di vantaggio, al contrario della sterile e svogliata circolazione di palla messa in mostra nelle ultime partite. Nel finale, poi, è stata brava a resistere al ritorno inevitabile di Reggio, mantenendo la testa della partita fino alla fine.
Come già all’andata, una delle situazioni più cavalcate da Vitucci in attacco è stato isolare in uno contro uno Della Valle contro Tepic e Suggs. Il primo ha portato il reggiano diverse volte spalle a canestro, dove ha più chili ed esperienza per riuscire a portare a casa due punti, mentre l’americano lo ha attaccato dall’esterno su un quarto di campo arrivando un paio di volte facilmente al ferro. Tutto questo contornato da un movimento di uomini e palla che ha consentito di arrivare alle suddette situazioni in maniera dinamica: troppe volte si è visto Tepic, ma soprattutto Suggs palleggiare sul posto mentre tutti gli altri sono fermi, cercando di battere una difesa schierata e già preparata a quello che sarebbe successo. Contro Reggio invece, Brindisi ha portato la palla dove voleva in modo veloce, dinamicamente, e questo fa tutta la differenza del mondo. Quando si parla di “flow” dell’attacco, si intende proprio questo. La differenza non la fa lo schema o il playbook dell’allenatore, bensì il modo in cui quello schema viene eseguito, il ritmo di giocatori e palla che porta ad una determinata situazione.
La Grissin Bon propone immediatamente una 3-2, forse anche nel tentativo di mascherare queste deficienze nell’uno contro uno di alcuni suoi uomini chiave, ma la zona appare lacunosa e Brindisi la attacca benissimo aprendo il campo, mantenendo le spaziature larghe e giocando un pick and roll alto che porta un lungo (quasi sempre Lydeka) a tagliare forte nel pitturato, nel cuore della difesa.
Nel complesso l’attacco brindisino nel primo tempo è molto fluido, prende scelte veloci che si rivelano quasi sempre giuste, mantiene spaziature ottimali (mentre le spaziature sono solitamente state un problema per Brindisi) e porta la palla esattamente dove vuole. Smith è molto più coinvolto in fase di creazione del gioco rispetto a quanto lo sia stato in tempi recenti, e i risultati si vedono: l’ala americana smazza 4 assist nei primi due quarti, genera gioco anche quando gli assist non arrivano e fa intravedere un paio di palle al bacio che solo chi è un giro avanti a tutti gli altri poteva pensare di dare.
Al netto di alcune dimenticanze difensive gravi ed errori di comunicazione soprattutto su giochi a due, il primo tempo di Brindisi è stato impeccabile. Reggio è rientrata nel terzo quarto (dopo aver toccato il massimo svantaggio su -20) perché è squadra di maggior talento, ma non è mai riuscita ad agganciare la contesa, merito di Brindisi che è rimasta concentrata anche quando hanno intravisto gli avversari nello specchietto retrovisore.
La chiave è stata continuare a eseguire. Sempre, anche con Reggio a -2. Non andare nel panico iniziando a forzare soluzioni non nelle corde dei giocatori, ma continuare a cercare la soluzione migliore, il tiro pulito, nonostante l’intensità difensiva della Grissin Bon fosse aumentata nettamente nella seconda metà, concedendo a Brindisi appena 31 punti contro i 44 concessi nel primo tempo.
Vs Cantù: testa libera
L’ultima giornata di campionato contro Cantù è più che altro una passerella ma Brindisi ha giocato una partita sorprendentemente solida, mettendo in difficoltà i padroni di casa fino agli ultimi minuti del match. Lydeka non è sceso in campo e questo ha portato Iannuzzi a quello che è probabilmente il più largo utilizzo in campo della sua carriera in una singola partita: ben 35 minuti. Il lungo campano ha anche risposto benissimo, per presenza e rendimento, realizzando 16 punti e raccogliendo 7 rimbalzi.
Era una gara che per Brindisi non aveva alcun peso e si è visto nella leggerezza con cui la formazione di Vitucci ha eseguito. È tornato a vedersi il movimento degli uomini e palla che tanto era mancato prima delle ultime due uscite e in generale la Happy Casa ha davvero ben figurato, tenendo la contesa aperta fino alla fine contro una Cantù che invece doveva vincere assolutamente per non rischiare di essere buttata fuori dai playoff dalla classifica avulsa. Retrocede invece in serie A2 Capo d’Orlando, mentre Pesaro si salva-
Altra prestazione monstre di Smith, che dalla difesa all’attacco ha fatto davvero di tutto in campo.
Testa all’anno prossimo
Si conclude così anche ufficialmente la stagione della Happy Casa, in un crescendo onestamente insperato visto l’andazzo degli ultimi due mesi o giù di lì. È stata sicuramente un’annata difficile in cui si è reso necessario cambiare tanto per trovare infine una quadratura. E quando questa era stata finalmente trovata, la cessione di Lalanne (utile sicuramente a monetizzare) ha costretto a ricominciare tutto da capo.
Non si può certo parlare di stagione positiva, ma il successo sul campo non è mai garantito, men che meno per una squadra come Brindisi, e questo, chi scrive, non si stancherà mai di sottolinearlo. Per l’anno prossimo sarà necessario programmare con criterio fin da subito, in modo da gettare basi solide, basi che possano rimanere a prescindere da quello che succede ai piani alti, basi che possano garantire la permanenza e il successo di Brindisi nella nostra serie A.