di Lorenzo Olivieri per IL7 Magazine
Non è stata una partita particolarmente bella, quella giocata al Taliercio fra Venezia e Brindisi. Sarà stato l’effetto della matinée, o semplicemente un turno di appannamento per entrambe le squadre, ad ogni modo sia la Reyer che la Happy Casa sembravano non essere scese mentalmente in campo. Il risultato è stato uno spettacolo grigio dal punto di vista tecnico, una gara piena di errori banali e orfana di energia e voglia di vincere da ambo le parti.
È stata una partita difficile da leggere dal punto di vista tattico proprio perché nessuno in campo si è espresso al suo meglio, per cui la gara è divenuta sfilacciata, rapsodica, poco chiara e lineare. Ed è un peccato che Brindisi non abbia avuto un approccio un filo diverso, perché con una Venezia così distratta e poco concreta, che ha permesso ad una brutta Happy Casa di rimanere comunque in partita fino alla fine, sarebbe bastato davvero poco per portare a casa la W.
Sofferenza in area
Per la prima volta da diversi turni di campionato a questa parte, Brindisi ha patito il reparto lunghi rivale. Normalmente sono Lalanne e Smith a creare grattacapi ai pari ruolo avversari, mentre contro Venezia uno dei più grossi problemi della difesa brindisina è stato Peric. In generale la New Basket ha sofferto molto a centro area sia in attacco che in difesa, con il già citato Peric e il suo compagno Biligha (autori rispettivamente di 21 e 10 punti) andati ben oltre le loro medie realizzative stagionali e autori di circa due terzi dei punti totali di Venezia.
Brindisi è stata punita, soprattutto nell’ultimo quarto, da giochi a due in cui Peric e Biligha, entrambi rollanti capaci e agili, hanno attaccato con decisione il pitturato riuscendo a trovare la strada per il ferro diverse volte consecutive. Altra situazione su cui la Happy Casa ha sofferto molto è stata sui backdoor avversari. Brindisi ne ha subiti diversi consecutivamente senza riuscire a trovare un rimedio efficace, soprattutto nell’ultimo quarto. È stato probabilmente l’unico momento della partita in cui una delle due squadre ha eseguito con lucidità trovando le soluzioni migliori, e non sorprende che la squadra che è riuscita a farlo è anche quella che alla fine ha portato a casa il risultato.
Difensivamente, Venezia ha tolto a Brindisi quella che nelle ultime, positive uscite era stata per distacco la sua miglior arma offensiva: il gioco interno. La Reyer ha coperto bene l’area scongiurando passaggi facili e impedendo, soprattutto a Lalanne, di prendere una chiara posizione in post. C’è anche da dire che il lungo haitiano è parso particolarmente spento, forse come mai prima d’ora, lento e impacciato nei movimenti e in fase di ricezione. Più volte si è trovato a tu per tu col canestro grazie ad uno dei tanti passaggi illuminanti di Smith, senza riuscire a concludere principalmente per mancanza di cattiveria ed energia. Ciò ha agevolato notevolmente il lavoro della difesa veneziana, di certo non perfetta e costante, ma brava a togliere a Brindisi la sua prima opzione. Purtroppo per i brindisini, la Happy Casa non è riuscita a trovarne una seconda: Moore non si è acceso come era riuscito a fare nel precedente paio di partite, chiudendo con un impietoso 1-10 dal campo, con la compartecipazione del buon lavoro difensivo di Tonut e De Nicolao. In generale tutta la difesa ha asfissiato il playmaker biancazzurro non concedendogli tiri facili che potessero farlo entrare in partita. Moore ha dovuto sudarsi ogni singolo punto dalla lunetta, andando a cercare avventure a centro area, cosa che non fa mai molto volentieri.
Il resto del team brindisino ha confermato la sua scarsa predisposizione al tiro da tre punti, col solo Mesicek a risultare pericoloso. L’esterno sloveno ha fatto registrare ancora una volta un’ottima prestazione dall’elevata efficienza offensiva, realizzando 16 punti in appena 22 minuti di utilizzo e tirando con oltre il 66% dal campo, ed è stato davvero l’unica nota positiva di una prestazione di squadra particolarmente incolore.
Cambiamenti in vista
Per Brindisi è stata forse la prima partita dell’era Vitucci in cui s’è visto un attacco statico e privo di spunti, memore di quanto di brutto s’era visto con Dell’Agnello. Di certo, come già scritto, molti meriti sono da attribuire alla difesa della Reyer, ma i giocatori brindisini sono apparsi particolarmente spenti, Lalanne su tutti. Che questo appannamento fosse dovuto ad un fisiologico calo fisico o ai recenti rumors che vorrebbero il centro haitiano vicino al Besiktas, lo si potrà scoprire solo nei prossimi giorni, quando arriverà la conferma o la smentita ufficiale.
Nel caso la notizia venisse confermata, allora il nuovo acquisto Lydeka potrebbe non essere in sostituzione di Oleka, come tutti si aspettavano, quanto proprio per coprire il vuoto lasciato dal miglior giocatore di Brindisi. Il trentacinquenne lituano può sicuramente portare esperienza e minuti di qualità, essendo anche lui un lungo versatile in grado di essere pericolo non solo vicino a canestro, ma di certo non può essere un rimpiazzo a tempo pieno di un giocatore come Lalanne, che sta in campo trenta minuti di media e segna quasi una doppia doppia a partita. In questa fase è necessario capire se ci sarà un ulteriore innesto o meno, e nel caso, chi arriverà, per poter immaginare quale sia l’equilibrio futuro della New Basket Brindisi. Se nei piani della dirigenza Lydeka deve effettivamente sostituire Lalanne, è chiaro che il cammino per conquistare la salvezza si farà ancora più duro.
Molte voci, comunque, danno Brindisi in trattativa col lungo finlandese passaportato statunitense Erik Murphy. Il finnico è un giocatore di una certa esperienza internazionale, è stato draftato al secondo giro dai Bulls e ha già giocato da professionista in Europa. La sensazione è che Lalanne sia comunque più talentuoso di Murphy, ma è probabile che la coppia Murphy-Lydeka sia almeno quantitativamente vantaggiosa rispetto al solo Lalanne che al momento, per usare un’espressione calcistica, fa reparto da solo.
Stando alle voci di corridoio, la squadra turca sarebbe disposta a pagare un buyout di oltre centomila euro per accaparrarsi immediatamente il talento haitiano. Se la voce è vera, la cifra è importante e una squadra come Brindisi non può lasciarsi sfuggire un’occasione del genere, non ci sono molte altre possibili alternative. È certamente un peccato, però, che ciò accada proprio nel momento in cui la Happy Casa sembrava aver trovato la tanto agognata quadratura del cerchio, con gerarchie ben definite e un equilibrio crescente di partita in partita. Rimuovere quello che fin dall’inizio è stato il principale go-to guy della squadra non può che sconvolgere questo equilibrio.
Stando così le cose, è difficile fare pronostici sul prossimo futuro, almeno finché la matassa non verrà del tutto sbrogliata rivelando il nuovo aspetto del roster brindisino. Difficile immaginare che Lalanne giochi la sua miglior partita contro Milano, con in testa un cambio così drastico a cui pensare.
(Articolo chiuso in tipografia il 7 febbraio)