di Lorenzo Olivieri per IL7 Magazine
Il banco di prova era decisamente troppo arduo, ma la Happy Casa Brindisi tutto sommato non ha sfigurato contro un avversario di ben altro spessore come Milano. Nonostante le difficoltà incontrate in questa stagione dall’Olimpia, la differenza di taglia fisica, profondità e talento era troppo marcata per poter pensare di mitigarla senza un allineamento ben preciso degli astri.
La partita arrivava fra l’altro in un periodo delicato per la società pugliese, attivamente impegnata sul mercato con la cessione di Lalanne, diretto verso terre turche, l’arrivo di Lydeka e le voci di un possibile nuovo innesto. Sono settimane di transizione in cui è stato perso il primo punto di riferimento offensivo della squadra, gli equilibri sono cambiati proprio nel momento in cui cominciavano ad assestarsi e c’è tanto movimento intorno al gruppo.
Nonostante tutto ciò, Brindisi ha messo su un eccellente primo tempo chiuso in vantaggio e in cui è stata avanti anche di quattordici punti. Nella seconda metà, nonostante il ritorno di Milano e nonostante a un certo punto la partita fosse chiaramente indirizzata, la Happy Casa è stata brava a non prendere un’imbarcata, anzi, un paio di volte ha ridotto uno svantaggio vicino alle venti lunghezze fino a chiudere sul -12, uno scarto che certo non può far felici ma che fa tutto sommato onore all’impegno messo in campo dalla squadra di Vitucci.
Una partita dai due volti
L’andamento della gara è stato soggetto a due correnti chiare e distinte. Nei primi quindici minuti, complice anche un approccio di Milano scarico e distratto, Brindisi ha senza mezzi termini fatto la partita, dando l’impressione di non patire eccessivamente l’assenza di Lalanne, prontamente sostituito in quintetto dal nuovo arrivato Lydeka. La New Basket ha mostrato un’esecuzione offensiva pulita, decisa e veloce che era mancata per tutta la gara di Venezia. Interessanti sono state alcune situazioni in cui ad iniziare l’azione non era Moore, ma Tepic o alle volte anche Suggs, mentre il play statunitense sfruttava le doppie uscite sulla linea di fondo per smarcarsi. Moore non è proprio un portento in uscita dai blocchi, ma farlo giocare off the ball può essere un esperimento fruttuoso se implementato meglio e sfruttato per più minuti.
Brindisi ha creato bene anche da pick&roll dinamici, arrivati al centro di un movimento di squadra e non eseguiti staticamente a giochi rotti. Da lì, Smith e Lydeka hanno ricevuto spesso a centro area e letto l’aiuto, scaricato in angolo per ben tre triple piedi a terra di Suggs, il quale ha dimostrato di poter segnare con buone percentuali prendendo tiri costruiti e con un minimo di spazio.
In generale l’attacco brindisino ha fatto davvero una bella figura in avvio, facendo dimenticare la prestazione stagnante con Venezia. La difesa Milanese ha dato certamente una mano dimenticando diverse volte Lydeka solo a centro area e offrendo ben poca resistenza agli uno contro uno, cionondimeno Brindisi è stata brava a far pagare ogni singolo errore degli avversari.
Ottimo l’impatto offensivo dell’ultimo lituano arrivato in casa New Basket, che non fa rimpiangere, almeno nei freddi numeri, l’apporto di Lalanne. Esordio da 15 punti con il 100% dal campo per lui, e una presenza sempre costante nonostante i 33 minuti che si è visto costretto a giocare. La sensazione è che il suo minutaggio ideale sia intorno ai 20-25, in modo da averlo sempre fresco e non compromettere la sua efficacia. Tau ha dimostrato anche ottime letture dal post basso: suo il bellissimo assist per una delle suddette triple piedi a terra di Suggs, servito leggendo il raddoppio che arrivava in post su di lui. Anche l’affiatamento con Smith sembra essere nato subito nonostante la breve convivenza, coi due trovati spesso a dialogare in alto-basso.
L’impatto di Lydeka è stato meno efficace però a rimbalzo, dove il lituano non è riuscito a brillare contro la frontline milanese, catturando soltanto tre palloni. Certo l’Olimpia è un test arduo per chiunque, ma è evidente che l’atletismo e la fisicità del trentaquattrenne lituano non sia e non possa essere la stessa dell’haitiano, quasi dieci anni più giovane. A questo Brindisi dovrà riuscire a mettere una pezza lavorando di squadra a rimbalzo, senza lasciare la responsabilità solo ai propri lunghi.
La partita è cambiata drasticamente nell’ultima parte del secondo quarto, quando Milano, dopo aver toccato il massimo svantaggio, ha aumentato la propria intensità soprattutto in difesa, rendendo la vita impossibile agli avversari. L’Olimpia ha di fatto serrato l’area che era stata terreno di conquista per i biancazzurri fino a poco prima e ha iniziato a mettere davvero pressione sugli esterni, accennando diverse volte una zone press a tutto campo, togliendo linee di penetrazione e passaggi facili. Tutto ciò ha trasformato la partita in un tiro al bersaglio da parte di Brindisi, che non è più riuscita a trovare la via del canestro da vicino ed ha dovuto accontentarsi di sparare a salve dalla distanza (0-10 di squadra da tre nel terzo quarto). L’attacco è tornato stagnante e in difesa la New Basket non è riuscita più ad arginare il talento dei meneghini.
Milano ha dovuto premere solo leggermente sull’acceleratore per spaccare la partita, ma quando la differenza di roster fra le due formazioni è così ampia, come detto, solo un particolare allineamento degli altri può nasconderla.
Le prospettive future
Messa alle spalle la pratica Milano, di certo non la partita da vincere per la Happy Casa, è il momento per la società pugliese e i suoi tifosi di guardare in avanti. Il calendario è infelice e non deve sorprendere se prossimamente le sconfitte consecutive si cumuleranno una dietro l’altra. La squadra ha perso certamente la sua punta di diamante e questo non può che rendere ancora più complesso il cammino verso la salvezza.
Tuttavia Brindisi ha mosso enormi passi nella giusta direzione dal cambio dell’allenatore in poi, mettendo quattro punti fra sé e l’ultimo posto in classifica. Non è improbabile che bastino solo altre due vittorie, le due in casa con Pesaro e Capo D’Orlando, per centrare la salvezza. La speranza è che quando arriveranno le partite davvero da vincere, la squadra sia pronta e assestata.
Non ci sono cifre ufficiali riguardo il buyout pagato dal Besiktas per Lalanne, ma diversi insider parlano di numeri intorno ai 150 mila euro. Nonostante la miope strategia di offrire sempre e solo contratti annuali (salvo pochissime eccezioni), Brindisi è riuscita finalmente a monetizzare sul talento “scoperto”, cosa successa pochissime altre volte nella sua storia recente. Sono anni che Alessandro Giuliani porta in Italia rookie che poi conducono brillanti carriere in importanti piazze europee, e l’interesse dei turchi per l’haitiano è solo l’ennesimo riconoscimento allo stupendo lavoro di scouting che il GM della Happy Casa continua a svolgere.
Per quanto riguarda i nuovi arrivi, di Lydeka si è già parlato in positivo ma bisognerà rivalutarlo ancora se e quando arriverà l’annunciato nuovo ingaggio, con minutaggi più consoni al suo chilometraggio. Bisognerà rivalutare anche lo spessore della squadra a seconda dell’arrivo o meno di un nuovo rinforzo, che pareva molto probabile una settimana fa, mentre adesso molto meno. Tutto questo fa della situazione di Brindisi una situazione fluida e in divenire, alla cui base però c’è un gruppo che lavora in maniera seria, come ha dimostrato di nuovo in campo anche contro Milano. E questa è certamente un’ottima base da cui partire.